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Quartiere Santa Maria Novella
Ubicazione Via de' Tornabuoni 3
Denominazione Palazzo Minerbetti
Altre denominazioni Palazzo Santini, albergo del Pellicano, albergo delle Armi d'Inghilterra, albergo Europa, Grand Hotel d'Europe, Hotel Tornabuoni Beacci
Affacci via Parione
Proprietà Bombeni, Della Bombarda, Minerbetti, Santini Minerbetti, Buonvisi Montecatini, Beacci, Fondiaria Assicurazioni.
Architetti - Ingegneri Ticciati Girolamo, Fabbroni Pier Giovanni, Bianchini Claudio, Montinaro Brizio.
Pittori - Scultori - Decoratori Fabbroni Giacinto, Giovanni dell'Opera (Giovanni Bandini, d.).
Uomini illustri Demidoff Nicola (Nikolaj Nikitic Demidov), Gustav Olizar, James Henry.
Note storiche Walther Limburger così riassume le vicende dell'edificio: "Dopo il 1459 fu incorporata una casa della Bombarda, più tardi Davanzati, che occupò il luogo delle due impannate a nord e, nel 1466, la casa d'angolo su via Parione, già Bombeni. Il palazzo è attribuito al XIV secolo; il piano superiore è di epoca più recente". In accordo con queste note la letteratura pone in effetti una prima edificazione dell'edificio nel Trecento, su commissione dei Bombeni, i quali, incorporando appunto i due assi all'estrema destra, dettero uniformità alla fabbrica. Attorno al 1459 la proprietà fu venduta ai Minerbetti, antica famiglia di origine inglese presente a Firenze almeno dal XII secolo e che in zona già avevano altri possessi. Uno scorcio del terreno della fabbrica alla fine del Quattrocento è offerto dall'affresco di Domenico del Ghirlandaio nella cappella Sassetti in Santa Trinita (1482-1485), a illustrare il miracolo del fanciullo caduto da una finestra dell'antistante palazzo Spini: si apprezza la netta divisione tra l'antico palazzo con il paramento in pietra e il grande portone centinato e l'addizione della casa su via Parione, semplicemente intonacata. Tra Cinquecento e Seicento il palazzo presentava peraltro sulla cantonata di via Parione una bassa terrazza che, nel 1737-1740, fu sottoposta ad un intervento di riammodernamento ad opera dello scultore e architetto Girolamo Ticciati: da qui, nel 1767, la famiglia granducale assistette al palio di San Giovanni Gualberto organizzato dai vallombrosani di Santa Trinita. La terrazza - già descritta in un dipinto seicentesco di anonimo in collezione privata raffigurante Il gioco del pallone a bracciale in via Tornabuoni - appare ancora documentata in alcune incisioni del primo Ottocento (come in quella di Antonio Terreni del 1801, si veda Francesco Fontani, Viaggio pittorico della Toscana, Firenze, Giuseppe Tofani, vol. I, 1801, p. 29), quindi nello stesso secolo chiusa e soprelevata di due piani. A questa seguiva il palazzo che guardava con il fronte principale su via de' Tornabuoni e che inglobava una volta, detta de' Minerbetti, corrispondente al grande arco al terzo asse oggi occupato da un negozio (numero civico 29 rosso), il quale dava accesso ad un chiasso aperto verso via del Purgatorio, ancora segnalato in un documento del 1572 e ben individuabile nella pianta di Stefano Buonsignori del 1584. Estintasi la famiglia Minerbetti nel 1771, nel 1793 il palazzo passò ai Santini e quindi ai Buonvisi Montecatini di Lucca. Nel 1886 si intervenne sulle finestre del primo piano, nel 1893 si operarono ulteriori restauri, e nel 1906 si tornò a intervenire riconfigurando le finestre del secondo (ma degli interventi volti a enfatizzare il carattere medioevale della fabbrica dovevano già essere stati condotti attorno al 1870). Fin dai primi dell'Ottocento (e ancora al tempo di Federico Fantozzi) l'edificio fu destinato ad albergo (Albergo del Pellicano o albergo delle Armi d'Inghilterra), considerato tra i migliori della città e frequentato da facoltosi stranieri (negli anni venti vi soggiornarono tra gli altri Nikolaj Demidoff e il possidente ucraino Olizar Gustav). Più tardi e fino al 1918 assunse la denominazione di Locanda d'Europa (Hotel d'Europe), accogliendo tra i suoi molti ospiti il grande scrittore americano Henry James (1869). Passato di proprietà fin dagli anni ottanta dell'Ottocento alla Compagnia di Assicurazione la Fondiaria, il palazzo fu oggetto nel 1908 di un intervento di restauro della facciata, con sostituzione di vari elementi in pietra. Altri lavori sono documentati a risarcire i danni provocati dall'alluvione del 1966 e, ancora, alle facciate, nel 1987 (architetto Claudio Bianchini). Un ulteriore intervento di adeguamento e restauro del complesso è da datarsi tra il 1990 e il 1996, su progetto dell'architetto Brizio Montinaro. Attualmente (e da lungo tempo) nel complesso ha sede l'Hotel Tornabuoni Beacci. Nell'insieme il palazzo, nonostante i molti rimaneggiamenti soprattutto ottocenteschi, presenta l'aspetto di un solido edificio medioevale, con il fronte contraddistinto da bugnato e sviluppato su quattro piani (più un mezzanino terreno) per otto assi. Sul portone, stando alla testimonianza di Filippo Baldinucci, era un tempo un busto raffigurante Cosimo I de' Medici, modellato da Giovanni Bandini detto Giovanni dell'Opera. Sull'angolo (dove era la terrazza), è un bello scudo con l'arme della famiglia Minerbetti (di rosso, a tre spade basse appuntate d'argento, guarnite d'oro). Negli interni la letteratura segnala un'alcova e una cappella privata realizzate dall'architetto Pier Giovanni Fabbroni nel 1761, con decorazioni murali di Giacinto Fabbroni. Nel corso di recenti restauri (1995) sono stati riportati alla luce affreschi del XIII secolo testimoni dell'antichità del primo nucleo Bombeni. Si veda anche a via Parione. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia
dettaglio
Bocchi-Cinelli 1677, p. 199; Fantozzi 1842, p. 574; Firenze 1845, p. 148; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, III, 1846, p. 529; Formigli 1849, p. 135; Firenze 1850, p. 142; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, p. 545; Bigazzi 1886, p. 294; Carocci 1897, p. 45; Elenco 1902, p. 255; Limburger 1910, n. 470; Illustratore fiorentino (1911) 1910, p. 49; Garneri 1924, p. 121, n. LXVII; Limburger-Fossi 1968, n. 470; Ginori Lisci 1972, I, pp. 179-182; Palazzi 1972, p. 117, n. 217; Firenze 1974, p. 285; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, IV, 1978, pp. 186-187; Maffei 1990, p. 145; Cesati 2005, II, p. 687; Firenze 2005, p. 259; Paolini 2013, p. 74.
Approfondimenti Guido Carocci, Restauri a Firenze, in "Arte e Storia", V, 1886, 27, pp. 196-197; Restauri, in "Arte e Storia", XII, 1893, 18, pp. 143-144; Guido Carocci, Palazzo Bombeni poi Minerbetti, oggi della Fondiaria, in "Arte e Storia", XVII, 1898, 22, p. 150; Il palazzo Bombeni, in "Arte e Storia", XXVII, 1908, 15/16, p. 125; Isabella Lapi Ballerini, Per Giacinto Fabbroni, in "Archivio Storico Pratese", 1991, 76, pp. 5-26; Gianluigi Maffei, Palazzo Minerbetti, in Via Tornabuoni: il salotto di Firenze, a cura di Mariaconcetta Fozzer, Firenze, Loggia de' Lanzi Editori, 1995, p. 46 (si veda anche p. 98 per note sull'Hotel Beacci Tornabuoni); Alessandra Marino, Claudio Paolini, Via de' Tornabuoni. I palazzi, Firenze, Polistampa 2014, pp. 42-46 (Palazzo Minerbetti); Carlotta Lenzi Iacomelli, Palazzo Minerbetti, palazzo Arrighetti e palazzo Albergotti: il pittore Giacinto Fabbroni e tre famiglie del patriziato fiorentino e aretino, in Fasto privato. La decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine, II, Dal Tardo Barocco al Romanticismo, a cura di Mina Gregori e Mara Visonà, Firenze, Edifir, 2015, pp. 67-83; Claudio Paolini, "Della bruna tinta composta dai secoli": il palazzo degli Spini, Firenze e il Medioevo, in Un palazzo e la città, catalogo della mostra (Firenze, Museo Salvatore Ferragamo 8 maggio 2015-3 aprile 2016) a cura di Stefania Ricci e Riccardo Spinelli, Ginevra-Milano, Skira, 2015, pp. 228-245.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: ACA-F-003215-0000 (veduta d'insieme di via de' Tornabuoni con scorcio del prospetto del palazzo, 1890 circa). Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0048405, 0149140 (veduta d'insieme di piazza Santa Trinita con sulla sinistra lo scorcio del prospetto del palazzo). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 61029 (veduta parziale del fronte principale con la volta de' Minerbetti già di accesso a via del Purgatorio, 1971). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 166895, 166896, 166897, 166898, 166899, 166900, 166901, 166902, 166903, 166904, 166905, 166906 (vedute degli spazi interni affrescati, 1993); 166907, 166908, 166909, 166910, 166911, 166912, 166913, 166914, 166915, 166916, 166917, 166918 (vedute degli spazi interni affrescati, 1993); 186919 (particolare con lo stemma posto sulla cantonata dell'edificio, 1996); 186920 (veduta d'insieme dell'edificio con particolare riferimento al prospetto posto su via de' Tornabuoni, 1996).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Minerbetti su Wikipedia e dal sito della Tornabuoni Hotels. Per quanto riguarda le presenze illustri dell'albergo nella prima metà dell'Ottocento si rimanda al sito del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux (Vieusseux & Firenze 1820-1870).
Codice SBAPSAE FI1141
ID univoco regionale 90480170112
Data creazione 25/11/2008
Data ultima modifica 07/04/2021
Data ultimo sopralluogo 20/07/2015
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags albergo, scultura, busto, stemma familiare, comunità straniera (americano, russo).
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