Scheda Via Porta Rossa

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere Santa Maria Novella
Ubicazione Via Porta Rossa
Denominazione Via Porta Rossa
Altre denominazioni Via de' Cavalcanti, via di Baccano
Affacci .
Proprietà Comune di Firenze.
Architetti - Ingegneri Ignoto/i.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche La via ha come termini via dei Calzaiuoli (canto Diamante) e via de' Tornabuoni. Lungo il tracciato si innestano: via dell'Arte della Lana, via Calimala e piazza del Mercato Nuovo, via Pellicceria, via de' Sassetti e piazza de' Davanzati, via Monalda. La denominazione è attestata in relazione a questa contrada fin dall'XI secolo, e trae origine dal nome di una postierla che si trovava nelle più antiche mure cittadine in corrispondenza dell'estremità della strada verso il monastero vallombrosano di Santa Trinita, detta appunto Porta Rossa. Lo stesso Giovanni Villani ricorda "una postierla chiamata Porta Rossa, che ancora a' nostri tempi ha ritenuto il nome". Non è tuttavia noto il motivo della titolazione e in che modo la porta si distinguesse dalle altre, visto che dobbiamo supporre diffuso l'uso di proteggere le porte cittadine con il minio (di colore rosso, appunto) per meglio proteggerle delle intemperie. "Per quale ragione allora soltanto ad una posterula sarebbe rimasto quell'attributo coloristico? Si pensa che, come il Ponte Rosso, questa posterula venisse chiamata così perché costruita con mattoni senza intonaco. Pare invece, che oltre al rosso della porta e al rosso dei mattoni, fosse vistosamente rosso anche un fallo, sulla chiave dell'arco, e che ancora si può vedere al Museo Archeologico" (Bargellini-Guarnieri 1978). Altre denominazioni (segnalate ad esempio nello Stradario storico amministrativo del Comune di Firenze del 1913) furono quelle di via de' Cavalcanti e successivamente di via di Baccano (così ad esempio nella pianta di Firenze di Ferdinando Ruggieri del 1731), ambedue in relazione al primo tratto fino alla piazza del Mercato Nuovo. In questi casi i nomi possono essere spiegati, nel primo per la presenza del palazzo dei Cavalcanti sul canto di via dei Calzaiuoli dove la strada si origina (così come di altre proprietà della famiglia, si veda ad esempio la scheda relativa al palazzo dei Cavallereschi), nell'altro forse dal rumore naturalmente connesso alle attività del mercato. Sempre in relazione a questo primo tratto, un'antica lapide murata sul palazzo dei Cavallereschi in corrispondenza del cantone con la piazza del Mercato Nuovo, ricorda come la strada fosse stata aperta nel 1307 grazie al podestà Matteo Terribili di Amelia. Per quanto riguarda le trasformazioni subite nel tempo dal tracciato si ricordano, oltre alle demolizioni cinquecentesche volte alla creazione della piazza del Mercato Nuovo, gli esiti della grande operazione di 'risanamento' dell'area del Mercato Vecchio (1885-1895) che arrivò a lambire la nostra zona, con l'ampliamento e la costruzione di nuovi edifici nel tratto tra via Calimala e la piazza de' Davanzati, aperta proprio nel corso dei lavori. La strada, con la carreggiata pavimentata a lastrico, nonostante le distruzioni operate nell'Ottocento, mantiene ancora carattere eminentemente antico, con notevoli emergenze architettoniche (tra queste il palazzo Davanzati e le residenze dei Bartolini) e scorci oltremodo suggestivi. La via è compresa nell'area pedonale del centro storico: sia perché costituisce una importante arteria di collegamento tra la zona di via de' Calzaiuoli e quella di via de' Tornabuoni, sia per la presenza di numerose attività commerciali, è segnata da un notevole flusso pedonale in ambedue le direzioni. Per quanto sopra descritto l'arteria è da considerarsi di eccezionale interesse storico e artistico.
Bibliografia Stradario 1913, p. 115, n. 808; Stradario 1929, p. 97, n. 884; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, pp. 170-173; Ciabani 1984, pp. 232-234; Stradario 2004, p. 356.
Approfondimenti Marco Lastri, Baccano, e modo di pavimentar le strade, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, XI, pp. 74-80; Niccolò Salvi, Di una nuova strada da aprirsi in Firenze invece di allargare la via Porta Rossa, progetto dell’ing. Niccolò Salvi, Firenze, Tipografia M. Cellini, 1866; Via Porta Rossa, in Guido Carocci, Firenze scomparsa. Ricordi storico-artistici, Firenze, Galletti e Cocci, 1897, pp. 39-43.
Documentazione fotografica Campo in corso di revisione.
Risorse in rete Sulla via sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Via Porta Rossa su Wikipedia e dallo Stradario storico amministrativo del Comune di Firenze disponibile online.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 07/11/2013
Data ultima modifica 14/04/2020
Data ultimo sopralluogo 02/04/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags toponomastica, stradario (via, canto).
Crediti Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini
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