Scheda Palazzo dei Capitani di Parte Guelfa

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere Santa Maria Novella
Ubicazione Via di Capaccio 1
Denominazione Palazzo dei Capitani di Parte Guelfa
Altre denominazioni Palagio di Parte Guelfa, palazzo della Comunità (della Comune)
Affacci piazza di Parte Guelfa, chiasso di San Biagio, via delle Terme 2B
Proprietà Parte Guelfa, Comune di Firenze.
Architetti - Ingegneri Brunelleschi Filippo, della Luna Francesco, Vasari Giorgio, Lensi Alfredo.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Si tratta di uno dei prospetti del palazzo dei Capitani di Parte Guelfa, per le cui complesse vicende costruttive si rimanda alla scheda relativa a piazza di Parte Guelfa. Da questo lato, sfruttando il piano terreno trecentesco, Filippo Brunelleschi costruì l'attuale e ulteriore corpo che si pone appunto tra via delle Terme e via di Capaccio (1418, cantiere interrotto e poi ripreso nel 1425), proseguito da Francesco della Luna (così secondo Giorgio Vasari) nella prima metà del Quattrocento e rimasto interrotto alla metà dei grandi occhi sormontanti i finestroni. "In questo palazzo sono evidenti gli inconfondibili caratteri formali dell'architettura brunelleschiana: leggere trabeazioni che corrono con ininterrotta linearità, delicato risalto di piani, modinature creatrici di ombre leggere e trasparenti, proporzioni delle finestre, tondi per le terracotte invetriate; tutto il linguaggio, infine, del grande maestro usato con mirabile senso di corrispondenza al nuovo tema" (Chierici 1952). Sul lato di via di Capaccio è inoltre un'ulteriore aggiunta di completamento dovuta a Giorgio Vasari (1589 ca.) a saturare lo spazio tra il palazzo dei Capitani e quello dell'Arte della Seta, in modo da rispondere alle rinnovate esigenze di spazio nel momento in cui qui vennero trasferiti gli uffici del Monte Comune (1557); sempre a Giorgio Vasari si deve anche l'elegante loggetta pensile all'angolo di destra, con stemma mediceo in pietra dipinta, opera del Giambologna. I Capitani risiedettero nel palazzo fino al 1769, quando la magistratura e il Monte Comune vennero soppressi, e l'edificio passato alla comunità di Firenze. Col tempo il complesso decadde miseramente e ancora così lo mostrano le fotografie che documentano, nel tardo Ottocento, l'adattamento del complesso a sede del Corpo dei Pompieri. Negli anni venti del Novecento l'intera fabbrica fu oggetto di un complesso intervento di restauro e di ricostruzione (1921-1922), ideato e voluto da Alfredo Lensi, direttore dell'Ufficio Comunale di Belle Arti. Nell'agosto del 1944 il complesso si trovò - riportando fortunatamente solo danni riparabili - al limitare della zona distrutta dalle mine poste dall'esercito tedesco in ritirata e questo fronte si trovò godibile in tutto il suo insieme, non più occultato dalla cortina di case di via Por Santa Maria (si veda tra le molte la fotografia Alinari scattata al tempo). Fu quindi discussa e osteggiata la proposta di ricostruire la cortina di edifici, come in realtà poi accadde, pur ricavando un piccolo slargo in corrispondenza della fabbrica. Echi di tali polemiche sopravvivono ancora nel repertorio di Bargellini e Guarnieri (1977): "quando le mine tedesche, nel 1944, distrussero le case di Por Santa Maria ad un cumulo di macerie, anche la Via di Capaccio fu cancellata e venne in piena luce la bellissima architettura brunelleschiana della parte tergale del Palazzo di Parte Guelfa. Invano si sperò che al posto della Via di Capaccio fosse lasciata una piazza e che all'Arnolfo del Palazzo Vecchio facesse specchio il Brunelleschi del Palazzo di Parte Guelfa. Nonostante richieste, polemiche e proteste, si volle ricostruire la brutta quinta degli edifici moderni, e Via di Capaccio divenne un'insipida striscia di lastrico, dal quale si può a stento vedere, oltre alla serena architettura brunelleschiana, la Loggetta costruita da Giorgio Vasari, nel Cinquecento, per conto di Cosimo I". Dal lato di via di Capaccio si documentano interventi di restauro all'edificio nel 1954 e ancora nel 1972-1974. Sempre da questo lato si segnala, sul lato destro dell'ingresso segnato con il civico 1, un antico scudo oramai in pessime condizioni di conservazione con ciò che resta dell'insegna dell'Arte della Seta. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia Fantozzi 1842, pp. 583-584; Fantozzi 1843, p. 59, nn. 112-113; Firenze 1845, p. 158; Formigli 1849, p. 143; Firenze 1850, pp. 158-159; Stegmann-Geymüller 1885-1908, I, p. 25, tav. 5 (Brunelleschi); Elenco 1902, p. 249; Limburger 1910, n. 541; Garneri 1924, p. 81, n. XL; Chierici 1952-1957, I, 1952, p. 74; Thiem 1964, p. 136, n. 80, tav. 6; Limburger-Fossi 1968, n. 541; Palazzi 1972, p. 73, n. 121, p. 75, n. 125, p. 111, n. 207; Firenze 1974, p. 302; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 190; III, 1978, pp. 38-39; Dezzi Bardeschi 1981, pp. 19, 25, 67-69; Stefano Bertocci in Firenze 1992, p. 51, n. 28; Trotta 1992, p. 31; Cozzi-Carapelli 1993, pp. 148-150; Zucconi 1995, p. 53, n. 54; Bertocci 1998, p. 193, nn. 180-181; Cesati 2005, II, pp. 453-454; Cesati (Piazze) 2005, pp. 156-159; Firenze 2005, p. 244; Adsi 2009/1, pp. 32-34.
Approfondimenti Il Palazzo di Parte Guelfa, in "Arte e Storia", XIX, 1900, 21, p. 139; Romualdo Pantini, Restauri fiorentini, in "Emporium", 1905, 22, pp. 225-238; Carlo Papini, Le celebrazioni del Centenario Dantesco, in "Arte e Storia", XL, 1921, 2, pp. 73-77; Carlo Papini, La celebrazione del Secentenario Dantesco, in "Arte e Storia", XL, 1921, 3, pp. 102-106; Il restauro del Palagio di Parte Guelfa, in "La Nazione", 26 ottobre 1922 (anche in Mauro Cozzi, Gabriella Carapelli, Edilizia in Toscana nel primo Novecento, Firenze, Edifir, 1993, pp. 201-203); Mario Salmi, Il palazzo della Parte Guelfa di Firenze e Filippo Brunelleschi, in "Rinascimento", II, 1951, 1, pp. 3-11; Diane Finiello Zervas, The Parte Guelfa Palace, Brunelleschi and Antonio Manetti, in "The Burlington Magazine", 1984, 126, pp. 494-499; Carlo Francini, La scala del Palazzo di Parte Guelfa, in "Bollettino della Società di Studi Fiorentini", 1999, 4, pp. 163-164; Giorgio Caselli, Sulla demolizione della volta di San Biagio, in "Bollettino della Società di Studi Fiorentini", V, 1999 (2000), pp. 166-168; Sara Benzi, Luca Bertuzzi, Il Palagio di Parte Guelfa a Firenze, Firenze, Firenze University Press, 2006; Sara Benzi, Il palagio di Parte Guelfa. Giorgio Vasari, in Ammannati e Vasari per la città dei Medici, a cura di Cristina Acidini e Giacomo Pirazzoli, Firenze, Polistampa, 2011, p. 190; Carla Balocco, Retrofitting energetico ed impianistico in edifici storici: l’esempio del Palagio di Parte Guelfa in Firenze, in "Bollettino ingegneri", LXI, 2013, 1/2, pp. 3-14.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: MFC-F-002269-0000 (veduta d'insieme della piazza di Parte Guelfa verso il palazzo, 1880-1890); ACA-F-017233-0000 (veduta dell'edificio dal lato di via delle Terme, 1915-1920); ACA-F-045605-0000 (veduta d'insieme della piazza di Parte Guelfa verso il palazzo, 1930 circa); ADA-F-040436-0000 (veduta della piazza di Parte Guelfa, 1940 circa); ARC-007034-0000, ARC-F-007055-0000, ARC-F-007060-0000 (danni prodotti dall'esplosione delle mine nell'agosto del 1944, 1944); ACA-F-049809-0000 (veduta d'insieme dei prospetti dei palazzi di Parte Guelfa e dell'Arte della Seta su via di Capaccio, aperta su Por Santa Maria a seguito delle distruzioni operate nell'agosto del 1944 dall'esercito tedesco in ritirata, 1950); ACA-F-055799-0000 (veduta d'insieme della piazza di Parte Guelfa verso il palazzo, 1963); CAL-F-004496-0000 (veduta d'insieme della piazza di Parte Guelfa verso il palazzo, 1996). Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0038501, 0038503 (veduta d'insieme e particolare del soffitto ligneo della sala dei Capitani); 0066157, 0066160 (particolari dei prospetti); 0066974 (veduta d'insieme del salone del Brunelleschi); 0067006 (veduta d'insieme della piazza di Parte Guelfa con la chiesa e il palazzo); 0067179 (particolare del prospetto); 0116352 (veduta d'insieme della piazza di Parte Guelfa con la chiesa e il palazzo). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 9953 (veduta d'insieme di via di Capaccio con la loggetta vasariana, 1900 ca.); 6084, 6085, 6087, 6108, 65038, 126565 (vedute e particolari del palazzo dal lato di via di Capaccio prima dell'avvio dei lavori di restauro, 1921); 6110, 611, 6113, 6115, 6120, 6123, 6124, 126559, 126565, 128209, 128210, 128226, 128228, 128229, 128230, 128231 (documentazione relativa al cantiere del 1921-1923, 1922-1925); 6083, 6088, 6107, 65040, 128122, 128227, 118228 (vedute e particolari del palazzo dal lato di via di Capaccio dopo i lavori di restauro, 1923); 6101, 6103, 6117, 6123, 128233 (documentazione dei danni arrecati dall'esplosione delle mine poste dall'esercito tedesco in ritirata, con riprese da via Por Santa Maria, 1944-1946); 6105, 6112 (documentazione relativa a un intervento di restauro dal lato di via di Capaccio, 1954); 9558, 12091, 12093, 14559, 14560, 14561, 65088, 65242 (documentazione relativa a un intervento di restauro dal lato di via di Capaccio, 1971-1974); 14558 (veduta panoramica dell'edificio dal lato della piazza, 1974). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 35878, 35879, 35880, 35881, 35882, 35883, 35884, 35885, 35886, 35887, 35888 (vedute d'insieme e particolari della piazza di Parte Guelfa con la chiesa e il palazzo, 1967).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palagio di Parte Guelfa su Wikipedia, e dal sito ufficiale del palazzo. Online è reperibile anche il lavoro di Benzi e Bertuzzi (2006) citato in bibliografia.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 19/08/2013
Data ultima modifica 19/10/2021
Data ultimo sopralluogo 06/01/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags scala, tabernacolo, pietrino, stemma civile, stemma ecclesiastico.
Crediti Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini
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