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Quartiere San Giovanni
Ubicazione Via Santa Reparata 43
Denominazione Villa Meyer
Altre denominazioni Villa della Società Elettrica del Valdarno
Affacci via Ventisette Aprile
Proprietà Medici, Lucardesi, Dumesnil, Saluzzo, Druckojoy Sokolinskij, Meyer (Mayer), Cohen Lumbroso, Società Mineraria ed Elettrica del Valdarno, Enel, Società beni Immobili Italia, Unicoop Firenze.
Architetti - Ingegneri Ignoto/i.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Meyer Giovanni.
Note storiche Si tratta di una vera e propria villa, su via Ventisette Aprile arretrata rispetto al fronte stradale, con un ampio giardino antistante (in buona parte destinato a parcheggio) e segnata, all'angolo con via Santa Reparata, da un belvedere neoclassico a forma di tempietto circolare posto in posizione soprelevata rispetto al muro di cinta, riccamente ornato. Su via Santa Reparata il corpo di fabbrica si mostra per l'estensione di sei assi per due piani, con un corpo in soprelevazione di recente realizzazione. Tutto l'insieme presenta facciate con caratteri che sembrerebbero datare l'ultima riconfigurazione degli esterni alla seconda metà dell'Ottocento. Dell'edificio e dell'area verde circostante è possibile tuttavia seguire le molte trasformazioni subite nel tempo nelle piante della città di Firenze, a partire dalla veduta delineata da Buonsignori nel 1584 che mostra qui un edificio con altana a chiudere la schiera di case poste a nord della via. Angiolo Pucci (che scrive negli anni trenta del Novecento basandosi su ricerche d'archivio dell'amico Guido Carocci) è stato il primo ad identificare all'origine dell'edificio un casino di proprietà di don Antonio de' Medici, dove lo stesso aveva trasferito la fonderia già presso il casino di San Marco, facendone il laboratorio per le proprie ricerche alchemiche. Successivamente la proprietà fu di Antonio Paolsanti Lucardesi fino a che, nel 1776, la casa con il terreno circostante fu acquisita dal marchese Alessandro Dumesnil, già generale dell'esercito di Sua Maestà Imperiale in Toscana. A lui e ai suoi eredi si deve probabilmente la trasformazione e l'ampliamento del precedente fabbricato, fino a definire attorno agli anni quaranta dell'Ottocento l'attuale configurazione, con il corpo più antico a guardare via Santa Reparata, arricchito di un nuovo fabbricato in aderenza con sviluppo ad L, ad uso delle scuderie, delle rimesse e di uno stanzone per gli agrumi. Attorno o poco dopo il 1844, con l'apertura di via XXVII Aprile (allora via Santa Reparata) sono ugualmente da datarsi lavori per adeguare il fronte al prestigio della nuova strada. Agli stessi Dumesnil probabilmente sono riconducibili anche la maggior parte degli interventi di decorazione interna, per lo più di gusto tardo neoclassico. Nel 1858 la proprietà passò al marchese Giovacchino Saluzzo principe di Lequile, nel 1865 al principe russo Dmitrij Vasil'evic Druckoj Sokolinskij che, nel 1882, la vendette al finanziere e filantropo russo Giovanni Meyer, noto in città come benemerito fondatore dell'ospedale pediatrico intitolato alla moglie Anna. Acquistato il complesso nel 1909 dai Cohen Lumbroso, questo passerà alla Società Mineraria ed Elettrica del Valdarno, alla quale si deve la realizzazione, in più tempi e comunque entro il 1920, del corpo di fabbrica con affaccio su via XXVII Aprile, in uno stile comunque adeguato alle preesistente e ricco di elementi ottocenteschi. Con la nazionalizzazione delle imprese elettriche nel 1963 il tutto passerà all'Enel dalla quale, tramite la Società Beni Immobili Italia, il complesso fu acquistato da Unicoop Firenze che provvide a ingenti e accurati restauri sia degli esterni sia degli spazi interni e che, dopo aver inaugurato questa nuova sede nel 1979, ancora mantiene l'immobile. Così Angiolo Pucci: "Il palazzo ha un'apparenza piuttosto moderna, e quindi deve esserne stata rifatta la vecchia facciata; ma non ho trovato notizie né dell'epoca, né di chi è il lavoro. Il giardino è piuttosto spazioso. Fa angolo fra via di S. Reparata e via XXVII Aprile. Sulle due strade il giardino è cinto da muro sormontato da cancellata in ferro. nell'angolo fra le due strade si eleva una specie di chiosco. Non ho trovato indicazioni sullo stato del giardino ai tempi dei Medici, e neppure quanto fu modernamente dei Dumesnil. Quando nella seconda metà del secolo passato tenne in affitto il palazzo il signor Giovanni Mayer poi marchese di Montagliari fece rimodernare il giardino spendendovi parecchie migliaia di lire".
Bibliografia
dettaglio
Lastri, 1821, VI, pp. 32-33; Fantozzi 1843, p. 83, n. 172; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, p. 216; IV, 1978, p. 249.
Approfondimenti Felicita Audisio, I Drutskoj in Italia. Dal 1860 al 1940, Firenze, Le Lettere, 2009, pp. 20-21, 47-48, 58-64; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 284-285; Claudio Paolini, Villa Meyer. La sede di Unicoop Firenze attraverso i secoli, Firenze, Unicoop, 2019.
Documentazione fotografica Campo in corso di revisione.
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Villa Meyer su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 09/07/2011
Data ultima modifica 29/09/2021
Data ultimo sopralluogo 22/03/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Campo in corso di revisione.
Localizzazione
Contatti note tecniche e legali
 
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