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Quartiere Santa Croce / San Giovanni
Ubicazione Borgo Pinti
Denominazione Borgo Pinti
Altre denominazioni Via di Pinti
Affacci .
Proprietà Comune di Firenze.
Architetti - Ingegneri Ignoto/i.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche La strada corre da via Sant'Egidio - all'altezza della volta di San Piero - al piazzale Donatello. Lungo il tracciato si innestano: via di Mezzo, via Nuova de' Caccini, via degli Alfani e via dei Pilastri (dove sono rispettivamente il canto di Monteloro e il canto di Candeli), via della Colonna, via Laura, via Giuseppe Giusti. Il nome è antico (e attestato ad indicare la località già nell'XI secolo) e d'incerta origine, per quanto non manchino ipotesi al proposito, tra le quali quella che lo vorrebbe contrazione di 'pentiti' in relazione al monastero delle così dette Repentite o Ripentite un tempo situato dove è il complesso di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, e quella che invece lo suppone nato dall'attività di 'pintori' praticata dai frati Ingesuati della vicina chiesa di San Giusto alle Mura (si vedano ulteriori note al proposito nel repertorio di Bargellini e Guarnieri). Il termine 'borgo' documenta invece come il tracciato si fosse definito come importante asse viario verso Fiesole (al pari della attuale via Fiesolana) al di fuori della postierla del penultimo cerchio delle mura fiorentine detta degli Antelminelli, localizzabile in corrispondenza della volta di San Piero che recherebbe appunto memoria dell'antico accesso. Con la creazione dell'ultima cerchia la strada fu compresa nella città e chiusa da una nuova porta che ugualmente prese il nome di porta a Pinti, poi atterrata durante la creazione dei viali negli anni di Firenze Capitale (1865-1871). Come molti altri borghi il tratto fu inizialmente segnato da lottizzazione dovute a religiosi che tuttavia nel tempo cedettero le proprietà a privati che provvidero a erigere importanti palazzi dotandoli di giardini ugualmente notevoli sia per disegno sia per la rarità delle piante qui poste a dimora. Per quanto riguarda i mutamenti intercorsi al tracciato nel corso dei secoli si ricorda l'apertura sul lato destro della strada (in ambedue i casi come prosieguo dell'antica viabilità e con il fine di collegare il nuovo quartiere della Mattonaia sorto attorno alla piazza Massimo d'Azeglio) di via Giuseppe Giusti (1868 circa, ai danni delle proprietà dei Panciatichi Ximènes) e di via della Colonna (1870 circa, ai danni del convento di Santa Maria Maddalena de' Pazzi). Tra gli edifici rilevanti sia per la loro storia sia per il loro ruolo nell'ambito della storia dell'architettura fiorentina si segnalano in particolare (in ordine di successione lungo l'itinerario) palazzo Roffia, palazzo Bellini delle Stelle, palazzo Marzichi Lenzi, palazzo Caccini, palazzo Panciatichi Ximènes, palazzo Della Gherardesca e palazzo Salviati, che nel loro insieme bene documentano della magnificenza raggiunta dalle residenze civili dei ceti dirigenti fiorentini tra Cinquecento e Seicento. Così introduce alla strada Leonardo Ginori Lisci nel suo repertorio sui palazzi di Firenze (1972, I, p. 499): "Poche strade di Firenze hanno conservato il loro carattere autentico e antiquato come la via che portava all'antica Porta a Pinti e quindi conduceva alle solatie colline di Fiesole e di Maiano che sono sempre state le più note dei dintorni e le predilette dai fiorentini. La parte iniziale del borgo Pinti partiva dalla porta a S. Piero della seconda cerchia e si svolge tuttora stretta e leggermente sinuosa a ricordare le sue origini di primitiva e irregolare strada suburbana. In questo tratto le vecchie case e gli antichi palazzi si susseguono ininterrottamente e presentano un interesse ambientale non comune". Da aggiungere come il primo tratto sia per lo più contrassegnato da edifici che ancora recano tracce delle più antiche case a schiera e case corte mercantili (e si caratterizzi oggi per una maggior concentrazione di esercizi commerciali), mentre il secondo, oltre via degli Alfani e via dei Pilastri, si distingua per la presenza di grandiosi complessi religiosi (oggi in buona parte ridotti a diverso uso) e di più ampi spazi a verde, quasi una introduzione alle colline richiamate dallo studioso. Per quanto sopra ricordato la strada, a carattere per lo più residenziale signorile, è da considerare di eccezionale valore storico e artistico.
Bibliografia
dettaglio
Stradario 1913, p. 110, n. 780; Stradario 1929, p. 93, n. 855; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, pp. 114-123; Ciabani 1984, pp. 86-87, 90-91; Stradario 2004, pp. 342-343.
Approfondimenti Guido Carocci, Canto di Monteloro o di Candeli, in "L'Illustratore fiorentino", Calendario Storico anno 1910, VII, 1909, pp. 43-44; Claudio Paolini, Hosea Scelza, Borgo Pinti: una strada fiorentina e la sua chiesa, Firenze, Polistampa, 2018.
Documentazione fotografica Campo in corso di revisione.
Risorse in rete Sulla via sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Borgo Pinti su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL) e dallo Stradario storico amministrativo del Comune di Firenze disponibile online.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 01/11/2013
Data ultima modifica 31/03/2020
Data ultimo sopralluogo 08/01/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags toponomastica, stradario (via, canto).
Localizzazione
Contatti note tecniche e legali
 
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