Scheda Spedale di San Giovanni di Dio

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere Santa Maria Novella
Ubicazione Borgo Ognissanti 20- 22
Denominazione Spedale di San Giovanni di Dio
Altre denominazioni Spedale dei Vespucci, spedale di Santa Maria dell'Umiltà, spedale dei Frati della Sporta
Affacci via del Porcellana 2r
Proprietà Ospedale di San Giovanni di Dio, Comune di Firenze.
Architetti - Ingegneri Marcellini Carlo Andrea, Tosi Piero Antonio, Falcini Mariano, Villa Ignazio, Bellandi Francesco Maria, Caliterna Luigi.
Pittori - Scultori - Decoratori Ticciati Girolamo, Ticciati Pompilio, Meucci Vincenzo, Botti Rinaldo, Ferroni Violante.
Uomini illustri Vespucci Amerigo.
Note storiche L'istituto fu fondato negli anni ottanta del Trecento (1382) dalla famiglia Vespucci e amministrato dal 1400 (anno della morte di Simone Vespucci) fino al 1580 dai Capitani del Bigallo, quindi dal 1587 dai religiosi ospitalieri (frati dell'ordine di San Giovanni di Dio o Fatebenefratelli). Soppressa la corporazione religiosa nel 1808, l'ospedale fu sottoposto a Santa Maria Nuova quindi, dopo la restituzione dei beni al convento, l'istituzione fu eretta a ente morale nel 1857. Nel corso della sua storia la struttura subì numerosi interventi di adeguamento e tuttavia, tra i molti, è sicuramente da ricordare il cantiere condotto su progetto di Carlo Andrea Marcellini tra il 1702 e il 1713 (altrove 1735, data alla quale risale in realtà lo scenografico vestibolo) che, incorporando le case dei Vespucci che erano prossime (tra queste quella dove era nato Amerigo Vespucci nel 1454), condusse la fabbrica alle attuali dimensioni. Ulteriori interventi sono riconducibili a cantieri diretti dagli architetti Pier Antonio Tosi (1730-1734), Mariano Falcini (1850 circa) e Ignazio Villa (1860-1868), quest'ultimo finalizzato alla creazione di un ulteriore piano (numerosi materiali relativi alle trasformazioni ottocentesche sono conservati presso l'archivio storico del Comune di Firenze). Al 1866 si data il passaggio dalla gestione dei religiosi a quella di un Consiglio di Amministrazione. Tra il 1932 e il 1936 (si veda la lapide nell'androne di accesso al chiostro) sono documentati lavori di trasformazione e adeguamento eseguiti su progetto dell'ingegnere Francesco Maria Bellandi. Nel 1972 furono eseguiti ulteriori lavori di restauro e di ristrutturazione funzionale curati dall'architetto Luigi Caliterna. Nel 1983 la struttura e il suo patrimonio furono assegnati al Comune di Firenze e, nel 1992, con la costituzione delle aziende sanitarie, San Giovanni di Dio diventò presidio dell'Azienda Sanitaria di Firenze, con servizi ambulatoriali, di residenza protetta per anziani, di riabilitazione, di ruolo sociale. Del 2010 è la decisione della vendita dell'immobile con la cessazione di tutte le attività. Dettagliata la descrizione della fabbrica offerta da Federico Fantozzi (1843) che, per quanto riguarda il fronte sulla strada (comprendendo anche la chiesa qui non presa in considerazione), così annota: "L'esterna facciata, d'ordine ionio, è decorata di pilastri che sostengono una cornice ed un attico coronato da un frontespizio triangolare, di ragionevoli proporzioni e ornativa, ma le tre porte sono per la loro bizzarra e capricciosa composizione un delirio di architettura. La porta di mezzo introduce nella chiesa; quella a levante in alcune stanze che precedono la sagrestia, e la terza a ponente nel convento e spedale. Entrando da quest'ultima si perviene in un vestibolo che ha una scala a doppia rampa che ascende allo spedale e fa corona, per così dire, al portone che mette nel convento". Per quanto riguarda il fronte esterno questo si presenta essenzialmente nelle forme conferitegli dall'intervento di Ignazio Villa che, unificando il corpo di fabbrica con l'ingresso settecento all'ospedale a quello della casa posta d'angolo con via del Porcellana (e soprelevando il tutto di un piano), portò l'insieme a svilupparsi per gli attuali otto assi per cinque piani, con il terreno segnato da un finto bugnato in ossequio ai modelli neorinascimentali allora in voga. Sulla porzione destra della facciata, di fianco all'ingresso più antico segnato con il numero civico 20, è una bella targa sagomata datata 1719 e posta dai padri di San Giovanni di Dio che ricorda la munificenza dei Vespucci (già trascritta da Francesco Bigazzi). In alto sono due pietrini a rotella, uno con le insegne congiunte della Compagnia del Bigallo e della Arciconfraternita della Misericordia, l'altro con l'insegna di Parte Guelfa. Per quanto riguarda gli interni, di particolare rilievo è il già citato ambiente del vestibolo, terminato nel 1735, in buona parte occupato da due rampe di scale che si sviluppano con andamento curvilineo e avvolgente, serrando al centro il portone già di accesso al convento. "L'effetto scenografico dell'insieme, ricco di richiami al repertorio barocco e costruito forse su indicazioni della committenza tanto è estraneo alla tradizione tipologica locale, è amplificato dalla presenza sul pianerottolo del gruppo marmoreo di San Giovanni di Dio con l'Arcangelo Gabriele e il povero genuflesso, opera di Girolamo Ticciati del 1737, e, all'inizio delle rampe, delle statue della Fede e della Speranza scolpite da Pompilio Ticciati nel 1771" (Martellacci 1992). Le pitture e le prospettive della volta (1735) sono di Vincenzo Meucci e di Rinaldo Botti, i due medaglioni a fresco sulle pareti laterali di Violante Ferroni. Attualmente parte del primo piano del complesso è sede del Centro di Documentazione per la Storia dell'Assistenza e della Sanità
Bibliografia Del Bruno 1757, p. 86; Cambiagi 1765, p. 141; Cambiagi 1771, p. 155; Cambiagi 1781, p. 150; Thouar 1841, p. 244; Fantozzi 1842, pp. 552-553, n. 273; Fantozzi 1843, pp. 32-33, n. 37; Firenze 1845, p. 132; Formigli 1849, pp. 121-122; Firenze 1850, pp. 473-475; Bigazzi 1886, pp. 6-8; Limburger 1910, n, 310; Limburger-Fossi 1968, n. 310; Firenze 1974, p. 293; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, p. 339; Fantozzi Micali-Roselli 1980, pp. 148-149; Rosamaria Martellacci in Firenze 1992, p. 160, n. 120; Zucconi 1995, p. 111, n. 167; Firenze 2005, p. 433; Invernizi 2007, II, p. 318, n. 284.
Approfondimenti Marco Lastri, Casa di Amerigo Vespucci, incorporata nel Convento de' P.P. di S. Gio. di Dioi, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, V, pp. 49-52; Marco Lastri, Spedale de' FF. di S. Giovanni di Dio, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, V, pp. 53-54; Notizie relative alla fondazione e amministrazione dello Spedale denominato San Giovanni di Dio in Firenze, Firenze, Stabilimento tipografico G. Civelli, 1898; Riccardo Boninsegni, Spedale Vespucci detto di San Giovanni di Dio, Firenze: relazione al sindaco di Firenze, Firenze, A. Vallecchi & C., 1910; Spedale di San Giovanni di Dio. Progetto di sistemazione ed ampliamento dello Spedale di S. Giovanni di Dio in Firenze: MCMXXIX, Firenze, Stabilimento tip. già Chiari succ. C. Mori, 1930; Giovanni Cavina, L'ospedale di S. Giovanni di Dio in Firenze negli anni dal 1929 al 1955, Firenze, Coppini, s.d. ma 1955; Spedale di S. Maria dell'Umiltà o dei Vespucci detto S. Giovanni di Dio in Firenze: 1382-1982: VI centenario della fondazione, Firenze, Tip. Nazionale, s.d. ma 1982; Carlo Cresti, L'architettura del Seicento a Firenze, Roma, Newton Compton, 1990, pp. 274-277; Agostino Lucarella, Lo Spedale San Giovanni di Dio già de' Vespucci, Bari, Laterza, 1990; Mara Visonà, Carlo Marcellini, accademico 'spiantato' nella cultura fiorentina tardo-barocca, Ospedaletto (Pisa), Pacini, 1990; Lucia Sandri, L'archivio dell'Ospedale di San Giovanni di Dio in Firenze (1604-1890), Cernusco sul Naviglio, Edizioni Fatebenefratelli, 1991; Esther Diana, San Matteo e San Giovanni di Dio: due ospedali nella storia fiorentina; struttura nosocomiale, patrimonio fondiario e assistenza nella Firenze dei secoli XV-XVIII, Firenze, Casa Editrice Le Lettere, 1999; Settecento anni di storia. S. Giovanni di Dio, un ospedale da non dimenticare, a cura di Enrico Ghidetti e Esther Diana, Firenze, Polistampa, 2012; Carlotta Lenzi Iacomelli, Vincenzo Meucci (1694-1766), Firenze, Edifir 2014, pp. 185-186; Il corpo e l'anima. I luoghi e le opere della cura ospedaliera in Toscana dal XIV al XIX secolo, catalogo della mostra (Prato, Museo del Palazzo Pretorio, 28 maggio-14 settembre 2015) a cura di Esther Diana, Pisa, Pacini, 2015, pp. 41-43; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 380-381.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: BEN-F-010549-0000 (veduta d'insieme del prospetto); BEN-F- 010550-0000 (veduta d'insieme del vestibolo). Archivio Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0128592 (veduta d'insieme del vestibolo). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 40572, 40573, 40574, 40575, 40576, 40577, 40578, 40579 (vedute di scorcio con l'insieme e i particolari del prospetto, 1968).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Ospedale Vecchio di San Giovanni di Dio su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL) e dal sito dell'Associazione San Giovanni di Dio.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 25/12/2010
Data ultima modifica 12/02/2021
Data ultimo sopralluogo 26/07/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags lapide, iscrizione, stemma civile, pietrino.
Crediti Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini
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