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Scheda Palazzina de' Servi Torna ai risultati della ricerca
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Quartiere San Giovanni
Ubicazione Via Gino Capponi 9
Denominazione Palazzina de' Servi
Altre denominazioni Palazzo dei Servi di Maria, palazzina degli Istituti Chimici
Affacci .
Proprietà convento della Santissima Annunziata, Università degli Studi di Firenze.
Architetti - Ingegneri Ferri Antonio, de Cambray Digny Luigi, Castellazzi Giovanni, Poggi Giuseppe, Francolini Felice, Macci Loris, Comodini Massimo, Fortini Cesare.
Pittori - Scultori - Decoratori Lusini Giovanni, Ghigi Enrico.
Uomini illustri Willis Nathaniel Parker, Cole Thomas, Durand Asher Brown, Cranch Christopher Pearse, Tait John Robinson, Mantegazza Paolo, Shiff Ugo.
Note storiche L'edificio è situato sul retro del convento della basilica della Santissima Annunziata, e prende il nome dai Servi di Maria che qui avevano i propri orti, un tempo così estesi da determinare l'antico nome dell'attuale via Gino Capponi, già via dell'orto dei Servi. La fabbrica oggetto di questa scheda d'altra parte ancora si inserisce in un ampio spazio a verde, al quale si accede tramite un ampio cancello sulla strada, di modo che la palazzina, perpendicolare all'asse viario e arricchita da un prospetto porticato con colonne, sembra porsi quasi in termini di villa, appartata e silenziosa. Il complesso fu eretto su progetto di Antonio Ferri sullo scadere del Seicento (la posa della prima pietra è documentata al 1694) con la funzione di dormitorio (dormitorio nuovo) ma totalmente rimaneggiata in chiave neoclassica nel 1810-1811 per l'arcivescovo francese Antoine Eustache d'Osmond, inviato da Napoleone Buonaparte per reggere la chiesa fiorentina durante il periodo dell'occupazione francese (il quale aveva fatto propria la cappella di San Luca nella vicina chiesa della Santissima Annunziata). Il progetto fu affidato all'architetto Luigi de Cambray Digny, il quale creò un insieme severo e al tempo stesso scenografico, come si addiceva alla sua funzione, con poche decorazioni ma con molti riferimenti all'antico, a partire dal corpo centrale della facciata, avanzato rispetto alle ali laterali, caratterizzato da un pesante pronao architravato con dodici colonne ioniche in pietra serena. L'Osmond vi visse dal 1811 al 1813, quando ripartì frettolosamente per la Francia in concomitanza con l'abbandono della Toscana da parte di Elisa Baciotti. Successivamente vi prese stanza il ministro delle Due Sicilie accreditato presso la corte fiorentina. Tra gli anni trenta e quaranta dell'Ottocento, evidentemente frazionato in appartamenti e studi, il complesso sembrò diventare un punto di riferimento per la comunità di artisti stranieri residenti a Firenze, stando almeno alle notizie che qui situano l'alloggio dello scrittore americano Nathaniel Parker Willis (1832 e 1835) e i laboratori del pittore inglese Thomas Cole (1832) e degli americani Asher Durand (1840-1841), Christopher Cranch (1846-1849) e John Robinson Tait (1852-1853). Tra il 1865 e il 1866 si datano lavori di adeguamento su progetto del colonnello Giovanni Castellazzi, legati al parallelo e vicino cantiere nei locali oggi sede del Rettorato dell'Università degli Studi, destinati provvisoriamente a sede del Ministero della Guerra negli anni di Firenze Capitale (1865-1871). Al 1867 si data poi un ulteriore intervento di ampliamento del complesso sul retro, ben documentato da una serie di disegni conservati presso l'Archivio storico del Comune di Firenze, datati 1863 e firmati da Giuseppe Poggi e da Felice Francolini. Nel 1872, una convenzione stipulata tra il Regno d'Italia e l'Istituto di Studi Superiori Pratici e di Perfezionamento cedette a quest'ultimo il complesso, come parte integrante dell'intera area successivamente detta 'quadrilatero universitario di San Marco' e qui trovarono sede, dallo stesso 1872 al 2001, gli Istituti Chimici di Firenze. Negli anni di Augusto Garneri, sempre in ragione di questa annessione, nella palazzina era stato sistemato anche il Museo nazionale di Antropologia e di Etnologia fondato dal senatore Paolo Mantegazza (che nello stesso 1924 sarebbe stato però trasferito nel palazzo Nonfinito). A partire dal 2007 (chiusura del cantiere nel 2012) l'intero complesso fu oggetto di un intervento di restauro e risistemazione su progetto del 2004 dell'architetto Loris Macci e collaboratori (Massimo Comodini e Studio Abaco) finalizzato a riunire in una unica sede strutture delle facoltà di Lettere e Scienze dislocate in varie parti della città, grazie alla disponibilità di circa 8mila metri quadri da destinare a aule, uffici e servizi per studenti, docenti e personale. "La sistemazione interna, decisamente più felice, ha come episodio dominante l'elegante scalone - a destra dello spazio cruciforme dell'atrio colonnato - svolto a una sola rampa fino al pianerottolo semicircolare, da cui risale con due branche fino all'ampio ricetto superiore, delimitato sui lati brevi da colonne corinzie. Il grande vano della scalinata è arricchito da raffinati inserti decorativi, come le protome leonine in bronzo che reggono il cordone corrimano, le fasce superiori con pitture a monicromo, la cornice in stucco a foglie d'acanto all'imposta della volta a botte, le decorazioni pittoriche a ghirlande intrecciate, già presenti, in rilievo, sulla facciata esterna" (Martellacci). Una targa in latino posta all'interno e datata al 1887 ricorda la cessione del palazzo ad uso dell'insegnamento delle chimica. Sempre negli spazi interni, oltre ad alcune aule arricchite da decorazioni murali settecentesche e ottocentesche, si segnala per la sua importanza storica la Sala delle Lezioni (oggi Aula Schiff), voluta e progettata dal professore di origini tedesche Ugo Shiff (fondatore della scuola di chimica fiorentina) su modello dell'aula magna di Göttingen in Bassa Sassonia, dove lo stesso si era laureato (oggi distrutta), da considerarsi probabilmente la più antica d'Italia. Realizzata con la direzione dei lavori affidata all'ingegnere Cesare Fortini e completata entro il 1884 presenta banchi a gradinate e cappe chimiche, ed è arricchita da medaglioni in gesso raffiguranti celebri chimici (opera di Giovanni Lusini) e decorazioni sulla volta e sulle pareti (opera di Enrico Ghigi).
Bibliografia
dettaglio
Fantozzi 1843, p. 194, n. 465; Garneri 1924, pp. 208-209, n. XVIII; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 197; Rosamaria Martellacci in Firenze 1992, p. 175, n. 133; Cesati 2005, I, p. 126; Paolini 2013, pp. 49-50, 51-52, 133; Fantozzi Micali-Lolli 2016, pp. 118-119.
Approfondimenti Clara Louise Dentler, Famous Americans in Florence, Firenze, Giunti Marzocco, 1976; Stefano Bertagni, Progetto per il riuso degli Istituti Chimici in Firenze. Una proposta di insediamento per la nuova sede del Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze, in "Bollettino Ingegneri", 2003, 8/9, pp. 3-8; Gabriella Orefice, La 'palazzina dei Servi' e le sue trasformazioni ottocentesche, in La sede della Sapienza a Firenze. L'Università e l'Istituto Geografico Militare a San Marco, atti della giornata di studi (Firenze, Rettorato, 16 ottobre 2008) a cura di Amedeo Belluzzi e Emanuela Ferretti, Firenze, IGM, 2009, pp. 169-185; Antonio Guarna, Laura Colli, Costa Mariagrazia, La prima aula italiana dedicata alla chimica, in "La Chimica e l'Industria", 2011, 3, pp. 104-108; Enrica Castellucci, La palazzina ottocentesca dell'Università: ultima propaggine settentrionale dell'antico convento, in La basilica della Santissima Annunziata dal Duecento al Cinquecento, coordinamento scientifico di Carlo Sisi, Firenze, Edifir, 2013, pp. 80-85; Claudio Paolini, I pietrini nelle case dei Serviti nella città storica di Firenze, in Studi sulla Santissima Annunziata di Firenze in memoria di Eugenio Casalini osm, a cura di Lamberto Crociani osm e Dora Liscia Bemporad, Firenze, Edifir, 2014, pp. 293-313; La Palazzina dei Servi a Firenze da residenza vescovile a sede universitaria, a cura di Cristina De Benedictis, Roberta Roani, Giuseppina Carla Romby, Firenze, Edifir, 2014; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 186-187; Ex palazzina dei Servi, in Giuseppina Carla Romby, Carla Sodini, Firenze militare negli anni della capitale (1865-1871), Firenze, Angelo Pontecorboli, 2018, pp. 94-96.
Documentazione fotografica Campo in corso di revisione.
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzina de' Servi su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 30/01/2009
Data ultima modifica 04/04/2020
Data ultimo sopralluogo 13/01/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags scuola, museo, studio di artista, comunità straniera (inglese, americano).
Localizzazione
Contatti note tecniche e legali
 
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