Home Il progetto Ricerca nel Repertorio Piante e Vedute Temi e Itinerari Indici Link Crediti Contatti
Ricerca nel Repertorio
Denominazione Modulo di ricerca
Ubicazione
Proprietà
Architetti - Ingegneri
Pittori - Scultori - Decoratori
Uomini illustri
Testo
Per ottimizzare la ricerca è consigliabile digitare una sola parola chiave per campo (es.: Bardi, anziché via de’ Bardi).
Per ulteriori suggerimenti si veda a:


Struttura della banca dati
 
Scheda Palazzo Pucci Torna ai risultati della ricerca
Versione stampabile della scheda
Quartiere San Giovanni
Ubicazione Via Maurizio Bufalini 6
Denominazione Palazzo Pucci
Altre denominazioni Palazzo della Cassa di Risparmio
Affacci .
Proprietà Pucci, Guicciardini, Bourbon del Monte Santa Maria, Cassa Centrale di Risparmio e Depositi, Cassa di Risparmio di Firenze.
Architetti - Ingegneri Faldi Pasquale.
Pittori - Scultori - Decoratori Biondi (ditta), Chini Galileo, Chini Tito.
Uomini illustri Ficino Marsilio.
Note storiche Era in questa zona una successione di case di antica fondazione, alcune delle quali documentate nel Cinquecento come di proprietà della famiglia Pucci e, tra queste, una già avuta da Marsilio Ficino come dono di Cosimo il Vecchio de' Medici (Fantozzi 1843). Due di queste case, presumibilmente tra la fine di quel secolo e i primi del Seicento, furono trasformate in un unico palazzo. Questo rimase possesso del casato fino al 1838 quando pervenne, per via ereditaria, ai Guicciardini e ai Bourbon del Monte Santa Maria. Da questi coeredi l'immobile fu acquistato nel 1865 dalla Cassa di Risparmio e Depositi, che in quell'anno aveva dovuto abbandonare la sede di palazzo Medici Riccardi, destinato al Ministero degli Interni nel periodo di Firenze Capitale (1865-1871). Per quanto riguarda la facciata, questa si presenta organizzata su tre piani per sette assi, con portone centrale e, ai lati del fronte, bozze sfalsate che si presentano inferiormente lavorate a cuscino, superiormente piane. Le finestre dei piani superiori sono incorniciate da conci di pietra secondo modi propri di una tradizione ancora tardo quattrocentesca, mentre al terreno sono quattro grandi finestre inginocchiate di tipologia pienamente cinque seicentesca, due per lato, intercalate da una apertura di forma quadrata, posta in alto (e che ci sembra della stessa natura delle finestre dei piani superiori). Sul portone è uno scudo con l'arme dei Pucci (d'argento, alla testa di moro di nero, attortigliata al primo). A lungo si è supposto, sulla scorta di una notizia fornita da Pasquale Ademollo (1853), che questo fronte fosse stato costruito nel 1645 per volontà di Ottavio Pucci, fino a che, giustamente, Walther Limburger (1910) ha fatto notare come il piano nobile e la parte superiore della facciata possano essere datate in un momento precedente. Nonostante la letteratura più recente abbia indicato il palazzo come cinquecentesco, senza entrare più di tanto nel problema, appare infatti plausibile ricondurre i piani superiori a una prima fase di riunificazione delle antiche proprietà appunto alla fine del Cinquecento, riconoscendo come frutto di una radicale riconfigurazione il terreno, per il quale la data del 1645 appare più che corretta. A risolvere la questione non aiuta la visione degli interni, dato che questi furono del tutto trasformati a partire dal 1886 su progetto dell'architetto Pasquale Faldi (che negli stessi anni intervenne anche sul fabbricato attualmente segnato dal civico 4 ugualmente di proprietà della Cassa) e, negli anni successivi, sottoposti a ulteriori restauri e ristrutturazioni, sempre per adeguare gli spazi alle necessità degli uffici della Cassa di Risparmio. Quanto questi abbiano stravolto il precedente assetto lo documenta una pianta del terreno degli inizi dell'Ottocento, pubblicata da Leonardo Ginori Lisci (1972), che corrisponde allo stato attuale solo per quanto riguarda l'androne centrale e lo scalone. Anche la sala che si apre sulla destra, detta delle colonne (la cui natura è peraltro resa ulteriormente incerta da una moderna tinteggiatura) è da considerarsi frutto di questo intervento ottocentesco (cantiere chiuso nel 1895 sempre su progetto di Pasquale Faldi), seppure forse su deboli tracce di una preesistenza. Da questo ambiente, attualmente, è un accesso interno al corpo di fabbrica moderno di Michelucci (1953-57), per il quale si veda al numero civico 4. Dopo l'androne, in asse con l'ingresso, è una vetrata oltre la quale si estende ciò che rimane di quello che era un ancor più vasto giardino (compresa una fontana antica) dove il marchese Giuseppe Pucci aveva raccolto nei primi dell'Ottocento piante rare portate dai suoi molti viaggi in terre lontane e che, tra il 1820 e il 1825, aveva trasformato in giardino all'inglese su progetto di Cosimo Ridolfi, ingrandendone l'area con acquisti di terre dai signori Pasqui (proprietari dell'omonimo palazzo prospettante su via de' Servi) e dall'ugualmente confinante monastero di Santa Maria degli Angioli (sul giardino si vedano le ampie note nel repertorio di Angiolo Pucci, che rinnovò il giardino nel 1888). In ultimo sono da segnalare i bei lavori in ferro battuto della ditta Fratelli Biondi, databili ai primi decenni del Novecento, comprendenti il campanello a tirante esterno e le due cancellate che pausano l'androne, con vetrate realizzate nel 1926 da Galileo e/o Tito Chini (si vedano gli specifici contributi di Emanuele Barletti del 2002). Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale. Al di là della presente nota scritta prima della pubblicazione del volume curato da Emanuele Barletti (2020) si rimanda a quest'ultima pubblicazione, esaustiva e corredata di un ampio apparato iconografico.
Bibliografia
dettaglio
Del Bruno 1757, p. 28; Fantozzi 1843, p. 151, n. 348; Ademollo-Passerini 1853, V, p. 1765; Elenco 1902, p. 253; Limburger 1910, n. 587; Garneri 1924, p. 219, n. LXXI; Limburger-Fossi 1968, n. 587; Ginori Lisci 1972, I, pp. 433-438; Firenze 1974, p. 209; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 154; Cresti-Zangheri 1978, p. 90; Salvadori Guidi 1996, pp. 75-76, n. 99; Cesati 2005, I, p. 92; Firenze 2005, p. 324; Insabato-Ghelli 2007, p. 253; Brunori 2012, p. 61, n. 5.
Approfondimenti Guido Carocci, Restauri a Firenze, in "Arte e Storia", V, 1886, 27, pp. 196-197; Guido Carocci, Una nuova sala nel palazzo della Cassa di Risparmio, in "Arte e Storia", XIV, 1895, 18, pp. 143-144; Emanuele Barletti, Il Maresciallo e la Fornace. Episodi di committenza bancaria, in "Critica d'Arte", LVIII, 1995, 2, pp. 63-73; Antonio Ugolini, Le vetrate artistiche a Firenze fra Ottocento e Novecento. Guida e itinerari, Edifir, 2002, p. 14; Emanuele Barletti, Le vetrate della Cassa di Risparmio di Firenze, in "Ad Vivendum". Galileo Chini. La stagione dell'incanto. Affreschi e grandi decorazioni 1904-1942, catalogo della mostra (Montecatini Terme, Terme Tamerici, 23 marzo-30 giugno 2002) a cura di F. Benzi, Firenze, Maschietto Editore, 2002, pp. 175-183; Alfonso Mazzotti, in Firenze itinerari del Novecento, a cura di Lia Bernini, Firenze, Nardini, 2017, pp. 168-169 (Sede dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze); Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati in città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 160-166; Il giardino del Canforo. La sede storica della Cassa di Risparmio di Firenze, a cura di Emanuele Barletti, con contributi di Marco Dezzi Bardeschi, Franco Nuti, Stefano Bertagni e Emiliano Colonna, Firenze, Leonardo Libri, 2020.
Documentazione fotografica Archivio fotografico SBAP, Firenze: 84841, 84842, 84843, 84844, 84845, 84846, 84847, 84848, 84849 (varie vedute della facciata da varie angolazioni e particolari degli elementi lapidei, 1977); 165497 (veduta di una sala al primo piano, 1992); 165498 (sala delle colonne, 1992); 165499 (salone del primo piano, 1992); 165500 (scalone, 1992), 165501, 165502 (cancellata dell'androne, 1992); 165503, 165504, 165505, 165506, 165507, 165508, 165509, 165510, 165511 (altre vedute degli spazi interni, 1992); 165512, 165513, 165514, 165515 (varie vedute del giardino, 1992); 165516 (pavimento di una stanza del primo piano, 1992).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Sede storica della Cassa di Risparmio di Firenze su Wikipedia.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 14/11/2008
Data ultima modifica 15/10/2021
Data ultimo sopralluogo 06/08/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags stemma familiare.
Localizzazione
Contatti note tecniche e legali
 
Copyright © 2011 - 2021 Palazzo Spinelli - Associazione No Profit
Copyright © 2011 - 2021 Claudio Paolini