Home Il progetto Ricerca nel Repertorio Piante e Vedute Temi e Itinerari Indici Link Crediti Contatti
Ricerca nel Repertorio
Denominazione Modulo di ricerca
Ubicazione
Proprietà
Architetti - Ingegneri
Pittori - Scultori - Decoratori
Uomini illustri
Testo
Per ottimizzare la ricerca è consigliabile digitare una sola parola chiave per campo (es.: Bardi, anziché via de’ Bardi).
Per ulteriori suggerimenti si veda a:


Struttura della banca dati
 
Scheda Palazzo Salviati Torna ai risultati della ricerca
Versione stampabile della scheda
Quartiere Santa Croce / San Giovanni
Ubicazione Borgo Pinti 78- 80- 82
Denominazione Palazzo Salviati
Altre denominazioni Casino Salviati, casino di Pinti, palazzo Aldobrandini Borghese
Affacci .
Proprietà Salviati, Aldobrandini Borghese, Larderel.
Architetti - Ingegneri Silvani Gherardo, Saller Alessandro, Baccani Gaetano, Piccardi Luca, Ceppari Raffaele.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche L'edificio è storicamente noto come casino Salviati ('casino' in ragione della sua posizione ai margini della città, in un'area un tempo di carattere eminentemente campestre), qualificato dalla presenza di un giardino documentato fin dalla seconda metà del Cinquecento e rinomato per la produzione orticola e floreale, tanto da essere ricordato nell'Agricoltura sperimentale di Agostino del Riccio (1597) per le piante rare e i gelsomini di Catalogna che vi si trovavano. Qui si coltivava tra l'altro l'uva zibibbo che un Alamanno Salviati aveva introdotto dalla Grecia e che per tale fatto è nota a Firenze come uva salamanna. L'edificio annesso al giardino, che già doveva esistere in questo periodo, subì nel tempo molte trasformazioni, in particolare nel Seicento ad opera di Gherardo Silvani, al quale probabilmente si deve la sua trasformazione in casa da signore, su committenza di Vincenzio Salviati, con un cantiere aperto attorno al 1653 (ma si veda quanto annotato da Francesca Carrara che anticipa i lavori intorno al 1636). In questo periodo furono aggiunti anche nuovi edifici, tra cui quello per il gioco della pallacorda e il pallottolaio, e ancora nel 1748 sono documentati lavori relativi a uno stanzone per i vasi, realizzato su progetto dell'architetto Alessandro Saller. Nel 1794 il cardinale Gregorio Salviati, ultimo discendente della casata, passò la proprietà, per via di parentela, ai Borghese, i quali fecero in modo che non si estinguesse né il nome dei Salviati né quello degli Aldobrandini, ugualmente confluiti nella famiglia. In relazione a questo passaggio qui vissero agli inizi dell’Ottocento il principe Camillo Borghese e sua moglie, Paolina Bonaparte. Successivamente la proprietà passò ai Larderel e quindi, nuovamente, a un altro ramo dei Salviati. Risale al 1834 la ristrutturazione del casino ad opera dell’architetto Gaetano Baccani, effettuata congiuntamente a una riconversione degli spazi verdi da giardino all’italiana a parco romantico. Si mantenne tuttavia l’antica tradizione botanica, in particolare per la produzione di ananassi. Per quanto riguarda il palazzo – che attualmente si propone sulla strada con un’ampia facciata di nove assi per quattro piani, l’ultimo frutto di una tarda soprelevazione – si veda l’inconsueto ingresso di forme neoclassiche (riconducibile agli interventi di Gaetano Baccani prima ricordati), con un pronao a quattro colonne d’ordine ionico che sorreggono un terrazzino di ben più modeste pretese, comunque arricchito da un’ancor più inconsueta ringhiera raggiata; al centro è un piccolo scudo con l’arme dei Salviati (bandato doppiomerlato d’argento e di rosso). Oltre il pronao è un breve androne sempre riferibile all’intervento del 1834, segnato da uno scudo dipinto con armi di parentela, tra le quali si evidenzia quella degli Aldobrandini (d’azzurro, alla banda doppiomerlata d’oro, accostata da sei stelle a otto punte dello stesso, ordinate tre per lato). Per quanto riguarda le più recenti vicende conservative si segnala il restauro della facciata del palazzo nel 1995 e del prospetto del giardino nel 2009 (direzione dei lavori architetto Raffaele Ceppari).
Bibliografia
dettaglio
Bocchi-Cinelli 1677, p. 483; Del Bruno 1757, p. 45; Cambiagi 1765, p. 68; Cambiagi 1771, p. 69; Cambiagi 1781, p. 64; Fantozzi 1842, p. 289, n. 71; Fantozzi 1843, pp. 203-204, n. 495; Firenze 1845, p. 195; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, IV, 1846, p. 368; Firenze 1850, pp. 349-350; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, p. 440; Limburger 1910, n. 19; Garneri 1924, p. 211, n. XXXVII; Bertarelli 1937, p. 189; Ginori Lisci 1972, II, pp. 651-653; Fanelli 1973, I, p. 293; Firenze 1974, p. 204; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, p. 121-122; Cresti-Zangheri 1978, p. 9; Cazzato-De Vico Fallani 1981, p. 33; Pozzana 1994, pp. 44-45; Firenze 2005, p. 421; Francesca Carrara in Atlante del Barocco 2007, p. 423, n. 139; Paolini 2008, pp. 170-171, n. 259; Paolini 2009, pp. 243-244, n. 344; Zoppi 2019, p. 39.
Approfondimenti Mariella Zoppi, Guida ai giardini di Firenze, Firenze, Alinea, 1996, pp. 108-109; Daniela Cinti, Giardini & Giardini. Il verde storico nel centro di Firenze, a cura di Guido Ferrara, Milano, Electa, 1997, pp. 239-244 (Il giardino del casino Salviati); Mariachiara Pozzana, 'Casini di delizia' a Firenze, in Il giardino e le mura: ai confini fra natura e storia, atti del convegno di studi (San Miniato Alto di Pisa, 23-24 giugno 1995) a cura di Cristina Acidini Luchinat, Giorgio Galletti, Maria Adriana Giusti, Firenze, Edifir, 1997, pp. 113-120; Massimo de Vico Fallani, Giardino Salviati, in Mario Bencivenni, Massimo de Vico Fallani, Giardini Pubblici a Firenze: dall'Ottocento a oggi, Firenze, Edifr, 1998, pp. 380-381; Stefania Bertano, Angelamaria Quartulli, Gaetano Baccani architetto nella Firenze dell'ultima stagione lorenese, Firenze, Polistampa 2002, pp. 65-66 (Palazzo Aldobrandini Borghese in Borgo Pinti); Francesca Carrara, Una visita agli orti della Mattonaia nella città leopoldina, in Francesca Carrara, Valeria Orgera, Ulisse Tramonti, Firenze. Piazza d'Azeglio alla Mattonaia, Firenze, Alinea, 2003, pp. 22-43, pp. 24-25 (Palazzo Salviati); Cola Rienzo Mannucci, Il giardino del Borgo: un antico giardino che rinasce nel Quartiere 1, Firenze, Centro Sociale Gaetano Barbieri, 2004; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 204-205; Claudio Paolini in Claudio Paolini, Hosea Scelza, Borgo Pinti: una strada fiorentina e la sua chiesa, Firenze, Polistampa, 2018, pp. 115-118, n. 33.
Documentazione fotografica Archivio fotografico SBAP, Firenze: 100811, 100812 (vedute d'insieme del prospetto, 1979); 100813, 100814 (particolari del portale, 1979); 100976 (veduta del prospetto verso il giardino, 1979); 100977, 100978 (particolari di fontane nel giardino, 1979); 100979, 100980, 100981, 100982, 100983, 100984, 100985, 100986, 100987 (vedute degli spazi interni con riferimento alle scale e alle superfici decorate, 1979).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalle voci Casino Salviati e Giardino del Borgo su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 04/05/2021
Data ultimo sopralluogo 08/01/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags giardino, stemma familiare.
Localizzazione
Contatti note tecniche e legali
 
Copyright © 2011 - 2021 Palazzo Spinelli - Associazione No Profit
Copyright © 2011 - 2021 Claudio Paolini