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Quartiere Santa Croce (Mattonaia)
Ubicazione Piazza Massimo d'Azeglio
Denominazione Piazza Massimo d'Azeglio
Altre denominazioni .
Affacci .
Proprietà Comune di Firenze.
Architetti - Ingegneri Del Sarto Luigi, Romagnoli Irene, Sardanelli Rosanna.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche La piazza, ubicata nel quartiere della Mattonaia e segnata al centro da un grande giardino, ha accessi da via Giuseppe Giusti, via Vittorio Alfieri, via Silvio Pellico, via Pietro Giordani, via Giovan Battista Niccolini, via Giosue Carducci, via Luigi Carlo Farini, via della Colonna. L'urbanizzazione della zona, per quanto ritenuta tra le realizzazioni più significative del piano di espansione cittadino redatto da Giuseppe Poggi in relazione alle nuove esigenze dettate da Firenze Capitale (1865-1871), è in realtà da considerarsi frutto di un progetto maturatosi negli anni precedenti, almeno fin dal 1860, con un cantiere già avviato nel novembre del 1864 che, ovviamente, ricevette particolare impulso negli anni in cui Firenze fu Capitale. Trattandosi in questo caso di un'area interna all'ultima cerchia di mura, non si trattò poi in senso stretto di un intervento di ampliamento della città, ma di una operazione di urbanizzazione di una vasta zona già appartenente alla città storica, secondo il piano regolatore interno della città redatto non da Giuseppe Poggi ma dall'ingegnere del Comune Luigi Del Sarto. Qui si estendevano precedentemente per lo più i poderi di pertinenza della vicina villa Ginori, assieme ad altri di proprietà Panciatichi e Morrocchi, espropriati a titolo di pubblica utilità e quindi gestiti da una società privata costituita all'uopo dall'ingegnare Stefano Breda e dai banchieri Giacomo Servadio e Angelo Adolfo Levi. Gli assi viari furono progettati come maglia regolare, paralleli all'antico borgo Pinti e al proseguimento di via della Colonna (che allora si interrompeva all'altezza di borgo Pinti), lasciando al tracciato delle mura il compito di definire il disegno dei vari lotti posti all'estremo margine nord e est, e a una piazza con giardino (piazza d'Azeglio appunto) di vivificarne il cuore. La destinazione della piazza e del quartiere (detto della Mattonaia dall'unica via che tagliava verso le mura i poderi e lungo la quale si collocava la già citata villa Ginori) fu a carattere residenziale, con una evidente attenzione alla ricca borghesia, nell'ambito della quale si distinse successivamente la comunità ebraica, in ragione della parallela edificazione della Sinagoga nel vicino lotto posto tra via Luigi Carlo Farini e via Giosue Carducci con un cantiere avviato nel 1874 su progetto di Mariano Falcini, Vincenzo Micheli e Marco Treves (inaugurazione del Tempio nel 1882). Entro il 1870 le opere di urbanizzazione erano oramai concluse e già erano sorti in margine alla piazza villini e palazzi. Intanto, nel gennaio del 1866, il consiglio comunale - accantonando una prima ipotesi che avrebbe voluto dedicare il luogo alla memoria di Dante Aligheri - aveva deliberato di intitolare la piazza allo scrittore e statista Massimo Taparelli marchese d'Azeglio (1798-1866), morto in quello stesso anno (la primitiva titolazione a d'Azeglio fu poi precisata in Massimo d'Azeglio nel 1938). Nel 1869, dal lato verso borgo Pinti, era stato poi inaugurato un grande teatro intitolato al Principe Umberto I e realizzato su progetto dell'ingegner Gustavo Mariani (poi ampliato da Riccardo Mazzanti), distrutto da un incendio il 29 dicembre 1889. Completata l'edificazione degli ultimi lotti rimasti invenduti nel primo decennio del Novecento, la piazza divenne il cuore di un quartiere non solo abitato da benestanti, ma da intellettuali e artisti, con una forte impronta cosmopolita. Per quanto riguarda l'ampio giardino, questo fu concepito su modello di una square inglese, cioè come giardino chiuso da una semplice ma elegante cancellata (rimossa durante l'ultima guerra nell'ambito della campagna per il 'ferro alla Patria'), tuttavia non a uso esclusivo dei frontisti come nella tradizione anglosassone, ma aperto a tutta la popolazione. L'originario disegno del giardino (impiantato tra il 1865 e il 1868 quando nel giugno fu inaugurato) sembrerebbe riconducibile a un "artista straniero", per quanto alcuni studi lo indichino come opera di Ferdinando Bucci, sicuramente responsabile assieme a Raffaello Mercatelli dell'originaria manutenzione del verde. Questo disegno, caratterizzato da vialetti e aiuole a prato con alberi d'alto fusto (prevalentemente platani e bagolari) si è andato progressivamente perdendo nel corso del Novecento, sia per la scarsa manutenzione, sia per l'abbattimento progressivo degli alberi malati, sia per l'inserimento di nuove attrezzature (un piccolo parco giochi ed un campetto di calcio frutto dell'ampliamento di un giardino per i ragazzi già documentato nel 1955), certo importanti per il quartiere, ma apparentemente realizzate senza un progetto complessivo che ridisegnasse l'intero spazio in rapporto alle nuove esigenze. Per far fronte a tale situazione, nel maggio del 2014, il Comune di Firenze ha promosso dei lavori che hanno portato alla parziale riqualificazione dello spazio, su progetto degli architetti Irene Romagnoli e Rosanna Sardanelli e del perito agronomo Nicola Curradi (impresa esecutrice Oplonde). La piazza mantiene ancor oggi il suo carattere residenziale e alto borghese. Al centro del giardino è una vasca circolare con una fontana raffigurante un Ibis (restaurata nel 2012 con un contributo privato, alla memoria di Ginevra Olivetti Rason); sul lato di levante è un monumento a ricordare tre partigiani (Enrico Bocci, Italo Piccagli, Luigi Morandi) qui arrestati dai nazifascisti e quindi torturati e uccisi. La strada che corre lungo il perimetro del giardino, delimitata da ampi marciapiedi da ambedue i lati, è a lastrico. Il tratto sud, che congiunge via Giovan Battista Niccolini con via della Colonna (interessa da più linee di autobus), è stato oggetto della risistemazione del lastrico nel 2018; i restanti tre tratti presentano ampi dissesti dovuti alla limitata manutenzione.
Bibliografia
dettaglio
Stradario 1913, p. 41, n. 286; Stradario 1929, p. 34, n. 311; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, pp. 295-297; Stradario 2004, p. 168; Zoppi 2019, pp. 56-57.
Approfondimenti "La Nazione", 21 maggio 1865; "La Nazione", 24 luglio 1868; "La Nazione", 21 ottobre 1868; "La Nazione", 3 marzo 1888; "La Nazione", 8 aprile 1890; Gattesco Gatteschi, I giardini pubblici, in Firenze d'oggi, Firenze, tipografia Ariani, 1896, pp. 41-50; "La Nazione", 3 luglio 1897; "La Nazione", 5 settembre 1908; "La Nazione" 6 agosto 1936; "La Nazione" 26 giugno 1956; "La Nazione" 10 marzo 1960; "La Nazione", 5 gennaio 1961; F. Carrara, A. Lorenzi, B. Sidoti, Firenze capitale e la speculazione tollerata, in "Necropoli", I, 1969, 4/5, pp. 65-77; M. Bruni, A. Ferrini, M. Paladini, E. Pieri, Il giardino di piazza d'Azeglio a Firenze, in Sperimentazioni. Restauro di giardini e parchi storici. Corso per architetti, Firenze, Centro Stampa della Regione Toscana, 1996, pp. 121-142; Massimo de Vico Fallani, Giardino di piazza d'Azeglio, in Mario Bencivenni, Massimo de Vico Fallani, Giardini Pubblici a Firenze: dall'Ottocento a oggi, Firenze, Edifr, 1998, pp. 215-221; Francesca Carrara, Valeria Orgera, Ulisse Tramonti, Firenze. Piazza d'Azeglio alla Mattonaia, Firenze, Alinea, 2003; Raimondo Innocenti, Il quartiere della Mattonaia, in Una Capitale e il suo Architetto. Eventi politici e sociali, urbanistici e architettonici: Firenze e l'opera di Giuseppe Poggi, catalogo della mostra (Firenze, Archivio di Stato, 3 febbraio-6 giugno 2015) a cura di Loredana Maccabruni e Piero Marchi, Firenze, Polistampa, 2015, pp. 118-120; Mario Bencivenni, I parterre e i giardini delle piazze, in Una Capitale e il suo Architetto. Eventi politici e sociali, urbanistici e architettonici: Firenze e l'opera di Giuseppe Poggi, catalogo della mostra (Firenze, Archivio di Stato, 3 febbraio-6 giugno 2015) a cura di Loredana Maccabruni e Piero Marchi, Firenze, Polistampa, 2015, pp. 233-234; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, II, Giardini e passeggi pubblici, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2015, pp. 395-401; Claudio Paolini, Il quartiere della Mattonaia a Firenze: dagli antichi orti alla città giardino ottocentesca, Firenze, Edifir, 2020.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: ARC-F-006411-0000 (veduta dell'area del quartiere della Mattonaia con i lotti di terreno e lo stabile della Società Anonima Edificatrice già edificato, 1865 ca.); BVA-S-C10038004, BVA-S-C10038005, BVA-S-C10038006, BVA-S-C10038010, BVA-S-C10038012, BVA-S-C10038013 (vedute animate di spazi interni del giardino, 1960). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 9737 (veduta d'insieme d'area durante i lavori di urbanizzazione, 1864 ca.); 6632, 126136 (vedute parziali del giardino, ante 1939).
Risorse in rete Sulla piazza sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Piazza d'Azeglio su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL) e dallo Stradario storico amministrativo del Comune di Firenze disponibile online.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 28/07/2013
Data ultima modifica 19/09/2021
Data ultimo sopralluogo 19/01/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags toponomastica, stradario (piazza), giardino, lastrico.
Localizzazione
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