Scheda Edificio dell'Opificio delle Pietre Dure

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere San Giovanni
Ubicazione Via degli Alfani 76- 78
Denominazione Edificio dell'Opificio delle Pietre Dure
Altre denominazioni Monastero di San Niccolò di Caffaggio
Affacci .
Proprietà monastero di San Niccolò di Cafaggio, demanio dello Stato (bene in uso alla P.A. Centrale).
Architetti - Ingegneri Fallani Bernardo, Paoletti Gaspero Maria, Del Rosso Giuseppe, Bartoli Lando, Natalini Adolfo, Magni Marco, Mignani Galli Daniela, Valenti Maria Cristina.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Benvenuti Pietro, Morghen Raffaello.
Note storiche L'istituto occupa una porzione dell'antico monastero di San Niccolò di Cafaggio, edificato per volere di Niccolò Gianfigliazzi nella prima metà del Trecento e soppresso nel 1783 (si vedano al proposito le note di Osanna Fantozzi Micali 1974). Lo stesso granduca espresse la volontà di ridisegnare e quindi destinare il complesso a una accademia, scelta che nel corso del tempo determinò la riconfigurazione della struttura - previo progetto di riduzione redatto da Bernardo Fallani e ampiamente documentato nelle carte dell'Archivio storico del Comune di Firenze, quindi seguito da lavori diretti prima da Gasparo Maria Paoletti e poi da Giuseppe Del Rosso - e la sua destinazione ad accogliere istituzioni comunque riconducibili a questa indicazione: l'Opificio delle Pietre Dure per questa porzione e l'Accademia di Belle Arti per l'area su via Ricasoli verso via Cesare Battisti, quest'ultima ad occupare anche gli spazi già dello spedale di San Matteo (si veda). La manifattura delle pietre dure fu trasferita in questi locali pochi anni dopo, nel 1797-1798, ma vantava una ben più antica storia: l'origine dell'istituto può essere infatti fatta risalire ai laboratori creati da Francesco I de' Medici nel Casino di San Marco, dai quali si originò l'Opificio delle Pietre Dure, ufficialmente istituito nel 1588 dal granduca Ferdinando I con l'obiettivo di disciplinare le molte maestranze impiegate nella lavorazione dei materiali litici rari, e questo in stretto rapporto con il grande cantiere che avrebbe portato alla realizzazione della cappella dei Principi nell'area della basilica di San Lorenzo. Di questa storia è testimone il museo ospitato negli ambienti del nostro edificio che, sviluppati sulla sinistra dell'androne di accesso, erano già dal 1862 circa aperti al pubblico sotto forma di "sale di ostensione" dei lavori. Tale esposizione, alla quale era stato riconosciuto dal 1882 lo status di museo, fu ampliata e risistemata su progetto dell'architetto Lando Bartoli nel 1952, occupando anche alcuni ambienti del primo piano in passato utilizzati dai laboratori dei mosaicisti. Attualmente il museo si propone al visitatore dotato di un nuovo allestimento su progetto dell'architetto Adolfo Natalini con la collaborazione di Marco Magni, realizzato tra il 1991 e il 1995 (direzione dei lavori, dal 1991 al 1993 architetto Daniela Mignani Galli, dal 1993 al 1995 architetto Maria Cristina Valenti, inaugurazione primo luglio 1995). Gli ulteriori ambienti del complesso (fatti oggetto di lavori di restauro avviati nel 1971 e terminati nel 1975) sono occupati dagli uffici, dalle aule della Scuola di alta specializzazione interna all'Opificio, dalla biblioteca e, ovviamente, dai laboratori di restauro (altri laboratori si trovano nella sede dell'Istituto presso la Fortezza da Basso), in ragione della trasformazione dell'Opificio da luogo di produzione a centro di eccellenza, dotato di status autonomo (1975), dedito alla conservazione e il restauro sia delle opere lapidee sia del patrimonio artistico in generale. Tornando all'esterno dell'edificio si segnala, a destra, una lapide con una memoria relativa al pittore Pietro Benvenuti e all'incisore Raffaello Morghen, segnalata e trascritta da Francesco Bigazzi (1886). Più in particolare questa epigrafe, posta nel 1877, reca memoria di come i due artisti avessero qui abitato e qui fossero morti, il primo nel 1844, il secondo nel 1833. Di tali presenze documenta anche Federico Fantozzi che, nel suo volume del 1843, annota: "In quella porzione di fabbricato che corrisponde sulla via del Ciliegio ed ha la porta segnata di n. 6084 vi morì il dì 8 Aprile 1833 in età di anni 73 il celebre incisore Raffaello Morghen, e vi abita attualmente il Professore Pietro Benvenuti pittore aretino". Sull'edificio nel suo complesso si vedano anche le note relative al Conservatorio di Musica Luigi Cherubini (piazza delle Belle Arti) che ugualmente occupa parte dei locali già del monastero di San Niccolò di Cafaggio.
Bibliografia Follini-Rastrelli 1789-1802, III, pp. 271-273; Fantozzi 1842, p. 422, n. 162; Fantozzi 1843, pp. 179-180, n. 429; Firenze 1845, p. 72; Formigli 1849, p. 70; Firenze 1850, pp. 305-306; Passerini 1853, pp. 816-823; Bigazzi 1886, pp. 178-179; Limburger 1910, n. 99; Garneri 1924, pp. 223-224, n. IX; Allodoli-Jahn Rusconi 1950, p. 124; Osanna Fantozzi Micali in Roselli 1974, pp. 94-96, n. 57; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 47; Fantozzi Micali-Roselli 1980, pp. 220-221, n.75; Firenze 2005, p. 365; Invernizi 2007, I, pp. 31-32, nn. 16-17; Aleardi-Marcetti 2011, pp. 94-95, n. FI82.
Approfondimenti Guido Carocci, I Tabernacoli di Firenze, in "Arte e Storia", XXIII, 1904, 24/25, pp. 161-162; Annamaria Giusti, Il nuovo antico museo delle Pietre Dure, in "MCM, La Storia delle Cose", 1995, 29, pp. 27-30; Il Museo dell'Opificio a Firenze rinnovato da Adolfo Natalini, a cura di Adolfo Natalini, fotografie di Mario Ciampi, Livorno, Sillabe, 1995; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, p. 237.
Documentazione fotografica Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 10527 (veduta del tabernacolo posto al civico 74, 1972). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 57634, 57635, 57636, 57637, 57638, 57639, 57640, 57641, 57642, 57643, 57644, 57732, 57733, 57734, 57987, 57988, 57989, 57990, 57991 (documentazione relativa al cantiere di restauro, 1971); 60154, 60155, 60156, 60157, 60158, 60159, 60160, 60161, 60162, 60163, 60164, 60165, 60166, 62233, 62234, 62235, 62236, 62237, 62353, 62354, 62355, 62356, 62567, 62568, 62569, 62767, 62768, 62769, 62770, 62771, 62772, 62773, 62774, 63023, 63024, 63025, 63026, 63027, 63118, 63119, 63765, 63766, 63767, 63768, 63980, 63981, 64146, 64147, 64148, 64149, 64150, 64151, 64152, 64153, 64146, 64147, 64148, 64149, 64150, 64151, 64152, 64153 (documentazione relativa al cantiere di restauro, 1972); 65180, 65181, 65182, 65183, 65184, 65185, 65369, 65370, 66083, 66084, 66085, 66086, 66087, 66088, 66315, 66625, 66626, 66627, 66628, 66629, 66630, 67205, 67206, 67207, 67208, 69207, 73968, 73969 (documentazione relativa al cantiere di restauro, 1973); 74098, 74099, 74100, 74101, 74102, 74103, 74104, 74105, 74106 (documentazione relativa al cantiere di restauro, 1974); 74561, 74562, 74563, 74564, 76094, 76095, 76096, 76097, 76098, 76099, 76100, 76101, 76102, 76103, 76104, 77048, 77049, 77050, 77051, 78515, 78516, 78517 (documentazione relativa al cantiere di restauro, 1975); 107114, 107115, 107116, 107117, 107118, 107119, 108005, 108006, 108007, 108008, 108009 (documentazione relativa al cantiere di restauro, 1980); 122350, 122351, 122352, 122353, 122354, 122355, 122356, 122357, 122358, 122359, 122360, 122361, 122362, 122363, 122364, 122365, 122366, 122367 (veduta di ambienti interni adibiti a laboratorio e magazzini, 1983); 125154, 125155, 125156, 125157, 125158, 125159, 125160, 125161, 125162, 125792, 125793, 125794, 125795, 125796, 125797, 125798, 125799, 125800, 125801, 125802, 125803, 125804, 125805, 125806, 125807, 125808, 125809, 125810, 125811, 125812, 125813, 125814 (documentazione relativa al cantiere di restauro e di adeguamento degli ambienti, 1983); 126371, 126372, 126373, 126374, 126375, 126376, 126377, 126378, 126379, 126380, 126381, 126382, 126383 (documentazione relativa al cantiere di restauro e di adeguamento degli ambienti, 1984); 128259, 128260, 128261, 128262, 128263, 128264, 128265, 128266, 128267, 128268, 128269, 128270, 128271, 128272, 128273, 128274, 128275, 128276, 128277, 128278, 128279, 128280, 128281 (vedute di ambienti interni dopo gli interventi di restauro, 1984); 138327, 138328, 138329, 138330, 138331, 138332, 138333, 138334, 138335, 138336, 138337, 138338, 138339, 138340, 139067, 139068, 139069, 139070, 139071, 140117, 140118, 140119, 140120 (veduta di spazi interni adibiti a laboratorio in parte oggetto di interventi di adeguamento, 1986); 154657, 154658, 154659, 154660, 154661, 154662, 154663, 154664 (vedute del cortile e del deposito dei materiali lapidei, 1989); 154665, 154666, 154667, 154668, 154669, 154670, 154671, 154672, 154673, 154674, 154675, 154676, 154677, 154678, 154679, 154680, 154681, 154682 (documentazione relativa all'allestimento delle sale secondo il progetto di Lando Bartoli, 1989); 156851, 156851, 156853 (vedute del cortile, 1990); 165822, 165823, 165824, 165825, 165826, 165827 (vedute d'insieme e particolari del nuovo arredo della portineria, 1992).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla banca dati delle Architetture del 900 in Toscana (realizzata dalla Fondazione Michelucci e resa disponibile dalla Regione Toscana nel proprio sito). Ulteriori immagini e riferimenti bibliografici sono presenti nella banca dati Architettura toscana (L'architettura in Toscana dal 1945 ad oggi) e alla voce Opificio delle Pietre Dure su Wikipedia.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 25/09/2010
Data ultima modifica 04/01/2021
Data ultimo sopralluogo 16/03/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags museo, lapide, tabernacolo.
Crediti Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini
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