Scheda Palazzo di Baldaccio d'Anghiari

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere Santa Croce
Ubicazione Via dell'Anguillara 14
Denominazione Palazzo di Baldaccio d'Anghiari
Altre denominazioni Palazzo Riccialbani, casa della Posta
Affacci via dell'Acqua, via delle Burella
Proprietà Ricci Albani (Riccialbani), Pepi, Sercambi, Seriacopi, Bartolini Baldelli, Pecori Suarez, De Tomassi Immobiliare Srl.
Architetti - Ingegneri Ignoto/i.
Pittori - Scultori - Decoratori Rosa Paola.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Il palazzo, secondo le ricerche di Guido Carocci rese note sull'Illustratore fiorentino del 1915, apparteneva in antico ai Riccialbani che, nel 1498, lo vendettero ai Pepi, dai quali passò ai primi del Cinquecento ai Seriacopi, che per lungo tempo lo affittarono in parte all'ufficio del maestro delle Poste, da cui quella denominazione di palazzo o casa della Posta con la quale è talvolta indicato. Diversamente Walther Limburger (1910), che scriveva negli anni in cui la fabbrica era oramai da più di due secoli di proprietà dei Bartolini Baldelli, pur richiamando le proprietà citate, lo evidenziava come donato dal Comune di Firenze nel 1435 a Baldaccio d'Anghiari conte dell'Anguillara, capitano di ventura, fatto questo che in tempi recenti ha consentito di conferire alla proprietà una denominazione in ricordo del personaggio a nobilitare ulteriormente il luogo. Passato comunque per molte proprietà, pur avendo avuto origine tra Duecento e Trecento, si presenta attualmente nelle forme assunte a seguito di un rimaneggiamento cinquecentesco, almeno per quanto concerne il fronte principale su via dell'Anguillara. Gli interni sono viceversa segnalati dalla letteratura per le pitture murali riferibili al Settecento e legate al periodo della proprietà dei Bartolini Baldelli (Betti 2016). La facciata risulta essere stata restaurata nel 1902, quindi nel 1975 dall'impresa Daniele Catarzi (intervento seguito ai danni dell'alluvione del 1966 e premiato dalla Fondazione Giulio Marchi nel 1977) ed è stata nuovamente interessata da un esteso cantiere (aperto nel 2006 e posto sotto sequestro nel 2009) peraltro volto al frazionamento dell'intera e grande fabbrica che si estende, oltre che su via dell'Anguillara, su via dell'Acqua e via delle Burella. "La facciata su via dell'Anguillara è articolata su un alto piano terreno in cui è contenuto anche il piano ammezzato, definito nella parte superiore da un marcapiano su cui si aprono finestre a tutto sesto con ghiera e bozze lavorate. Lo stesso schema si ripete all'ultimo piano laddove la costruzione termina con bottaccio sormontato da un ampio tetto alla fiorentina. Al piano terreno il portale è a tutto sesto con ghiera di bozze lavorate ai cui lati sono finestre rettangolari, con cornice quattrocentesca, protette da ricche grate in ferro battuto databili al XVII secolo. La facciata che guarda la via dell'Acqua conserva, sull'angolo della via delle Burella, un'ampia parte di una costruzione del XIV secolo. La stessa architettura trecentesca continua nella facciata di via delle Burella. Sull'angolo di via dell'Anguillara e di via dell'Acqua è un tabernacolo di bella fattura databile tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo che contiene una statuetta in marmo raffigurante la Madonna col Bambino, databile anch'essa al XVI secolo. Il palazzo ha un cortile con piani superiori aggettanti sopra volticciole; al piano superiore si apre una loggia, ora chiusa, impostata su colonne di ordine tuscanico. Il portale in faccia all'ingresso è a tutto sesto, di gusto quattrocentesco, sormontato da un bassorilievo che ha al centro un medaglione con un profilo femminile (fine XVI-inizi XVII secolo). In asse è un altro portale di gusto manierista (XVII secolo)" (Patrizia Pietrogrande). Dal gennaio 2009, poco dopo essere stato liberato dai ponteggi, l'edificio è stato sottoposto a sequestro preventivo disposto dall'autorità giudiziaria per presunti abusi edilizi e violazioni alle norme di tutela dei beni culturali (frazionamento interno). Per quanto riguarda il tabernacolo prima richiamato, questo risulta restaurato nel 1998 da Paola Rosa per le cure di Gennaro Grosso.
Bibliografia Limburger 1910, n. 63; Illustratore fiorentino (1915) 1914, pp. 11-12; Limburger-Fossi 1968, n. 63; Palazzi 1972, p. 219, n. 419, p. 226, n. 436; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 65; Pietrogrande 1994, p. 87; Santi 2002, pp. 18-19; Cesati 2005, I, p. 32; Paolini 2008, p. 43, n. 45; Paolini 2009, pp. 58-59, n. 55.
Approfondimenti Guido Carocci, I Tabernacoli di Firenze, in "Arte e Storia", XXIII, 1904, 24/25, pp. 161-162; Michele Bocci, Sequestrato il palazzo dell'Anguillara, in "La Repubblica", 20 gennaio 2009; S. I., Appartamenti e residence nel palazzo storico, senza permessi, in "Corriere Fiorentino", 20 gennaio 2009; Marco Betti, Palazzo di Baldaccio d'Anghiari in Fasto privato. La decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine, III, Dal Tardo Barocco al Romanticismo, a cura di Mina Gregori e Mara Visonà, Firenze, Edifir, 2016, pp. 21-32.
Documentazione fotografica Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 10595 (veduta della cantonata tra via dell'Anguillara e via dell'Acqua con il tabernacolo, 1973). Archivio fotografico SBAP: 45186, 45187, 45188, 45189, 45190, 45191, 45192 (varie vedute e particolari dei prospetti esterni, 1968). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 10595 (veduta della cantonata con il tabernacolo, 1973).
Risorse in rete Sulla via sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Via dell'Anguillara su Wikipedia.
Codice SBAPSAE FI0317
ID univoco regionale 90480170390
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 08/04/2021
Data ultimo sopralluogo 12/01/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags tabernacolo, scultura.
Crediti Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini
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