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Ricerca nel Repertorio
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Quartiere Santa Croce
Ubicazione Via di Mezzo 46
Denominazione Palazzo Mormorai
Altre denominazioni .
Affacci borgo Pinti 20
Proprietà Paoli, Mormorai, Carobbi.
Architetti - Ingegneri Sadler.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Giambologna (Jean de Boulogne, d.).
Note storiche Si tratta di un grande casamento di carattere cinque seicentesco (ma si vedano le risultanze delle ricerche di Emanuela Ferretti che porterebbero a una datazione settecentesca), a tre piani più un mezzanino, con un fronte su borgo Pinti organizzato su nove assi che, dopo aver segnato la cantonata con via di Mezzo, prosegue su questa strada per altri cinque assi fino a un grande portone monumentale segnato da un'arme d'azzurro al toro furioso, identificabile con quella della famiglia Carobbi di Bologna. Pur nella sua estrema semplicità (ampie superfici intonacate su cui si dispongono finestre rettangolari profilate da listre di pietra) denota grande dignità, sia per la sua mole, sia per i criteri che hanno guidato l'ultimo intervento di restauro durante il quale si è consolidato l'esistente senza ricorrere a integrazioni (ma questo a discapito degli elementi lapidei superstiti). Secondo Emanuela Ferretti "venne probabilmente edificato dalla famiglia Paoli poco dopo il 1729", anno nel quale questa avrebbe acquistato una porzione del laboratorio già del Giambologna. Sempre sulla base delle ricerche della studiosa, nel 1761 la proprietà sarebbe passata ai Mormorai. Le indicazioni, peraltro, trovano parziale conferma nelle note di Gaetano Cambiagi che, nel seconda edizione dell'Antiquario fiorentino del 1771, parlando dell'antistante dimora dei Roffia, precisa come "rimpetto è l'abitazione de' Paoli, ora de' Mormorai fatta col disegno del Sadler". Successivamente il palazzo pervenne alla famiglia Carobbi, ai quali si deve l'ingresso monumentale su via di Mezzo, realizzato nella seconda metà dell'Ottocento, come peraltro documenta la presenza dell'arme prima segnalata. "La struttura dell'edificio sembrerebbe rifarsi a esempi plurifamiliari di natura intensiva che si vanno diffondendo dalla metà del '700: in questo caso la traduzione di un discreto 'decoro' è affidata alla semplicità delle cornici delle aperture in pietra bigia che interrompono vaste superfici intonacate e al lineare portone centinato inserito in una cornice trabeata che si apre su borgo Pinti. I due fronti presentano all'estremità due paraste che da un alto basamento giungono fino all'imposta della copertura, sostenendo una semplificata trabeazione" (Emanuela Ferretti). Si lamentano alcune cadute d'intonaco e varie scritte imbrattanti al livello del piano terreno. Per i riferimenti al 'laboratorio di Giambologna' si veda borgo Pinti 24- 26.
Bibliografia
dettaglio
Cambiagi 1771, p. 74; Cambiagi 1781, p. 69; Emanuela Ferretti in Atlante del Barocco 2007, p. 419, n. 122; Paolini 2008, p. 124, n. 182; Paolini 2009, pp. 191-192, n. 261.
Approfondimenti Claudio Paolini in Claudio Paolini, Hosea Scelza, Borgo Pinti: una strada fiorentina e la sua chiesa, Firenze, Polistampa, 2018, pp. 44-45, n. 7.
Documentazione fotografica Campo in corso di revisione.
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Mormorai su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 20/01/2021
Data ultimo sopralluogo 06/03/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags stemma familiare.
Localizzazione
Contatti note tecniche e legali
 
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