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Quartiere San Giovanni
Ubicazione Via Camillo Cavour 55- 57- 59
Denominazione Casino Mediceo di San Marco
Altre denominazioni Casino Reale, casino delle Regie Guardie, caserma della Guardia Imperiale, palazzo del Buontalenti, palazzo della Dogana, palazzo della Corte d'Appello
Affacci via San Gallo 50- 52
Proprietà Medici, demanio dello Stato.
Architetti - Ingegneri Buontalenti Bernardo, Silvani Gherardo, Del Rosso Giuseppe, de Cambray Digny Luigi, Fortini Cesare, Comotto Paolo, Pistoi Vittorio, Mazzei Francesco Mazzeo, Coppedè Adolfo.
Pittori - Scultori - Decoratori Fontebuoni Anastasio, Cinganelli Michelangelo, Boschi Fabrizio, Rosselli Matteo, Vannini Ottavio, Salvestrini Bartolomeo, Vanni Giovanni Battista, Confortini Jacopo, Pugliani Domenico, Vignali Jacopo, Tarchiani Filippo.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche In quest'area era la famosa Accademia degli Orti Medicei, presieduta da Bertoldo e voluta da Lorenzo il Magnifico per i suoi artisti, delimitata da alcune piccole costruzioni per lo più prospicienti via degli Arazzieri e via San Gallo e di pertinenza della Compagnia di Tessitori di Drappi. Queste erano state acquistate da Ottaviano de' Medici e quindi pervenute tra i beni del duca Cosimo I. L'edificio che oggi si apprezza e che si sviluppa con un lungo fronte sull'attuale via Cavour, è tuttavia da ricondurre a un progetto di Bernardo Buontalenti (1568 -1574), pensato, in sintonia con la storia del luogo, come regale officina e luogo di studio di Francesco I de' Medici (qui, tra l'altro, furono compiute le prime esperienze volte all'imitazione della porcellana orientale e qui, nel 1588, trovò la sua prima sede l'Opificio delle Pietre Dure, istituito per disciplinare le molte maestranze impiegate nella lavorazione dei materiali litici rari). Per il periodo nel quale fu residenza di varie personalità della famiglia Medici (tra queste don Antonio, figlio di Francesco ma di dubbia legittimità e al quale la proprietà venne ceduta in cambio della rinuncia ai diritti dinastici), Walther Limburger segnala ulteriori lavori eseguiti su progetto di Gherardo Silvani. Negli interni varie sono le stanze affrescate e di grande bellezza, in particolare nell'ambito di un ciclo decorativo teso a glorificare i granduchi medicei, promosso dal cardinal Carlo de' Medici essendo ancora vivo il fratello Cosimo II. Ai lavori, iniziati nell'autunno del 1621 e conclusisi nel luglio 1623, presero tra l'altro parte Anastasio Fontebuoni, Michelangelo Cinganelli, Fabrizio Boschi, Matteo Rosselli, Ottavio Vannini e, tra gli aiuti, Bartolomeo Salvestrini, Giovanni Battista Vanni, Jacopo Confortini, Domenico Pugliani e Jacopo Vignali. Filippo Tarchiani, sempre entro il 1623, eseguì la decorazione della cappella con Storie della vita di San Giuseppe (restaurate nel 1967). Alla morte del cardinale Carlo l'edificio fu spogliato dei suoi arredi e per lungo tempo rimase inutilizzato, quindi, con i Lorena, fu destinato prima a caserma della cavalleria della Guardia Nobile o Guardia Imperiale (fino al 1846), poi ad ospitare gli uffici della Dogana. Negli anni di Firenze Capitale (1865-1871) la fabbrica - già interessata da lavori diretti nel 1804 da Giuseppe Del Rosso e nel 1815 da Luigi de Cambray Digny - fu adattata dall'ingegnere Cesare Fortini dipendente dall'architetto Paolo Comotto per accogliere gli uffici del Ministero delle Finanze (e successivamente quelli della Direzione Generale del Demanio e Tasse con lavori diretti dell'ingegnere Vittorio Pistoi dipendente dall'ingegnere Francesco Mazzei): "quest'ultima destinazione tolse completamente ogni grandiosità alle vaste sale che prima vi si ammiravano, poiché fu necessario di adattarvi una numerosa falange d'impiegati, causando una divisione minutissima di locali" (Covoni), il che non toglie che ancor oggi la fabbrica si presenti "nella sua sostanziale intierezza strutturale" (Fara). Successivamente divenne sede della Corte d'Appello e, attorno al 1908-1913, nell'ambito di un progetto teso a riunire in un unico luogo le magistrature giudicanti, l'architetto Adolfo Coppedè elaborò un progetto di completo riordinamento della fabbrica quale sede del tribunale civile e penale di Firenze, poi non eseguito. Agli anni 1935-1940 - come attestano i molti disegni presso l'Archivio Storico comunale - si datano ulteriori progetti per la trasformazione del complesso in palazzo di Giustizia. Dopo essere stato sede della Procura Generale della Repubblica, con il trasferimento degli uffici nel nuovo palazzo di Giustizia a Novoli (2012) il complesso è stato messo a disposizione dal demanio all'Università Europea, come sede per la School of Transnational Governance. Il complesso cantiere di restauro, ristrutturazione ed adeguamento è stato avviato nel 2019. Per quanto riguarda gli interventi che hanno interessato la struttura nel corso del Novecento ricordiamo i seguenti cantieri: del 1906, per il restauro dei pietrami delle finestre del piano terreno, del portale e del terrazzo; del 1911 per il restauro della facciata nel suo complesso; del 1939-1942 per ulteriori interventi sul fronte con particolare riferimento agli elementi lapidei; del gennaio 1941 per il restauro dei mensoloni. Del 21 settembre 1942 è una proposta di legge per la cessione del complesso demaniale al Comune di Firenze. Del 4 luglio 1962 è una documentazione relativa al controllo della statica delle volte affrescate al piano terreno, al 1967 si attestano lavori negli spazi interni per le esigenze degli uffici della Procura Generale della Repubblica, del 1970-1971 è un intervento alle coperture. Sulla facciata di via Camillo Cavour, intonacata e severa, risalta il bellissimo complesso centrale formato da portone e terrazza (dal 2009 occultato alla vista da un ponteggio), esemplare nel repertorio architettonico figurativo del Buontalenti, nonostante apparisse a Federico Fantozzi (1842) "troppo grave, ornato bizzarramente e con profili insignificanti e privi di grazia". Ben diverso il giudizio frutto della sensibilità moderna (ampiamente documentato dalla ricca bibliografia sull'edificio), così sintetizzato nelle parole di Carlo Cresti (in Firenze 1992): "Un portale con accartocciamenti quasi cartilaginei, mensole inginocchiate con teste e zampe animalesche, conchiglioni di pietra e festoni appesi sotto le balaustre inginocchiate, musi di ariete messi in conclusione delle mostre verticali di finestre, una bertuccia che emerge da sotto le valve di una lignea conchiglia (a figurare il passaggio dall'elemento inanimato a quello animato) stanno a rispecchiare le inclinazioni eccentriche e saturnine del principe, e a simboleggiare le attività 'magiche' che si svolgevano entro questa elitaria 'officina'". Nel cortile è una fontana con una statua di Diana attribuita alla scuola del Giambologna. Il complesso appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia
dettaglio
Ruggieri 1722-1728, I, 1722, tavv. 52-57; Del Bruno 1757, pp. 24-25; Cambiagi 1765, p. 39; Cambiagi 1771, pp. 38-39; Cambiagi 1781, pp. 35-36; Lastri 1821, II, pp. 82-87; Thouar 1841, p. 380; Fantozzi 1842, pp. 437-438; Fantozzi 1843, pp. 184-185, n. 438; Firenze 1845, p. 57; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, II, 1846, pp. 497, 558; III, 1846, pp. 643-644, 336, 354; Formigli 1849, pp. 57-58; Firenze 1850, pp. 269-270; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, pp. 130-131; Elenco 1902, p. 248; Limburger 1910, n. 405; Garneri 1924, pp. 230-231, n. XXIV; Barfucci 1958, pp. 151-154; Limburger-Fossi 1968, n. 405; Bucci-Bencini 1971-1973, II, 1973, pp. 25-31; Fanelli 1973, I, pp. 298-299; II, p. 83, figg. 465-470; Firenze 1974, p. 248; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 230; Cresti-Zangheri 1978, p. 75; Roselli 1985, pp. 72-73, n. 26; Carlo Cresti in Firenze 1992, p. 129, n. 93; Vannucci 1995, pp. 215-218; Zucconi 1995, p. 91, n. 126; Bertocci 1998, pp. 209-213, nn. 217-224; p. 256, n. 319; Cesati 2005, I, p. 152; Firenze 2005, p. 321; Invernizi 2007, I, p. 119, n. 96; Paolini-Vaccaro 2011, pp. 96-100, n. 41.
Approfondimenti Marco Lastri, Orti Medicei, Scuola di belle arti, poi Casino Reale, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, II, pp. 137-141; Pier Filippo Covoni, Il Casino di San Marco costruito dal Buontalenti ai tempi medicei, Firenze, Tipografia Cooperativa, 1892; Pier Filippo Covoni, Don Antonio de' Medici al casino di San Marco, Firenze, Tipografia Cooperativa, 1893; Il Casino di San Marco, in "Arte e Storia", XXIV, 1905, 23/24, p. 190; Lorenzo Gori Montanelli, Giudizio sul Buontalenti architetto, in "Quaderni dell'Istituto di Storia dell'Architettura", 1961, 31/48, pp. 207-224; Giovanni Klaus Koenig, Finestre fiorentine della seconda metà del Cinquecento, in "Quaderno dell'Istituto di Elementi di Architettura e Rilievo dei Monumenti, 1963, 2/3, pp. 17-71; In restauro la cappella del palazzo Buontalenti, in "La Nazione", 10 novembre 1967; Yvonne Hackenbroch, Two Montelupo storage jars commissioned by Don Antonio de' Medici, in "Antichità Viva", XV, 1976, 6, pp. 56-62; Julian Kliemann, Zeichnungsfragmente aue der Werkstatt Vasaris und ein unbekanntes Programm Vincenzio Borghini für das Casino Mediceo in Florenz, in "Jahrbuch der Berliner Museen", XX, 1978, pp. 156-208; Amelio Fara, Buontalenti: architettura e teatro, Firenze, La Nuova Italia Editrice, 1979; Variorum architectorum delinationes portarum et fenestrarum, quae in urbe Florentiae reperiuntur..., a cura di Luigi Zangheri, in Il disegno interrotto, I, Testi e documenti, a cura di Franco Borsi et al., Firenze, Gonnelli, 1980, pp. 323-371; Maria Di Benedetto, Regesto dei 'restauri' progettati ed eseguiti da Giuseppe Del Rosso, in Dalla 'libreriola' dell'architetto fiorentino Giuseppe Del Rosso, catalogo della mostra (Firenze, Biblioteca Riccardiana, 3 giugno-3 agosto 1983) a cura di Giuliana Alessandri Stoppini, Firenze, Centro Di, 1983, pp. 54-56; Cristina Frulli, Alessandro de' Medici al Casino di San Marco, in "Antichità Viva", XXVIII, 1989, 1, pp. 25-31; Osanna Fantozzi Micali, Proposte per un nuovo palazzo di giustizia nel centro di Firenze nella prima metà del Novecento, in "Quaderni di Storia dell'Architettura e Restauro", 1992, 6-7, pp. 100-111; Piera Bocci Pacini, Nota in margine a 'Boboli '90', in "Prospettiva", 1999 (2000), 95/96, pp. 59-71; Fernando Loffredo, La vasca del 'Sansone' del Giambologna e il 'Tritone' di Battista Lorenzi in un'inedita storia di duplicati (con una nota sul 'Miseno' di Stoldo per la villa dei Corsi), in "Saggi e Memorie di Storia dell'Arte", 2012 (2013), 36, pp. 57-114; Denise Ulivieri, Laura Benassai, Un (altro) architetto per la Capitale. Francesco Mazzei "valente e modesto" restauratore a Firenze, in "Annali della Storia dei Firenze", X-XI, 2015-2016 (2016), pp. 237-266; Olga Mugnaini, Lo Stato ci regala 16 palazzi. E il centro si trasforma, in "La Nazione", 25 febbraio 2017; Passa all'Università Europea il palazzo della ex Corte d'Appello, in "la Repubblica", 20 ottobre 2018.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: FBQ-F-000123-0000 (portale, 1876-1881); ACA-F-001926-0000 (veduta d'insieme del prospetto in scorcio, 1890 circa); ACA-F-001927-0000 (portale, 1890 circa); ACA-F-001928-0000 (finestra terrena, 1890 circa). Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0072216 (veduta di scorcio del prospetto su via Cavour); 0072443, 0072445, 0072446, 0072448, 0072451, 0072452, 0072454, 0072456, 0072458 (documentazione relativa alla sala e agli affreschi raffiguranti Storie dei granduchi medicei); 0099020, 0099021 (affreschi interni); 0106189, 0106192, 0106196, 0106199, 0106201, 0106205, 0106208 (documentazione relativa alla sala e agli affreschi raffiguranti Storie dei granduchi medicei). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 61333, 61334, 61335, 61336, 61337, 61338, 61339, 61340, 61340, 61341, 61342, 61343, 61344, 61345, 61346, 61347, 61348, 61349, 61350, 61351, 61352, 61353, 61354, 61355, 61356, 61357, 61358, 61359, 61360, 61361, 61362, 61363, 61364, 61365, 61366, 61367, 61368 (documentazione relativa ai lavori eseguiti negli spazi interni, 1967). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 2963, 2964, 2965, 2966, 2967, 2968, 2969, 2970, 2971, 2972, 2973, 2974, 2975, 2976, 2977, 2978 (particolari degli elementi lapidei dei prospetti, 1940 circa); 3796, 3797, 3798, 3799, 3800, 3801, 3802, 3803, 3804, 3805, 3806, 3807, 3808, 3809, 3810, 3811, 3812, 3813, 3814, 3815, 3816, 3817, 3818, 3819 (particolari degli elementi lapidei del prospetto principale durante l'intervento di restauro, 1942); 6381, 6382, 6383, 6384 (veduta d'insieme del prospetto e del muro su via Cavour, 1940 circa); 52213, 52214, 52215, 52216, 52217, 52218 (documentazione relativa ad un intervento alle coperture, 1970); 52340, 52341, 52342, 52343 (vedute delle coperture dopo il restauro, 1970); 54649, 54650, 54651, 54652, 54653, 54654, 54655, 54656, 54657, 54658, 54659, 54660 (documentazione relativa all'intervento di restauro del portone principale, 1970); 56429, 56430, 56431, 56432 (documentazione relativa ad un intervento alle coperture, 1971); 136520, 136521, 136522, 136523, 136524, 136525, 136526, 136527 (vedute d'insieme e particolari degli spazi interni con riferimento alle superfici affrescate, 1985); 136844, 136845, 136846, 136847, 136848, 136849, 136850, 136851, 136852, 136853, 136854, 136855, 136856, 136857, 136858, 136859, 136860, 136861, 136862, 136863, 136864 (vedute degli spazi interrati dell'edificio durante l'intervento di restauro, 1985); 137063, 137064, 137065, 137066 (vedute d'insieme e particolari degli spazi interni con riferimento alle superfici affrescate, 1985); 143471, 143472, 143473, 143474, 143475, 143476, 143477, 143478, 143479, 143480, 143481, 143482, 143483, 143640, 143641, 143642, 143643, 143644, 143645, 143646, 143647, 143648, 143649, 143650, 143651, 143652, 143653, 143654, 147615, 147616, 147617, 147618, 147619, 147620, 147621, 147622, 147623, 147624, 147625, 147626, 147627, 147628, 147629, 147630, 147909, 147910, 147911, 147912, 147913, 147914, 147915, 147916, 147917, 147918, 147919, 147920, 147936, 147937, 147938, 147939, 147940, 147941, 147942, 147943, 147947, 147948, 147949, 147950, 147951, 147952, 147953, 147954 (vedute d'insieme e particolari degli spazi interni con riferimento alle superfici affrescate, 1987); 149884, 149885, 149886, 149887, 149888, 149889, 149890, 149891, 149892, 149893, 149894, 149895, 149896, 149897 (vedute d'insieme e particolari degli spazi interni con riferimento alle superfici affrescate, 1988); 160448, 160449, 160450, 160451, 160452, 160453, 160454, 160455 (vedute d'insieme e particolari degli spazi interni con riferimento alle superfici affrescate, 1991).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Casino Mediceo di San Marco su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 14/11/2008
Data ultima modifica 25/09/2021
Data ultimo sopralluogo 06/03/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Campo in corso di revisione.
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