Scheda Palazzo dei Giudici

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere Santa Croce
Ubicazione Piazza dei Giudici 1
Denominazione Palazzo dei Giudici
Altre denominazioni Castello d'Altafronte, palazzo de' Castellani, palazzo del Commissariato di Guerra, Istituto e museo della Scienza, museo Galileo
Affacci lungarno Anna Maria Luisa de' Medici 2
Proprietà Altafronte, Uberti, Bardi, Buoninsegni (Bonsostegni), Castellani, Regio Governo della Toscana, demanio dello Stato.
Architetti - Ingegneri Leoni Francesco, Boccini Luigi, Mazzei Francesco Mazzeo, Dini, Mazzoni Paolo, Guicciardini Piero, Magni Marco, Natalini Adolfo, Natalini Fabrizio, Rizzello Maria Cristina, Paolini Leonardo.
Pittori - Scultori - Decoratori Poccetti (Bernardino Barbatelli, d.).
Uomini illustri Demetrio Paleologo.
Note storiche L'origine della fabbrica è antica (XI secolo), ad uso di fortificazione, su quello che era il punto più elevato della città medioevale sulla sponda destra del fiume. Già possesso degli Altafronte (castello Altafronte o d'Altafronte), il complesso è citato nel 1180 come passato di proprietà agli Uberti. Nel 1333, a causa della disastrosa inondazione dell'Arno, la fabbrica fu quasi totalmente distrutta e questa volta ricostruita in forme diverse, ad uso di abitazione privata che, dopo alcuni passaggi di proprietà, pervenne alla famiglia Castellani, ben presente con altre case nella zona tanto da dare originariamente il proprio nome sia alla piazza antistante sia alla via che attualmente conduce alla Loggia del Grano. Come residenza evidentemente di notevole bellezza, è ricordata per aver ospitato nel 1439 Demetrio Paleologo, fratello di Giovanni imperatore d'Oriente. Nel 1572-1574 Bernardino Poccetti eseguì sulla facciata vari graffiti, come documentato da Filippo Baldinucci. Ricordandoli, Fantozzi (1842) precisa che furono distrutti dal tempo "ad eccezione dell'arme medicea che si vede sopra a quella finestra del primo piano che rimane a piombo della porta d'ingresso". Nello stesso 1574 presero sede nel palazzo i cinque Giudici di Ruota (istituiti nel 1502 per le cause civili e così detti perché si alternavano a rotazione scambiandosi le mansioni) lasciando il precedente ufficio nel palazzo del Bargello, fatto che comportò la nuova denominazione dell'edificio come 'dei Giudici', mantenutasi anche dopo la soppressione della magistratura nel 1841. Nel 1839 l'architetto Francesco Leoni "restaurò con molta solidità tutto il fabbricato, e nel sito del suo antico inutile cortile, costruì una comoda e bella scala della quale molto abbisognava, per essere l'antica oltre ogni credere incomoda e mal situata" (Fantozzi 1842). Tali lavori furono promossi per rendere l'edificio idoneo ad ospitare il Commissariato di Guerra, il Comando generale e l'Amministrazione militare, più volte ricordati come di stanza in questi ambienti nella letteratura successiva. Negli anni di Firenze Capitale (1865-1871) qui fu ospitata, senza necessità di ulteriori adattamenti se non l'adeguamento degli impianti e alcune finiture (ingegneri Luigi Boccini e Francesco Mazzei), la Direzione Demaniale e dei Regi Possessi, la sezione amministrativa per le fabbriche e il deposito degli arazzi e di altri manufatti e opere provenienti dal Palazzo della Signoria. Nel 1883, con l'intento di recuperare una ipotetica situazione originaria, vennero eliminati intonaci e graffiti dai piani superiori, mettendo a nudo l'apparecchio murario. Nel 1885, collegato con l'attuale biblioteca Magliabechiana, divenne sede della Biblioteca Nazionale (qui erano i manoscritti e l'alloggio del bibliotecario), previo nuovi interventi di adattamento diretti dall'architetto Dini (Garneri 1924). Negli anni successivi ospitò la Deputazione di Storia Patria e l'Accademia della Crusca, fino ad essere individuato (costruita la nuova sede della Biblioteca) per ospitare l'Istituto e il Museo di Storia della Scienza dell'Università degli Studi di Firenze, fondati da Andrea Corsini e dal principe Piero Ginori Conti nel 1927, e qui inaugurati nel maggio del 1930. Negli ultimi decenni, dopo aver fatto fronte ai danni provocati dalla seconda guerra mondiale e dall'alluvione del 4 novembre 1966 (sono documentati cantieri negli anni 1976-1978 e 1983-1984), la direzione dell'Istituto si è fatta promotrice di vari e importanti interventi di risistemazione interna. Più in particolare il complesso è stato interessato da lavori di restauro tra il 2002 e il 2003 (nell'ambito di un cantiere ben più ampio, collocabile tra il 1989 e il 2004 e diretto dall'architetto Paolo Mazzoni) al piano seminterrato che, tra l'altro, hanno permesso il ritrovamento di quattro poderosi archi di fondazione dell'antico castello. Nel 2008 il museo è stato chiuso per permettere ulteriori interventi di sistemazione, adeguamento degli spazi interni e riconfigurazione dell'intera dotazione espositiva (progetto Guicciardini & Magni Architetti Studio Associato con Natalini Architetti e collaborazione di Maria Cristina Rizzello, opere strutturali ingegnere Leonardo Paolini), riaprendo nel giugno 2010 con la denominazione di museo Galileo. Per quanto concerne la grande fabbrica, questa si presenta con il carattere conferitole dai vari restauri succedutisi nel tempo, tesi a recuperare ora il carattere del fortilizio medioevale, ora del palazzo tre quattrocentesco, comunque ridisegnata sui fronti con le pietre a vista che si estendono per tutti i tre piani, con finestre centinate, su un robusto pianterreno ad archi di bugnato. In prossimità delle cantonate sono scudi dei Buonsostegni, dei Bongi e dei Castellani. Sia dal lato del lungarno sia dal lato della piazza ricorrono alcuni pietrini con l'arme dei Giudici e Notai. Nell'androne sono due scudi con armi riferibili ai Giudici di Ruota. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia Fantozzi 1842, pp. 155-156, n. 7; Fantozzi 1843, p. 63, n. 126; Firenze 1845, p. 204; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, III, 1846, pp. 135-136; Formigli 1849, p. 178; Firenze 1850, p. 207-208; Ademollo-Passerini 1853, IV, p. 1486; Carocci 1897, p. 139; Elenco 1902, p. 249; Ross 1905, p. 22; Limburger 1910, n. 322; Bertarelli 1922, p. 85; Garneri 1924, p. 145, n. XVI; Bertarelli 1937, p. 168; Thiem 1964, pp. 139-140, n. 87; Limburger-Fossi 1968, n. 322; Borsook 1972, p. 142; Palazzi 1972, pp. 137-138, n. 249; Fanelli 1973, I, pp. 12, 25-27, 33, 291, 393; Firenze 1974, p. 179; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 214; II, 1977, pp. 63-64; Cresti-Zangheri 1978, p. 130; Dezzi Bardeschi 1981, pp. 81-82; Roselli 1985, p. 68, n. 22; Zucconi 1995, p. 50, n. 48; Bertocci 1998, p. 268, nn. 348-349; Cesati 2005, I, p. 296; Cesati (Piazze) 2005, p. 104; Firenze 2005, p. 426; Paolini 2008, pp. 104-106, n. 149; Paolini 2009, pp. 167-169, n. 222; Fantozzi Micali-Lolli 2016, pp. 86-87.
Approfondimenti Marco Lastri, Palazzo de' Giudici di Ruota, e come v'ebbe parte la Sinagoga, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, IX, pp. 58-60; Il Castello d'Altafronte, in "Arte e Storia", II, 1883, 21, p. 167; Palazzo de' Giudici, in "Arte e Storia", III, 1884, 23, p. 183; Il Castello d'Altafronte, in "Arte e Storia", VI, 1887, 32, p. 247; Guido Carocci, Notizie e curiosità storiche fiorentine tratte dalle Portate della Decima, in "Arte e Storia", XIX, 1900, 12, pp. 80-81; Franco Luperini, Andrea Maffei, Cenni storici sul Palazzo dei Giudici attuale sede del Museo di storia della scienza a Firenze, in L'Istituto e Museo di Storia della Scienza a Firenze, a cura di Francesco Gurrieri, Luigi Zangheri, Firenze, Uniedit, 1978, pp. 41-50; Stefano Rosati, Istituto e Museo di Storia della Scienza, in La Scienza a Firenze. Itinerari scientifici a Firenze e Provincia, a cura di Mariano Bianca, Firenze, Alinea, 1989, p. 109; Rodolfo Gattai, Cambia faccia il Museo della Scienza, in "La Nazione", 23 marzo 1991, Piero Guicciardini, Marco Magni, Il progetto del Museo Galileo, in Museo Galileo: capolavori della scienza, a cura di Filippo Camerota, Firenze, Giunti, 2010, pp. 61-65; Luigi Zangheri, La sede del Museo Galileo, in Museo Galileo: capolavori della scienza, a cura di Filippo Camerota, Firenze, Giunti, 2010, pp. 51-60; Palazzo Castellani, Firenze, in Paolo Mazzoni. Restauro su restauro, a cura di Paola Maresca, Firenze, Angelo Pontecorboli Editore, Firenze, 2014, pp. 136-139; Denise Ulivieri, Laura Benassai, Un (altro) architetto per la Capitale. Francesco Mazzei "valente e modesto" restauratore a Firenze, in "Annali della Storia dei Firenze", X-XI, 2015-2016 (2016), pp. 237-266.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: ACA-F-002847-0000 (veduta d'insieme da piazza dei Giudici, 1890 circa); SEA-S-F11996-0001 (veduta d'insieme da piazza dei Giudici, 1996); OBN-F-000182-0000 (veduta del prospetto sul lungarno, 2000). Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0034560 (veduta d'insieme da piazza dei Giudici); 0149523, 0149524, 0149525 (veduta d'insieme e particolari della meridiana). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 61041 (veduta del cancello di accesso al chiasso che perimetra il palazzo e che dal lungarno conduce a via de' Castellani, 1971). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 37890, 37891, 37892, 37893, 37894, 37895, 37896, 37897, 37898, 37899 (vedute d'insieme e particolari dei vari prospetti, 1967); 79816, 79817, 79818, 79819, 79820, 79821, 79822, 79823, 79824, 79825, 79826, 79827, 79828, 79829, 79830, 79831 (vedute d'insieme e particolari del cantiere di restauro, 1976); 83608, 83609, 83610, 83611, 83612, 83613, 83614, 83615, 83616 (vedute della loggia dopo l'intervento di restauro alle coperture, 1976); 87862, 87863, 87864, 87865, 87866, 87867 (vedute d'insieme del cantiere di restauro del prospetto verso il lungarno, 1977); 88107, 88108, 88109, 88110, 88111, 88112, 88113 (vedute d'insieme del cantiere di restauro del prospetto verso il lungarno, 1977); 89083, 89084, 89085, 89086 (vedute d'insieme dei vari prospetto del complesso liberati dai ponteggi, 1978); 125960 (veduta d'insieme dell'edificio con i prospetti chiusi dalle impalcature, 1983); 125961, 125962, 125963, 125964, 128891, 128892, 128893, 128894, 128895, 128896, 128897, 128898, 128899, 128900, 128901, 128902, 128903, 128904, 128905, 128906, 128907, 128908, 128909, 128910, 128911, 128912, 128913, 128914, 128915, 128916, 128917, 128918, 128919, 128920, 128921, 128922, 128923, 128924, 128925, 128926, 128927, 128928, 128929, 128930, 128931, 128932, 128933, 128934, 128935 (particolari delle murature e degli elementi lapidei dei prospetti prima e durante le operazioni di restauro, 1984); 129797, 129798, 129799, 129800, 129801, 129802, 129803, 129804, 129805, 129806, 129807, 129808, 129809, 129810, 129811, 129812, 129813, 129814, 129815, 129816, 129817 (particolari delle murature e degli elementi lapidei dei prospetti durante le operazioni di restauro, 1984); 131775, 131776, 131777, 131778, 131779, 131780, 131781, 131782, 131783, 131784, 131785 (particolari delle murature e degli elementi lapidei dei prospetti durante e dopo le operazioni di restauro, 1984); 132270, 132271, 132272, 132273, 132274, 132275, 132276, 132277, 132278 (particolari delle murature e degli elementi lapidei dei prospetti durante e dopo le operazioni di restauro, 1984); 198185, 198186 (veduta d'insieme del cantiere di restauro delle coperture, 1998).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalle voci Castello d'Altafronte e Museo Galileo su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL) e dal sito del Museo Galileo.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 02/12/2021
Data ultimo sopralluogo 21/02/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags biblioteca, museo, scultura, stemma civile, pietrino.
Crediti Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini
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