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Quartiere San Giovanni
Ubicazione Via de' Ginori 19- 21
Denominazione Palazzo Del Chiaro
Altre denominazioni Palazzo Tolomei Garzoni, palazzo Tolomei Biffi
Affacci .
Proprietà Taddei, Del Chiaro Albizzelli, Compagnia di San Marco, Tolomei Gucci, Biffi, Garzoni Venturi, Meuron Della Gherardesca, Isola.
Architetti - Ingegneri Ferri Antonio Maria.
Pittori - Scultori - Decoratori Baratta Giovanni, Nasini Giuseppe Nicola, Gherardini Alessandro, Ciceri Giovanni Battista.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Il palazzo presenta una facciata con caratteri architettonici cinquecenteschi, probabilmente realizzata quando era "casa grande" di proprietà di Antonio Taddei, tra il terzo e il quarto decennio di quel secolo. Nella prima metà del Seicento l'edificio, assieme a una casa contigua, fu acquistato dalla famiglia dei ricchi mercanti Del Chiaro. Nel 1692-1694, in vista del matrimonio tra Leon Battista del Chiaro con Maria Ugolini, si promossero importanti lavori architettonici affidando il cantiere ad Antonio Maria Ferri. Questi provvide ad unificare la preesistenza con l'edificio di più recente acquisizione, portando il fronte da cinque a sette assi (con la nuova addizione posta a destra), semplicemente riproponendo gli elementi cinquecenteschi che già qualificavano la più antica porzione, il tutto "secondo quello spirito di mimetismo architettonico che caratterizza altri interventi del Seicento fiorentino" (Chiara Martelli 2007). Parallelamente, nel piccolo e armonioso cortile già segnato da colonne cinquecentesche, fu realizzata una nicchia timpanata ad accogliere una scultura raffigurante Diana, opera di Giovanni Baratta. Nella fase finale dei lavori (1694) si provvide a far eseguire decorazioni a fresco ad impreziosire le sale di rappresentanza, chiamando per la galleria Giuseppe Nicola Nasini che qui raffigurò L'allegoria delle attività mercantili della famiglia Del Chiaro, e per il salone da ballo a doppia altezza Alessandro Gherardini, che vi dipinse il Trionfo di Apollo-Sole (cornice a stucco di Giovanni Battista Ciceri). I Del Chiaro rimasero proprietari dell'edificio fino al 1742: "nel 1743 il lussuoso palazzo passò alla Compagnia di San Marco, la quale, poco dopo, cedette l'immobile a Neri Mario Tolomei Gucci che, nel 1752, ereditò il titolo e il nome di marchese proveniente dai Biffi. Sul cancello in ferro collocato al piano terreno, vi è ancora oggi l'arme dei Biffi, composta da un'aquila, unita all'arme dei Tolomei Gucci, costituita da tre foglie e da tre gigli posti su quattro pendenti. Nel 1850 il palazzo Tolomei Biffi fu venduto al marchese Giuseppe Garzoni Venturi di Lucca ai quali resterà fino agli anni venti del Novecento per poi passare alla famiglia Isola che, con grande impegno, ha intrapreso con successo un lungo e paziente restauro dell'intero immobile " (Adsi 2009/2). Il fronte del palazzo è di notevole bellezza e si sviluppa per tre piani organizzati, come abbiamo detto, su sette assi. Al terreno, sull'asse del più antico fronte, è il portone incorniciato da bozze di pietra, affiancato da due grandi finestre inginocchiate (che potrebbero risalire al cantiere tardo seicentesco); segue a destra un ingresso secondario (segnato con il numero 21) e quindi una ulteriore finestra. Ai piani superiori si allineano le finestre centinate e ugualmente bugnate. Al centro è un grande scudo con un'arme già riferita da Walther Limburger ai Deti ma in realtà propria dei Del Chiaro Albizzelli (d'oro, a tre crescenti volti in banda di rosso, 2.1). Notevole anche il portone chiodato di fattura seicentesca. "Dal grandioso portale listato a bugne dal concio in chiave cuspidato, si entra nel grazioso cortile che ha mantenuto pressoché inalterato il carattere e l'impronta datagli dai Taddei nel primo Cinquecento. Mentre due lati del cortile sono costituiti da un loggiato, gli altri due lati sono caratterizzati da una struttura sospesa e aggettante addossata alle pareti con lunette e spicchi di volte raccordate con peducci. Sia i capitelli delle sei colonne del loggiato che gli stessi peducci, hanno una medesima fattura assai comune in area fiorentina a partire dalla metà del Quattrocento. Elementi unificatori delle pareti del cortile sono la cornice marcapiano e i davanzali ininterrotti delle finestre che ora si presentano 'orecchiate', risultato degli interventi tardo seicenteschi dovuti a Leon Battista del Chiaro" (Adsi 2003). Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia
dettaglio
Fantozzi 1843, p. 87, n. 184; Firenze 1850, p. 256; Elenco 1902, p. 254; Limburger 1910, n. 686; Garneri 1924, p. 185, n. XX; Limburger-Fossi 1968, n. 686; Firenze 1974, p. 256; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, p. 44; Adsi 2003, pp. 30-32; Cesati 2005, I, p. 287; Firenze 2005, p. 289; Chiara Martelli in Atlante del Barocco 2007, p. 412, n. 91; Adsi 2009/2, pp. 40-42.
Approfondimenti Maria Cecilia Fabbri, Gherardini, Nasini e altri artisti in palazzo Del Chiaro a Firenze, in "Nuovi Studi", III, 1998 (1999), 6, pp. 159-182; Patrizia Maccioni, Carlotta Lenzi Iacomelli, Palazzo Del Chiaro Tolomei Biffi, in Fasto privato. La decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine, II, Dal Tardo Barocco al Romanticismo, a cura di Mina Gregori e Mara Visonà, Firenze, Edifir, 2015, pp. 129-143.
Documentazione fotografica Archivio fotografico SBAP, Firenze: 120862, 120863, 120864, 120865, 120866 (vedute dei prospetti sul cortile interno, 1966); 120867, 120868 (vedute d'insieme del cortile, 1966); 120869, 120870, 120871 (particolari delle colonne del cortile, 1966); 148350 (veduta di scorcio del prospetto sulla strada, 1987); 148351 (particolare del portale, 1987); 148352 (particolare di una finestra terrena, 1987); 148353 (veduta del cortile, 1987); 148355, 148356 (particolari delle statue nelle nicchie dello scalone, 1987); 148354, 148357, 148358, 148359 (particolari del cortile, 1987); 148360 (particolare di un architrave scolpito, 1987); 148361, 148362, 148363, 148364, 148365, 148366, 148367, 148368, 148369, 148370, 148371, 148372, 148373, 148374, 148375, 148376, 148377, 148378 (vedute d'insieme e particolari delle sale affrescate, 1987); 176607, 176608, 176609, 176610, 176611, 176612, 176613 (vedute d'insieme e particolari delle sale affrescate, 1987); 176614, 176615 (particolari con le statue nel cortile e lungo lo scalone, 1994); 176616 (cancello dell'androne, 1994); 176617, 176618, 176619, 176620, 176621, 176622, 176623, 176624, 176625, 176626, 176627, 176628, 176629 (vedute degli spazi interni, 1994) 176630 (veduta d'insieme del cortile interno, 1994); 176925 (veduta d'insieme del prospetto sulla strada, 1994); 176926 (particolare del portone, 1994); 176927 (particolare di una finestra terrena, 1994); 176928, 176929 (particolari dello stemma in facciata, 1994).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dal sito Palazzo Tolomei residenza d'epoca e dalla voce palazzo Tolomei Biffi su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE FI1045
ID univoco regionale 90480170034
Data creazione 14/11/2008
Data ultima modifica 07/04/2021
Data ultimo sopralluogo 19/06/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags portone, stemma familiare.
Localizzazione
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