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Scheda Palazzo Sforza Almeni Torna ai risultati della ricerca
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Quartiere San Giovanni
Ubicazione Via dei Servi 12
Denominazione Palazzo Sforza Almeni
Altre denominazioni Palazzo Taddei, palazzo Almeni, casa Frosini Martinucci, palazzo Cuccoli Fiaschi, palazzo Incontri
Affacci via del Castellaccio 1r- 3r- 5r- 7r- 11r
Proprietà Nerli, Taddei, Ricasoli, Sforza Almeni, Frosini Martinucci, Cuccoli Fiaschi (Fieschi), Incontri.
Architetti - Ingegneri Ammannati Bartolomeo, Giuliano di Baccio d'Agnolo (Giuliano Baglioni, d.), Bracciali Simonetta, Papaleo Massimo.
Pittori - Scultori - Decoratori Gherardi Cristoforo, Vasari Giorgio, Danti Vincenzo.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Si tratta di un nobile e ampio palazzo cinquecentesco generalmente ricondotto (seppure in assenza di riscontri documentari) a un progetto steso da Bartolomeo Ammannati per Piero d'Antonio Taddei, ed eretto in un'area confinante con il tiratoio dell'Aquila, dove già esistevano diverse case di proprietà dei Ghinetti e dei Mazzei. Confiscato da Cosimo I alla famiglia Taddei per la sua opposizione al regime mediceo, fu poco dopo donato dal duca al suo coppiere Sforza Almeni, che provvide ad arricchirlo ulteriormente con una decorazione pittorica estesa su tutto il prospetto principale, realizzata da Cristoforo Gherardi con la collaborazione di Giorgio Vasari a partire da un progetto e da disegni forniti dallo stesso Vasari (1555 circa). L'artista descrisse poi accuratamente l'opera nelle Vite, preoccupato della sua possibile perdita "per essere all'aria e molto sottoposta ai tempi fortunosi", evidentemente soddisfatto di un'invenzione che si traduceva in un complesso programma iconografico "che conteneva, per dirlo brevemente, tutta la vita dell'uomo dalla nascita per infino alla morte". Queste pitture erano in effetti già in cattivo stato al tempo di Giovanni Cinelli (1677), che così annota: "ma questa da un certo punto in qua ha ricevuto grandissima ingiuria dall'inclemenza dell'aria, onde non più si gode come mi ricordo averla meno di 30 anni sono diligentemente osservata per esservi le sette arti liberali dipinte". E ancora: "nel cortile vi sono l'Onore e l'Inganno statue bellissime i capelli de' quali son fatti con grand'arte da Vincenzo Danti scultore rinomato" (scultura ora conservata nella sala di Michelangelo del museo nazionale del Bargello). Nonostante la perdita della decorazione pittorica esterna e di molti dei decori che l'arricchivano internamente, la fabbrica non sembra essere stata privata più di tanto della bellezza insita nelle armoniose proporzioni del fronte principale che, sviluppato per tre piani organizzati in sei assi su via dei Servi, determina uno sprone in corrispondenza con via del Castellaccio (canto del Castellaccio) ingentilito da un più tardo balconcino. Sempre su via dei Servi, al piano terreno, il grande portone di accesso è affiancato da due sontuose finestre inginocchiate (isolate su l'ampia superficie intonacata) che rimandano alla maniera dell'Ammannati, prossime come sono a quelle di palazzo Giugni di via degli Alfani e del palazzo Ramirez de Montalvo di borgo degli Albizi (a fronte di tale attribuzione sostenuta dalla maggior parte degli studiosi si segnala come Heinrich von Geymüller abbia avanzato invece il nome di Giuliano di Baccio d'Agnolo). Nonostante la vistosa erosione della pietra è ancora chiaramente percepibile come qui si concentrasse una decorazione fitta e variata, arricchita nella specchiatura tra le mensole inferiori di rilievi con trionfi d'armi (del tutto perso quello della finestra a destra, rimane ancora parzialmente leggibile l'altro). Notevoli anche le inferriate, sostenute in basso da tartarughe. Sul portone è uno scudo con l'arme dei Frosini Matteucci (che acquistarono la proprietà nel 1812 o 1816) e, sull'angolo acuto di via del Castellaccio, lo scudo encomiastico con le armi Medici Toledo posto al tempo della proprietà Sforza Almeni. Il palazzo fu restaurato nel 1902-1904 al tempo in cui la proprietà era pervenuta agli Incontri, e ancora, come ricostruito da Carla Tomasini Pietramellara (1974): "Nel 1926 si procedette al restauro della facciata, fu rifatta la gronda, eseguita la lavatura dei pietrami, e si intonacò e ricolorì le facciate a calce vecchia. Nel 1933 la Soprintendenza concesse ai Martinucci il nulla osta per l'apertura di sporti al piano terra sul lato di via del Castellaccio, alla condizione che le nuove aperture fossero ornate di un 'cardinaletto' piano in pietra. Recentemente (1955) vennero eseguiti dei lavori di demolizione di muratura nel cortile onde liberare le colonne. Attualmente il cortile è stato coperto e parzialmente chiuso verso l'androne di ingresso per inserirvi la colonna dell'ascensore, inoltre sono stati eseguiti lavori di consolidamento e sottofondazione". Nel 2020 è stato aperto un cantiere per il restauro della facciata su via dei Servi e la manutenzione di una porzione delle coperture, su progetto dell'architetto Simonetta Bracciali e direzione dei lavori dell'architetto Massimo Papaleo (impresa Figli di Augusto Lorenzini). Lo scudo originale con l'arme dei Medici Toledo, già rimosso nel 1901 perché pericolante, fu restaurato dall'Opificio delle Pietre Dure sempre nel 1955 e riparato nell'androne del palazzo (quello che si vede sulla cantonata è una copia). Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è tutelato da vincolo architettonico dal 1913.
Bibliografia
dettaglio
Bocchi-Cinelli 1677, p. 404; Fantozzi 1842, p. 383; Fantozzi 1843, p. 150, n. 346; Firenze 1850, p. 334; Stegmann-Geymüller 1885-1908, X, p. 5, tav. 2; VII, p. 6; Elenco 1902, p. 253; Ross 1905, p. 155; Limburger 1910, n. 250; Garneri 1924, p. 194, n. IV; Thiem 1964, pp. 131-133, n. 76; Limburger-Fossi 1968, n. 250; Firenze 1974, p. 209; Carla Tomasini Pietramellara in Roselli 1974, pp. 85-86, n. 49; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, IV, 1978, pp. 24-25; Ciabani 1984, pp. 176-177; Cesati 2005, II, p. 644; Firenze 2005, p. 329; Pecchioli 2005, pp. 68-69.
Approfondimenti "Ricordi di Architettura. Raccolta di ricordi d'arte antica e moderna e di misurazione di monumenti", serie II, III, 1892-1893, tavv. IV-V (Antico); Restauri lodevoli, in "Arte e Storia", XXIII, 1904, 21, p. 142; Giovan Battista Ristori, Di una casa in via dei Servi e di alcuni avvenimenti che vi si riferiscono (il Palazzo Almeni), in "Arte e Storia", XXV, 1906, 5/6, pp. 38-40; Hans Werner Schmidt, Vasaris Fassadenmalerei am Palazzo Almeni, in Miscellanea Bibliothecae Hertzianae, München, Schroll, 1961, pp. 271-274; Charles Davis, New frescoes by Vasari: 'colore' and 'invenzione' in mid 16th-century Florentine painting, in "Pantheon", XXXVIII, 1980, 2, pp. 153-157; Charles Davis, Frescoes by Vasari for Sforza Almeni, 'Coppiere' to duke Cosimo I, in "Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz", XXIV, 1980, 2, pp. 127-202; Emanuele Barletti, Di una facciata dosiana a Volterra e di altri 'frammenti' di architettura fiorentina del Cinquecento, in "Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz", XXXII, 1988, 3, pp. 582-595; Laura Corti, Case d'artista, in L'architettura civile in Toscana. Il Cinquecento e il Seicento, a cura di Amerigo Restucci, Cinisello Balsamo (Milano), Amilcare Pizzi, 1999, pp. 115-129, p. 117; Lisa Leonelli, Palazzo di Sforza Almeni, in Fasto privato. La decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine, II, Dal Tardo Barocco al Romanticismo, a cura di Mina Gregori e Mara Visonà, Firenze, Edifir, 2015, pp. 211-214.
Documentazione fotografica Archivio fotografico SBAP, Firenze: 6917 (prospetti sul cortile interno, 1945-1950); 6918 (particolare di una delle finestre inginocchiate, 1945-1950); 6919, 6920 (particolari del prospetto esterno, 1945-1950); 6921, 6922 (particolari della finestra, 1945-1950); 6923 (particolare del prospetto, 1945-1950); 6924 (insieme della finestra terrena, 1945-1950); 149056, 149057 (veduta d'insieme e particolare del prospetto, 1988); 172711, 172712, 172713, 172714, 172715, 172716, 172717, 172718, 172719, 172720, 172721, 172722, 172723 (vedute degli spazi interni con particolari degli elementi architettonici e delle decorazioni, 1994); 172724 (veduta d'insieme dello sporto su via del Castellaccio, 1994); 172725 (veduta d'insieme del prospetto su via dei Servi, 1994); 172726 (veduta dell'androne, 1994); 172727 (veduta della scala interna, 1994); si segnalano inoltre nello stesso archivio varie immagini dei peducci e dei capitelli presenti negli spazi interni, non datate e non numerate.
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Via dei Servi su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 14/11/2008
Data ultima modifica 11/12/2021
Data ultimo sopralluogo 06/01/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags scultura, stemma familiare.
Localizzazione
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