Scheda Palazzo Neroni

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere San Giovanni
Ubicazione Via de' Ginori 7
Denominazione Palazzo Neroni
Altre denominazioni Palazzo Donati
Affacci via della Stufa 4r- 6r
Proprietà Da Sommaia, Neroni, Bracci, Roffia Morelli, Albizi, Gatteschi, Donati, Banca Immobiliare Italiana, Ottolenghi, demanio dello Stato (bene in uso alla P.A. Centrale).
Architetti - Ingegneri Michelozzo (Michelozzo di Bartolomeo Michelozzi), Mazzoni Paolo.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Il palazzo, dopo essere stato a lungo identificato con la "casa per mio abitare" denunciata al catasto da Dietisalvi Neroni nel 1451 (vedi al proposito il palazzo che segue al numero civico 9) è stato recentemente ricondotto a una edificazione promossa tra il 1461 e il 1469 da Nigi Neroni. Più in particolare questi, che già abitava nel 1447 una casa posta in questo luogo e acquistata dai Da Sommaia, aveva ampliato la proprietà della famiglia accorpando al nucleo iniziale ulteriori edifici acquistati dai Della Stufa (1461), dai Di Fruosino e infine dai Sansalvi (1463), di modo che, oramai in esilio a Prato per le sfortune subite dalla famiglia, nel 1469 dichiarava che "di tutte le sopradette chase ho fatto le spese della mia abitazione che quelli numeri sommando avrò speso ogni mia sostanza". Prima di tali precisazioni (si veda al proposito il volume del 1996 curato da Paola Benigni), più di uno studioso aveva proposto una contemporaneità del cantiere con quello dell'antistante palazzo Medici, in ragione delle assonanze tra i possenti bugnati di ambedue gli edifici, e una conseguente attribuzione del nostro a Michelozzo di Bartolomeo, che tuttavia, in questo edificio, avrebbe offerto "un'architettura dignitosa ma per nulla originale, quasi fosse il replay di una lunga serie di già sperimentate forme architettoniche" (Miranda Ferrara 1984). Passato nel 1564 alla famiglia Bracci, il palazzo fu ampliato nel Seicento verso via della Stufa, con la realizzazione di alcuni ambienti destinati a stalle e rimesse. Alla fine del Settecento il palazzo passò ai Roffia Morelli che tuttavia, dopo breve tempo, lo cedettero agli Albizi (1816). La casa divenne così abitazione di Amerigo degli Albizi, previ lavori di abbellimento interno, sia di decorazione sia di riconfigurazione di alcuni ambienti, databili al 1819. Altri lavori e riadattamenti furono promossi tra il 1864 e il 1865, poco prima che la proprietà venisse venduta ai Gatteschi (1870) e quindi ai Donati (1893). Nel 1920 il palazzo fu acquistato dalla Banca Immobiliare Italiana e nello stesso anno alienato e ceduto agli Ottolenghi che, nell'estate del 1922, provvidero a restaurare la facciata. A seguito della forzata fuga degli Ottolenghi negli anni trenta in Palestina, il palazzo fu locato a terzi e conobbe un periodo di usi impropri e progressivo degrado. Nel 1987 la proprietà fu acquistata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e, tra il 1989 e il 1996, interessata da un esteso cantiere di restauro e di adeguamento (architetto progettista e direttore dei lavori Paolo Mazzoni, principale ditta esecutrice Mugelli Costruzioni), sul quale si veda per gli opportuni approfondimenti il contributo di Paolo Mazzoni nel volume curato da Paola Benigni nel 1996. L'intervento, forte di scrupolose attività di ricerca, da una parte valorizzò gli elementi riconducibili al palazzo quattrocentesco, dall'altra recuperò gli spazi ottocenteschi, più documentati e conservati, in modo particolare per le estese decorazioni del piano terreno. Sempre nell'ambito del cantiere fu rinvenuta, nel 1991, la loggia minore del terreno, del tutto occultata da una spessa muratura. Il palazzo è attualmente sede della Soprintendenza Archivistica per la Toscana. Sul fronte (organizzato su tre piani per quattro assi, con il portale in corrispondenza del secondo asse) è uno scudo con l'arme dei Neroni (di rosso, allo scaglione di vaio). Come già accennato, notevole il vistoso aggetto delle imponenti bugne che segnano il terreno. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia Elenco 1902, p. 255; Limburger 1910, n. 497; Garneri 1924, p. 185, n. XV; Limburger-Fossi 1968, n. 497; Firenze 1974, p. 256; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, p. 43; Cesati 2005, I, p. 287; Firenze 2005, p. 288.
Approfondimenti Miranda Ferrara, Palazzi Neroni e Gerini, in Miranda Ferrara, Francesco Quinterio, Michelozzo di Bartolomeo, Firenze, Salimbeni, 1984, pp. 363-365; Palazzo Neroni a Firenze. Storia, architettura, restauro, a cura di Paola Benigni, Firenze, Edifir, 1996; Pietro Ruschi, Conferme michelozziane per il palazzo di Dietisalvi Neroni a Firenze, in Michelozzo scultore e architetto (1396-1472), atti del convegno internazionale ADSI (Firenze, Palazzo Vecchio e Palazzo Gerini, 2-5 ottobre 1996) a cura di Gabriele Morolli, Firenze, Centro Di, 1998, pp. 215-230; Mugelli Costruzioni 1913-2013. Un secolo di cantieri e restauri edili, Firenze, Tipografia San Marco, 2013, pp. 145-146; Palazzo Neroni, Firenze, in Paolo Mazzoni. Restauro su restauro, a cura di Paola Maresca, Firenze, Angelo Pontecorboli Editore, Firenze, 2014, pp. 130-135; Gianluca Belli, Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento, Firenze, University Press, 2019, p. 408, n. 29, fig. 17 (ma si vedano anche i rimandi al testo tramite l'indice analitico della pubblicazione).
Documentazione fotografica Archivio fotografico SBAP, Firenze: 148019, 148020, 148021, 148022 (vedute parziali del prospetto su via de' Ginori, 1987); 148023, 148024 (vedute parziali del prospetto su via della Stufa, 1987); 153281 (veduta d'insieme del prospetto su via de' Ginori, 1988); 153282 (veduta d'insieme del prospetto su via della Stufa, 1988); 153283, 153284, 153285 (particolari dei prospetti, 1988); 153286, 153287, 153288, 153289, 153290, 153291, 153292, 153293, 153294, 153295 (vedute dei cortili interni e delle coperture del complesso, 1988); 153296, 153297, 153298, 153299, 153300, 153301, 153302, 153303, 153304, 153305, 153306, 153307, 153308, 153309, 153310 (vedute degli spazi interni, 1988); 158806, 158807, 158808, 158809, 158810, 158811, 158812 (vedute degli spazi interni prima dell'intervento di restauro, 1990); 159964, 159965, 159966, 159967, 159968, 159969, 159970, 159971, 159972, 159973, 159974, 159975, 159976, 159977, 159978, 159979, 159980, 159981, 159982, 159983, 159984, 159985, 159986, 159987, 159988, 159989, 159990, 159991, 159992, 159993, 159994, 159995, 159996, 159997, 159998, 159999, 160000, 160000, 160000, 160000, 160004 (documentazione relativa al cantiere per il restauro degli spazi interni e delle coperture, 1990); 160815, 160816, 160817, 160818, 160819, 160820, 160821, 160822, 160823, 160824, 160825, 160826, 160827, 160828, 160829, 160830, 160831 (vedute degli spazi interni durante l'intervento di restauro, 1991); 161061, 161062, 161063, 161064, 161065, 161066, 161067, 161068, 161069, 161070, 161071, 161072, 161073, 161074, 161075, 161076, 161077, 161078, 161079 (vedute degli spazi interno durante l'intervento di restauro, 1991); 161875, 161876, 161877, 161878, 161879, 161880, 161881, 161882, 161883, 161884, 161885, 161886 (vedute degli spazi interni durante l'intervento di restauro, 1991); 162184, 162185, 162186 (vedute degli spazi interno durante l'intervento di restauro, 1991); 162436, 162437, 162438, 162439, 162440, 162441 (vedute degli spazi interni durante l'intervento di restauro, 1991); 164563, 164564, 164565, 164566 (documentazione relativa al ritrovamento di una colonna durante i lavori di restauro, 1992); 165876, 165877, 165878, 165879, 165880, 165881, 165882 (vedute di uno spazio interno durante i lavori di restauro, 1992); 170102 (veduta d'insieme del cortile interno durante i lavori di restauro, 1993).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dal sito della Soprintendenza Archivistica per la Toscana e dalla voce Palazzo Neroni su Wikipedia.
Codice SBAPSAE FI1044
ID univoco regionale 90480170033
Data creazione 14/11/2008
Data ultima modifica 04/04/2021
Data ultimo sopralluogo 19/06/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Campo in corso di revisione.
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