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Scheda Palazzo dell'albergo Paoli Torna ai risultati della ricerca
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Quartiere Santa Croce
Ubicazione Lungarno della Zecca Vecchia 26- 28- 30
Denominazione Palazzo dell'albergo Paoli
Altre denominazioni Palazzo Parenti, Hotel Paoli
Affacci via delle Casine, via Tripoli 23- 25- 27- 29
Proprietà Parenti.
Architetti - Ingegneri Martelli Nemes, Di Battista Giorgio.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Mary of Teck (Victoria Mary Augusta Louisa Olga Pauline Claudine Agnes of Teck, d.), Hare Augustus John Cuthbert.
Note storiche Il grande edificio sorge sull'area già occupata dall'ospedale dei Santi Filippo e Jacopo del Ceppo (o spedale della Torricella), già documentato nei primi del Quattrocento e quindi, attraverso varie vicissitudini, trasferito nel 1788 a San Bonifacio per ordine del granduca Leopoldo di Lorena. L'attuale costruzione risale agli anni settanta dell'Ottocento (comunque posteriore al 1867 quando venne deliberata la sistemazione del nuovo lungarno della Torricella, poi della Zecca) ed è riconducibile all'attività dell'ingegnere Nemes Martelli, indicato in calce ad una fotografia Alinari della fine di quel secolo che riproduce l'ampio prospetto dell'edificio identificandolo con la denominazione di palazzo Parenti. Il rifacimento avvenne sostanzialmente attraverso la radicale ricostruzione degli interni e la sovrapposizione della nuova facciata alla vecchia, il tutto adeguandosi al linguaggio neorinascimentale allora imperante. Divenuto sede dell'Hotel Paoli (come pensione Paoli è ricordato nella fotografia prima citata e come albergo Paoli nell'Illustratore fiorentino del 1911), fu nel 1883 residenza di Mary of Teck (futura consorte del re e imperatore Giorgio V d'Inghilterra) che, assieme alla famiglia, occupò per circa sei mesi l'intero primo piano del palazzo. Nel 1886 tra gli ospiti dell'albergo è documentato lo scrittore inglese Augustus Hare. Nel 1921 l'immobile fu trasformato in civile abitazione. "La costruzione è articolata con un motivo centrale d'ordine dorico su cui poggia un terrazzo, in spazi marcatamente orizzontali suddivisi poi, in senso verticale, in cinque settori da lesene bozzate che includono tre gruppi di aperture. La facciata è poi definita da una gronda alla romana con grosse mensole. La facciata tergale su via Tripoli ripete, in forme più semplici, gli elementi architettonici di gusto tardo manieristico e neorinascimentale toscano, con impostazione nettamente orizzontale" (Patrizia Pietrogrande 1994). Da segnalare, nella fascia sottogronda, ampie specchiature dipinte con elementi fitomorfi. In buona sostanza l'aspetto attuale non differisce da quello documentato dalla fotografia Alinari, non fosse per la realizzazione nel Novecento di un piccolo corpo di fabbrica dal lato del giardino che guarda su via delle Casine (quest'ultimo tratto fu aperto attorno al 1880). L'intera proprietà fu restaurata tra il 1970 e il 1971 su progetto dell'architetto Giorgio Di Battista, con integrazione degli elementi in pietra artificiale lacunosi e sostituzione delle lastre deteriorate dello zoccolo in pietra serena (intervento premiato dalla Fondazione Giulio Marchi nel 1972). Parte dell'immobile è occupato da una struttura ricettiva (Privilege Hotel).
Bibliografia
dettaglio
Limburger 1910, n, 253; Illustratore fiorentino (1911) 1910, p. 52; Fantozzi Micali-Roselli 1980, pp. 130-131; Pietrogrande 1994, pp. 78-79; Paolini 2009, p. 321, n. 454.
Approfondimenti Lauri Thorndyke, Three English Queens. In the footsteps of Queen Victoria, Queen Mary and Queen Elisabeth the Queen Mother, Florence, The British Institute of Florence, s.d. ma 2012.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: BGA-F-005897-0000 (esterno con veduta dall'angolo di via delle Casine, 1890-1910 circa). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 52428, 52429, 52430, 52431, 52432, 52433, 52434, 52435, 52436, 52437 (vedute degli spazi interni, 1970); 52716, 52717, 52718, 52719, 52720, 52721, 52722, 52723 (vedute d'insieme e particolari dei prospetti, 1970); 63618, 63619, 63620 (vedute d'insieme dei prospetti dopo l'intervento di restauro, 1972).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dal sito dalla voce Ospedale dei Santi Filippo e Jacopo su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE FI0298
ID univoco regionale 90480170367
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 22/03/2020
Data ultimo sopralluogo 21/01/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags albergo, comunità straniera (inglese).
Localizzazione
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