Home Il progetto Ricerca nel Repertorio Piante e Vedute Temi e Itinerari Indici Link Crediti Contatti
Ricerca nel Repertorio
Denominazione Modulo di ricerca
Ubicazione
Proprietà
Architetti - Ingegneri
Pittori - Scultori - Decoratori
Uomini illustri
Testo
Per ottimizzare la ricerca è consigliabile digitare una sola parola chiave per campo (es.: Bardi, anziché via de’ Bardi).
Per ulteriori suggerimenti si veda a:


Struttura della banca dati
 
Scheda Palazzina della Livia Torna ai risultati della ricerca
Versione stampabile della scheda
Quartiere San Giovanni
Ubicazione Via Camillo Cavour 51
Denominazione Palazzina della Livia
Altre denominazioni Casino Reale, casino Imperiale, casino della Livia
Affacci via degli Arazzieri 2- 4
Proprietà demanio dello Stato (bene in uso alla P.A. Centrale).
Architetti - Ingegneri Fallani Bernardo, Buontalenti Bernardo, Fortini Cesare, Camotto Paolo, Nasi Nicola, Mazzei Francesco Mazzeo.
Pittori - Scultori - Decoratori Del Moro Giuseppe.
Uomini illustri Malfatti Raimondi Livia.
Note storiche Già attribuita al Buontalenti, la palazzina è da riferire all'attività di Bernardo Fallani, che la eresse tra il 1775 e il 1780 su commissione di Pietro Leopoldo di Lorena quale sede di un ufficio granducale, nella zona già occupata dai laboratori degli arazzieri. Dal 1786 fu residenza della ballerina Livia Malfatti Raimondi, amante del granduca, il cui nome è stato indissolubilmente legato alla piccola fabbrica. Mantenuto l'uso di abitazione fino agli anni di Firenze Capitale, l'edificio fu individuato nel 1865 per ospitare parte degli uffici della Direzione Generale del Demanio e Tasse. I primi lavori di adattamento (quando la sede sembrava dover essere provvisoria) furono limitati e diretti dall'ingegnere Cesare Fortini dipendente dall'architetto Paolo Camotto, quindi, diventata questa sede definitiva, dall'ingegnere Nicola Nasi dipendente da Francesco Mazzei. Al Nasi, tra l'altro, si deve la costruzione di un ulteriore piano del corpo di fabbrica addossato al casino su via degli Arazzieri (numeri civici 2-4), così da raggiungere l'altezza del casino stesso ("un orrendo bubbone, un'escrescenza imposta al volume originale senza alcuna grazia", commenta Mario Bucci 1973). Lavori di restauro al complesso sono documentati al 1897. Negli ultimi decenni la palazzina vera e propria ha ospitato il Circolo Ufficiali di presidio. Il fronte principale è chiaramente ispirato all'architettura fiorentina tardo rinascimentale (il che spiega la tradizionale quanto falsante attribuzione a Bernardo Buontalenti) ed è costituito da un ampio portone ad arco, incorniciato da bugnato, con due finestre inginocchiate ai lati. Al primo piano si apre un balcone con un finestrone e, ai fianchi, altre due finestre chiuse da timpani semicircolari, a riprendere il motivo del portone e a creare una variante rispetto all'apertura del finestrone centrale e delle due finestre inferiori, coronate da timpani triangolari. Ad impreziosire ulteriormente il prospetto sono, al di sotto della cornice marcapiano centrale, due rotelle con figure simboliche (una con l'ancora e il delfino, l'altra con cornucopie e il caduceo). Più semplici i prospetti su via degli Arazzieri e sul giardino posteriore, chiuso da un alto muro, a occupare una porzione dell'antico giardino di San Marco. Gli interni mantengono alcune sale affrescate, come quella detta delle Finte Rovine, posta al piano terreno e in comunicazione con il giardino, dovuta a Giuseppe Del Moro (gli spazi interni - documentati come in condizioni di notevole degrado negli anni ottanta - sono stati fatti oggetto di un accurato intervento di restauro negli anni 1988-1990). Nonostante la scarsa fama dell'architetto che ne è autore, il piccolo edificio ha goduto tra Ottocento e Novecento di una notevole fortuna (tanto da essere retrodatato come dicevamo al Cinquecento, quasi che questo ne nobilitasse la storia), ed è stato modello di riferimento fondamentale per la tanto amata tipologia del 'villino', in particolare tra la seconda metà dell'Ottocento e i primi del successivo. I motivi di tale fortuna sono bene riassunti da Gino Chierici che, negli anni cinquanta, ancora restituiva i sentimenti che avevano animato più di una generazione di architetti nel riferirsi a questo casino. "Qui tutto è creato con delicata sensibilità. L'insieme portale balcone finestra sull'asse della fronte, rappresenta una successione di forme avvicendantisi con composta aspirazione verso l'alto e concluse con un timpano rettangolare, che sormonta i laterali quanto basta ad esprimere l'idea senza turbare l'armonia dell'insieme; i due tondi animati da bassorilievi simbolici equilibrano il composto balcone, solidale attraverso le mensole con le lesene della porta; le doppie cornici orizzontali, al primo piano, allacciano gli spigoli bugnati mettendo in rilievo le perfette proporzioni della breve facciata... L'evoluzione del gusto ha approvato le conquiste più audaci di quel barocco che sta per tramontare, ma questo palazzetto è rimasto attaccato ad un sogno lontano e l'ha rivissuto con tanta amorosa aderenza che qualcuno l'ha ritenuto opera cinquecentesca". Il casino appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia
dettaglio
Thouar 1841, p. 404; Fantozzi 1843, p. 84, n. 175; Firenze 1845, p. 57; Formigli 1849, p. 57; Firenze 1850, p. 270; Stegmann-Geymüller 1885-1908, X, tav. 6; Elenco 1902, p. 250; Limburger 1910, n. 377; Garneri 1924, p. 230, n. XXIII; Chierici 1952-1957, III, 1957, p. 448; Bucci-Bencini 1971-1973, II, 1973, pp. 21-23; Fanelli 1973, I, p. 369; Firenze 1974, p. 239; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, pp. 229-230; II, 1977, p. 206; Roselli 1985, p. 70, n. 24; Rosamaria Martellacci in Firenze 1992, p. 172, n. 130; Vannucci 1995, pp. 197-199; Zucconi 1995, p. 112, n. 171; Cesati 2005, I, p. 152; II, p. 592; Cesati (Piazze) 2005, p. 238; Firenze 2005, p. 306; Paolini-Vaccaro 2011, pp. 87-90, n. 37; Brunori 2012, p. 51, n. 1.
Approfondimenti Restauri di fabbriche, in "Arte e Storia", XVI, 1897, 19, p. 152; Litta Maria Medri, Le pitture murali del salone a piano terreno della palazzina Livia in piazza San Marco, in "Notizie di Cantiere", 1989, pp. 81-87; Litta Maria Medri, Le pitture murali del salone a piano terreno della palazzina Livia in piazza San Marco a Firenze, in Studi di storia dell'arte sul Medioevo e il Rinascimento nel centenario della nascita di Mario Salmi, Firenze, Polistampa, 1992, II, pp. 819-822; Francesca Fiorelli Malesci, La palazzina Livia: architettura e decorazione nella Firenze leopoldina, in "Paragone Arte", XLV, 1994, n.s., 529-533 (Gli allievi per Mina Gregori), pp. 282-288; Lisa Leonelli, La palazzina della Livia, in Fasto di corte. La decorazione murale nelle residenze dei Medici e dei Lorena, IV, L'età lorenese. La Reggenza e Pietro Leopoldo, a cura di Roberta Roani, Firenze, Edifir, 2009, pp. 201-206; Denise Ulivieri, Laura Benassai, Un (altro) architetto per la Capitale. Francesco Mazzei "valente e modesto" restauratore a Firenze, in "Annali della Storia dei Firenze", X-XI, 2015-2016 (2016), pp. 237-266.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: FBQ-F-000122-0000 (particolare del portone con il balcone, 1881-1887); ACA-F-001924-0000 (insieme della facciata verso la piazza, 1890 circa); ACA-F-001925-0000 (particolare del portone con il balcone, 1890 circa); ACA-F-036304-0000 (cortile interno, 1936 circa); ACA-F-036305-0000 (fontana del cortile, 1936 circa). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 21048, 21049, 21050, 21051 (particolari dei fregi decorativi del prospetto principale durante l'intervento di restauro, 1960); 60606, 60607, 60608 (vedute d'insieme del prospetto principale, 1972); 141756, 141757, 141758, 141759, 141760, 141761, 141762, 141763, 141764, 141765 (vedute d'insieme e particolari degli spazi interni affrescati prima dell'intervento di restauro, 1986); 141933, 141934, 141935, 141936, 141937, 141938 (vedute d'insieme e particolari degli spazi interni affrescati prima dell'intervento di restauro, 1986); 151999 (veduta d'insieme del prospetto sulla piazza, 1988); 152000, 152001, 152002, 152003, 152004, 152005, 152006, 152007, 152008, 152009, 152010, 152011, 152012, 152013, 152014, 152015, 152016, 152017, 152018, 152019 (vedute d'insieme e particolari degli spazi interni affrescati prima dell'intervento di restauro, 1988); 152479, 152480, 152481 (particolari di una volta affrescata con prove di pulitura, 1988); 155926, 155926, 155928 (vedute d'insieme del salone del primo piano, 1989); 156263, 156264, 156265, 156266, 156267, 156268, 156269, 156270, 156271, 156272, 156273, 156274, 156275, 156276, 156277 (vedute d'insieme e particolari delle superfici affrescate prima dell'intervento di restauro, 1989); 157431, 157432, 157433, 157434, 157435, 157436, 157437, 157438, 157439, 157891, 157892, 157893, 157894, 157895, 157896, 157897, 157898 (vedute d'insieme e particolari delle superfici affrescate dopo l'intervento di restauro, 1990); 158868, 158869, 158870, 158871, 158872, 158873, 158881, 158882 (vedute d'insieme e particolari delle superfici affrescate dopo l'intervento di restauro, 1990); 170477, 170478, 170479, 170480, 170481, 170482, 170483, 170484, 170485, 170486, 170487, 170488 (vedute d'insieme delle sale interne dopo gli interventi di restauro, 1993).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzina della Livia su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 14/11/2008
Data ultima modifica 19/04/2021
Data ultimo sopralluogo 06/03/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Campo in corso di revisione.
Localizzazione
Contatti note tecniche e legali
 
Copyright © 2011 - 2021 Palazzo Spinelli - Associazione No Profit
Copyright © 2011 - 2021 Claudio Paolini