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Quartiere Santa Maria Novella / Viali
Ubicazione Via Valfonda
Denominazione Via Valfonda
Altre denominazioni Via di Gualfonda, via San Domenico, via Chiappina
Affacci .
Proprietà Comune di Firenze.
Architetti - Ingegneri Gatteschi Federico, Giovannozzi Ugo.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Shelley Percy Bysshe, Cole Thomas, Cranch John, Morse Samuel Finley Breese, Greenough Horatio.
Note storiche La via corre da piazza Adua al viale Filippo Strozzi. Lungo il tracciato si apre, sulla destra, il pratello Orsini. La denominazione, in origine declinata in Gualfonda, ricorda come qui fosse un avvallamento del terreno (vallis funda) dove scorreva un fosso che si originava in campo Corbolini, e lungo il quale si era in antico definito uno dei raccordi suburbani della via Cassia Nuova. Sono ugualmente documentate le titolazioni di via San Domenico (per il tratto da piazza della Stazione a via Bernardo Cennini, come vedremo poi soppresso in seguito alla demolizione degli edifici in fregio) e di via Chiappina (per il tratto successivo e attuale). Prima degli stravolgimenti che interesseranno la zona nel Novecento, la strada si presentava come il logico proseguimento di via degli Avelli, a collegare la piazza di Santa Maria Novella allo stradone Lungo le Mura, come ancora è ben apprezzabile nella pianta di Firenze delineata da Ferdinando Ruggieri nel 1731 che la mostra chiusa da edifici, su ambedue i lati e per l'intero tracciato. Tra questi era, nella prima metà dell'Ottocento, un palazzo Martini, dove la francese Luoise du Plantis aveva aperto una pensione frequentata da illustri stranieri, tra i quali, nel 1819, il poeta Percy Bysshe Shelley. Sempre in questo periodo (anni trenta) sappiamo la zona segnata dagli atelier di vari artisti stranieri, in particolare americani, tra i quali i pittori Thomas Cole, John Cranch, Samuel Finley Breese Morse e lo scultore Horatio Greenough. In buona sostanza l'area, per quanto periferica, ci appare in questi tempi oltremodo animata, e non solo per la presenza del palazzo Stiozzi Ridolfi e dei suoi famosi giardini. Le prime trasformazioni al tracciato si ebbero con la costruzione della primitiva stazione ferroviaria intitolata a Maria Antonia, inaugurata il 3 febbraio 1848, che portò a definire una piazza (ben più limitata dell'attuale) antistante la stazione, mentre poco dopo veniva aperta via Nazionale (1860-1861 su progetto generale dell'ingegnere Federico Gatteschi) per mettere in comunicazione la stessa con il nuovo quartiere di Barbano. Ridotta in lunghezza, seppure in modo limitato, ma allargata nel 1870 con l'esproprio di una striscia di terreno del giardino di Villa Vittoria (allora di proprietà degli Strozzi di Mantova che proprio in questa occasione fecero realizzare la cancellata che perimetra il parco) la strada continuò a segnare il fianco dell'edificio della vecchia stazione fino ai lavori che portarono alla realizzazione dell'attuale fabbricato viaggiatori, inaugurato il 30 ottobre 1935. Negli anni immediatamente successivi (come previsto dal progetto generale) si demolirono tutti gli edifici della strada fino all'attuale piazza Adua, in modo da dare spazio al nuovo edificio ferroviario. I fabbricati posti sul lato destro furono sostituito dal grande casamento proprietà dell'Ina Assitalia progettato da Ugo Giovannozzi (terminato attorno al 1940) di modo che questo si trovò a definire non più l'antica via Valfonda, ma la nuova e più estesa piazza della Stazione, con una riduzione del nostro tracciato da piazza Adua (ugualmente nata nell'abito del cantiere degli anni trenta del Novecento) al viale Filippo Strozzi. Delle demolizioni del 1936-1937 e dei preesistenti edifici della strada documenta ampiamente la campagna fotografica eseguita al tempo e conservata presso la Fototeca dei Musei Civici Fiorentini. Nonostante la presenza di vari edifici antichi (si torni a pensare al palazzo Stiozzi Ridolfi) e della cancellata di villa Vittoria che ne segna l'intero lato destro e che si apre ai suoi giardini, la via si presenta ora priva di elementi distintivi e ben poco frequentata, in ragione di una canalizzazione del traffico su piazza Adua.
Bibliografia
dettaglio
Stradario 1913, p. 141, n. 995; Stradario 1929, p. 118, n. 1076; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, IV, 1978, pp. 233-234; Paolini 2013, pp. 44, 49, 60, 91; Stradario 2004, p. 473.
Approfondimenti Nessun dato rilevato.
Documentazione fotografica Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 6484, 6485, 6488, 130209 (vedute e scorci della via prima delle demolizioni del 1936-1937, 1932); 13768, 13784, 13785, 13785, 132112, 132113, 132114, 132119, 132129, 132130 (vedute delle demolizioni nel tratto del pratello Orsini, 1937); 6652, 13761, 13762, 13763, 13764, 13765, 13766,1 3767, 13769, 13770, 13771, 13772, 13774, 13775, 13776, 13779, 13780, 13781, 13782, 13787, 13788, 13789, 13790, 130210, 130211, 132100, 132101, 132102, 132103, 132104, 132105, 132106, 132107, 132108, 132109, 132110, 132131, 132132, 132133, 132134, 132135, 132137, 132138, 132139, 132140, 132141, 132142, 132143, 132144, 132145, 132146, 132147 (vedute dello stato prima e durante le demolizioni nel tratto già via Valfonda ora piazza della Stazione, tra largo Fratelli Alinari e piazza Adua, 1936-1937).
Risorse in rete Sulla via sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dallo Stradario storico amministrativo del Comune di Firenze disponibile online.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 07/02/2014
Data ultima modifica 13/03/2021
Data ultimo sopralluogo 20/07/2015
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags toponomastica, stradario (via), comunità straniera (inglese, americano).
Localizzazione
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