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Quartiere Santa Croce
Ubicazione Piazza del Grano
Denominazione Loggia del Grano
Altre denominazioni Palco del Grano, Munizione del Grano
Affacci via de' Neri, via del Castello d'Altafronte
Proprietà Nessun dato rilevato.
Architetti - Ingegneri Parigi Giulio, Scala Andrea, Baroni Nello.
Pittori - Scultori - Decoratori Fancelli Chiarissimo, Biliotti Alfonso.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche La loggia fu fatta costruire da Cosimo II nel 1619 su disegno di Giulio Parigi nel luogo dove già dal 1359 era un deposito di cereali e dove di conseguenza si svolgeva la vendita delle granaglie, in modo da sostituire la precedente struttura oramai inadatta alle necessità cittadine con un edificio qualificato (in ragione dell'importanza oramai assunta dalla zona prossima al Palazzo Vecchio) e comunque sempre destinato a mercato coperto e, al piano superiore, a deposito del grano. L'architetto "fece un vago, e comodo loggiato d'ordine Toscano, e forse il più bello che si veda per tali effetti: la loggia è scompartita in sei divisioni, avente quattro pilastri, e otto colonne. Un'altezza proporzionata, che la sveltisce, a fronte dell'ordine stesso che deve curvare, la rende oltremodo bella, e degna di servire per esempio di lavori di simil genere" (Follini-Rastrelli 1795). Gli stessi Vincenzio Follini e Modesto Rastrelli, a sottolineare il pregio della fabbrica, ne forniscono l'immagine con un'incisione in rame, precisando che sul fondo del loggiato erano stati ricollocati alcuni elementi provenienti dal più antico edificio, noto come Palco del Grano: "si osservano ancora alla parete in alto le tre Armi, del Popolo, della Città, e di Parte Guelfa; e vi è nel mezzo l'Insegna dello Staio: come pure si vedono le due torri, impresa de' Capitani di Torre, che presiedevano a tali vendite". Tali elementi, risalenti al XIV secolo, sono ancora presenti ai lati del portone posto al centro della parete di fondo della loggia e, più precisamente, sono attualmente così disposti: a destra del portone uno scudo con il Giglio di Firenze, seguito dall'insegna dei Capitani di Torre posta sopra un cartiglio che reca un bando dei Signori Otto di Guardia e Balia che proibisce di giocare e "fare sporcitie" sotto la loggia e nei suoi paraggi, a sua volta seguito da uno scudo che reca l'insegna del Popolo di Firenze; a sinistra del portone uno scudo con l'insegna dello staio colmo di grano, seguito dalla torre con il sottostante bando (che ripete con leggere varianti quanto già annotato), a sua volta seguito da uno scudo con l'insegna di parte Guelfa. Tutti gli elementi sono sufficientemente leggibili nonostante una certa erosione dell'antica pietra. Successivamente, e almeno dal 1843, la struttura fu occupata dalla Società Tipografica sopra le Logge del Grano (successivamente Stamperia delle Logge) e il loggiato chiuso con un assito fino all'altezza dei capitelli. Nel 1868, trasferitasi la tipografia in piazza Mentana, l'edificio fu soprelevato e, occupando ulteriori spazi dell'edificio adiacente, trasformato in teatro dall'architetto Andrea Scala (come un tempo si leggeva su una targhetta in marmo all'esterno della loggia trascritta da Bigazzi), su commissione dell'attore Tommaso Salvini, al tempo proprietario dell'immobile, intitolato prima teatro della Loggia e quindi teatro Salvini. Ai primi del Novecento gli stessi spazi furono adibiti a caffè concerto (Folies Bergère), per essere più tardi destinati a proiezioni cinematografiche, con la denominazione di Cinema Imperiale (1935). Tra il 1954 e il 1957 l'edificio fu ridisegnato ad opera dell'architetto Nello Baroni, continuando ad ospitare una sala cinematografica denominata Capitol (si veda a via de' Castellani). Dismessi i precedenti usi, nei primi anni novanta, la loggia ha ospitato un mercatino etnico, poi un ristorante, poi una libreria su bancarelle all'aperto. Il busto di Cosimo II, armato e con la croce di Santo Stefano, indicato dall'iscrizione come Pater pauperum e posto sull'arco mediano che guarda a via de' Neri, è di Chiarissimo Fancelli (Filippo Baldinucci) e, dopo un intervento del 1973 dovuto ad Alfonso Biliotti, è stato restaurato nel 2016 nell'ambito del progetto FLIC (Florence I Care) promosso dal Comune di Firenze. La fontana marmorea all'angolo, per lo più segnalata dalla letteratura come opera dello stesso Fancelli, è in realtà ricordata nel Follini-Rastrelli (1795) come più tarda, "quasi moderna". Nonostante i suoi tratti tardomanieristi (si veda la fontana dello Sprone alla quale si ispira) risulta in effetti inaugurata nel 1764, per iniziativa del governo della Reggenza lorenese. Anche relativamente a questa si segnala il recente intervento di restauro, eseguito nell'estate del 2014, sempre realizzato nell'ambito del progetto FLIC (Florence I Care) promosso dal Comune di Firenze. Rimane invece da intervenire sulla struttura nel suo complesso che, attualmente, si mostra al terreno chiusa da ponteggi provvisionali per il rischio di caduta di materiali lapidei. La loggia appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia
dettaglio
Del Bruno 1757, p. 57; Cambiagi 1765, p. 86; Cambiagi 1771, pp. 86-87; Cambiagi 1781, p. 83; Follini-Rastrelli 1789-1802, VI, 1795, pp. 227-229; Thouar 1841, p. 386; Fantozzi 1842, pp. 157-158, n. 9; Fantozzi 1843, p. 138, n. 306; Firenze 1845, pp. 203-204; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, IV, 1846, p. 421; Formigli 1849, pp. 177-178; Firenze 1850, pp. 206-207; Bigazzi 1886, pp. 60-61; Elenco 1902, p. 251; Illustratore fiorentino (1909) 1908, p. 9; Limburger 1910, n. 339; Illustratore fiorentino (1915) 1914, pp. 81-83; Bertarelli 1922, p. 85; Garneri 1924, pp. 144-145, n. XIV; Bertarelli 1937, p. 170; Limburger-Fossi 1968, n. 339; Palazzi 1972, pp. 241-242, nn. 467-471; Firenze 1974, pp. 182-183; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, pp. 317-318; Cresti-Zangheri 1978, p. 215; Cresti 1982, pp. 44-45; Borsi-Maresca 1984, pp. 71-72; Mucci 1990, p. 190; Bianca 1995, pp. 114-118; Cesati 2005, I, p. 142; Cesati 2005, I, p. 418; Firenze 2005, pp. 396-397; Stefania Galante in Atlante del Barocco 2007, p. 428, n. 155; Invernizi 2007, I, pp. 306-309, nn. 274-275; Paolini 2009, pp. 200-201, n. 276.
Approfondimenti Marco Lastri, Piazza del Grano, sua storia, e regolamenti, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, IX, pp. 52-58; Guido Carocci, Piazza del Grano, in "L'Illustratore fiorentino", Calendario Storico anno 1915, XII, 1914, pp. 81-83.
Documentazione fotografica Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 10609, 15796 (particolare del busto di Cosimo II dopo il restauro eseguito da Alfonso Biliotti, 1973); 61251, 51510 (veduta parziale della loggia con il busto di Cosimo II, 1979). Campo in corso di revisione.
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Loggia del Grano su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE FI0656A
ID univoco regionale 90480171326
Data creazione 17/03/2017
Data ultima modifica 13/05/2021
Data ultimo sopralluogo 19/01/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags mercato, teatro, sala da caffè, cinema, scultura, busto, iscrizione, fontana, stemma civile, bando.
Localizzazione
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