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Quartiere Santa Croce / San Giovanni
Ubicazione Borgo degli Albizi 15
Denominazione Palazzo Degli Alessandri
Altre denominazioni .
Affacci via de' Pandolfini 10
Proprietà Albizi (Albizzi), Degli Alessandri.
Architetti - Ingegneri Poggi Giuseppe, Fossi Alberto, Dori Emilio.
Pittori - Scultori - Decoratori Meucci Vincenzo, Del Moro Giuseppe.
Uomini illustri Canova Antonio.
Note storiche Eretto nel Trecento dagli Albizi assieme a molte altre case sulla via, il palazzo pervenne a un ramo della famiglia che nel 1372 mutò il nome in Alessandri: arso e parzialmente distrutto a seguito del tumulto dei Ciompi (1378) fu ricostruito nelle attuali forme agli inizi del Quattrocento. La sua estensione, di ben otto assi, lo rende uno dei più grandi edifici fiorentini del tempo, caratterizzato da un austero rivestimento in bugnato lungo la via e da paramenti lisci ai piani superiori. Alla fine del Cinquecento (se non ai primi del Seicento), il tamponamento di alcuni fornici e la parallela apertura di ampie finestre al piano terreno modificò in parte il disegno del fronte secondo il gusto del tempo, seppure senza comprometterne il carattere sostanzialmente medioevale. Rinnovato e abbellito negli interni attorno alla metà del Settecento, in occasione del matrimonio di Cosimo degli Alessandri con Virginia Capponi (1762), ospitò potenti e uomini illustri, tra i quali, a lungo, lo scultore Antonio Canova, per il quale venne adattato a studio un appartamento del piano nobile. In parte modificato negli interni con alcuni ampliamenti diretti da Giuseppe Poggi nell'Ottocento (quando si definì la grande corte scoperta fino a via Pandolfini), fu interessato da ulteriori lavori nel 1909, questa volta finalizzati alla reintegrazione del paramento lapideo della facciata. Per tutto il Novecento la documentazione d'archivio attesta i continui interventi volti alla cura e alla conservazione delle memorie storiche dell'immobile. Nel 1950 fu riaperto, su progetto dell'ingegner Alberto Fossi, il fornice centrale a fungere da portone, con la parallela eliminazione di una delle finestre cinque seicentesche, che venne riadattata negli interni. Al 1962 risale invece un nuovo restauro della facciata, resosi possibile grazie a un significativo contributo del Comune di Firenze. Dopo l'alluvione del 1966 l'edificio vide ulteriori lavori condotti dall'architetto Emilio Dori, in parte finalizzati all'installazione degli impianti idrici, termici ed elettrici quasi completamente mancanti, in parte per adibire alcuni locali ad attività commerciali: terminato nel 1970 il restauro fu premiato dalla Fondazione Giulio Marchi nel 1971 (si veda la targa nella corte). Al periodo tra il 1994 e il 1998 si devono gli ultimi interventi alle facciate in aggetto delle corti interne, alle coperture e, nuovamente, al fronte principale. Ai lati della facciata principale, tra il primo e il secondo ricorso, sono due scudi a targa, oramai illeggibili, presumibilmente un tempo recanti le armi dei primi Albizi. Alla stessa altezza, ma questa volta al centro, è l'insegna dell'Arte della Lana, in riferimento ad Alessandro e Bartolomeo degli Alessandri e alla loro immatricolazione all'Arte. Uno scudo con le armi degli Alessandri (d'azzurro, all'agnello a due teste addossate d'argento, passante), per quanto decisamente consunto, è invece visibile nella parte tergale dell'edificio che prospetta su via de' Pandolfini al n. 10 (si veda). Il lato superiore destro della facciata principale sembra ricostruito o costruito in epoca assai posteriore. Nel grande atrio (ampliato dagli interventi del Poggi), sono alcune sculture antiche e archi (compreso quello d'accesso) impostati sugli antichi pilastri medioevali e rimodernati con decorazioni settecentesche in stucco, con drappeggi e putti secondo il modello fogginiano di palazzo Medici Riccardi. Negli interni la letteratura segnala, come decorati da Vincenzo Meucci e Giuseppe Del Moro, i soffitti di un salone e la Camera dei Palii, cosiddetta perché parata con le pezze di stoffa vinte in occasione di tali corse (ma al proposito si vedano le molte annotazioni di Leonardo Ginori Lisci 1972). Sempre per quanto concerne l'ampia letteratura sull'edificio si segnala la suggestiva quanto immaginaria ricostruzione delle sue vicende costruttive data alle stampe nel 1874 da Georges Rohault de Fleury. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è tutelato da vincolo architettonico dal 1909.
Bibliografia
dettaglio
Cambiagi 1765, p. 79; Cambiagi 1771, p. 80; Cambiagi 1781, pp. 75-76; Fantozzi 1842, p. 298, n. 80; Fantozzi 1843, p. 156, n. 362; Firenze 1850, p. 233; Rohault de Fleury 1874, II, pp. 151-219; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, pp. 79-80; Bigazzi 1886, p. X; Elenco 1902, p. 251; Ross 1905, pp. 20-22; Schiaparelli 1908, p. 29; Limburger 1910, n. 20; Bertarelli 1922, p. 83; Garneri 1924, pp. 251-252, n. XXI; Bertarelli 1937, p. 165; Allodoli-Jahn Rusconi 1950, p. 203; Limburger-Fossi 1968, n. 20; Ginori Lisci 1972, II, pp. 551-558; Palazzi 1972, p. 201, n. 392; Fanelli 1973, I, p. 238; II, p. 36, fig. 189; Firenze 1974, p. 175; Mosco 1974, p. 86; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 40; Maffei 1990, p. 130; Pietrogrande 1994, p. 73; Vannucci 1995, pp. 18-20; Cesati 2005, I, p. 21; Firenze 2005, p. 392; Francesca Carrara in Atlante del Barocco 2007, p. 406, n. 74; Paolini 2008, pp. 24-25, n. 18; Paolini (Albizi) 2008, pp. 33-35, n. 11; Paolini 2009, pp. 28-30, n. 23.
Approfondimenti Mugelli Costruzioni 1913-2013. Un secolo di cantieri e restauri edili, Firenze, Tipografia San Marco, 2013, p. 198 (regesto dei lavori); Carlotta Lenzi Iacomelli, Vincenzo Meucci (1694-1766), Firenze, Edifir 2014, pp. 221-222; Fauzia Farneti, I travestimenti delle stanze fra Sei e Settecento nel Granducato di Toscana, in Diminuzione e accrescimenti. Le misure dei maestri di prospettiva, a cura di Maria Teresa Bartoli e Monica Lusoli, Firenze, Univerity Press, 2018, pp. 178-213.
Documentazione fotografica Archivio fotografico SBAP, Firenze: 35863, 35864 (vedute d'insieme del prospetto su via de' Pandolfini, 1967); 177917, 177918, 177919, 177920 (vedute degli spazi interni, 1994); 177921 (particolare del portone di accesso, 1994); 177921, 177922, 177923, 177924, 177925, 177926, 177927, 177928, 177929 (vedute degli spazi interni, 1994); 177930, 177931, 177932 (vedute dell'androne e del cortile, 1994); 177933 (particolare dello stemma su via de' Pandolfini, 1994); 177934 (veduta di scorcio del prospetto su via de' Pandolfini, 1994); 177935 (veduta d'insieme del cortile, 1994); 177936 (particolare dello stemma sul prospetto di borgo degli Albizi, 1994); 177937 (veduta d'insieme del prospetto su borgo degli Albizi, 1994); 177938, 177939, 177940, 177941, 177942, 177943, 177944, 177945, 177946, 177947, 177948, 177949, 177950, 177951, 177952, 177953, 177954 (vedute degli spazi interni, 1994).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo degli Alessandri su Wikipedia.
Codice SBAPSAE FI0242
ID univoco regionale 90480170309
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 19/10/2021
Data ultimo sopralluogo 22/02/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags casa di artista, studio di artista, stemma familiare, stemma civile, pietrino.
Localizzazione
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