Scheda Edificio del teatro Comunale

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere Santa Maria Novella (Cascine)
Ubicazione Corso Italia 20
Denominazione Edificio del teatro Comunale
Altre denominazioni Politeama Fiorentino Vittorio Emanuele II, teatro comunale Vittorio Emanuele II, teatro comunale del Maggio Musicale Fiorentino
Affacci via Magenta, via Solferino
Proprietà Società Anonima del Regio Politeama Fiorentino, Società Italiana Anonima Teatrale Paoletti e Conti, Comune di Firenze, Cassa Depositi e Prestiti Spa, Blue Noble, Hines.
Architetti - Ingegneri Buonaiuti Telemaco, Galanti Guglielmo, Giuntoli Alessandro, Cetica Aurelio, Bartolini Corinna, Vezzali Aldo, Del Soldato Paolo, D'Elia Paolo.
Pittori - Scultori - Decoratori Moschi Mario, Innocenti Bruno, Tofani Dino, Bianchini Donatello, Vagnetti Gianni.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Il complesso, originariamente denominato Politeama Fiorentino Vittorio Emanuele II (e popolarmente detto Arena Nazionale), ha origine negli sforzi di un gruppo di cittadini che, riuniti in Società Anonima nel maggio del 1861, fecero realizzare in quest'area un grandioso teatro su progetto dell'ingegnere e architetto Telemaco Buonaiuti, inaugurato nel maggio del 1862 e presto considerato, almeno dalla stampa cittadina, "uno dei più belli del mondo" (Eliseo Marzi 1933). Nel 1882, su progetto dell'ingegnere Guglielmo Galanti, l'arena fu coperta con una struttura in cristallo su intelaiatura in ferro. Più volte rimaneggiata e ridisegnata nel vastissimo interno anche a causa di eventi eccezionali, come nel caso dell'incendio che lo devastò nel 1863 e delle bombe incendiarie che lo colpirono in una incursione aerea del 1944, la struttura ha assunto il carattere attuale nel corso del Novecento, senza che della sua storia ottocentesca rimanessero tracce significative. Di queste più recenti vicende sono tappe significative il 1929, quando il Politeama fu acquisito dall'amministrazione comunale con l'intento di farne il maggior teatro cittadino per gli spettacoli lirici e musicali, e il 1933, anno dell'istituzione del Maggio musicale fiorentino. Attorno a questi stessa stessi anni (1931 circa) si datano degli imponenti lavori (con una presenza anche di seicento operai al giorno) sulla base di un progetto redatto dall'ingegnere Alessandro Giuntoli, con la collaborazione dell'architetto Aurelio Cetica per la parte architettonica e di Mario Moschi e Bruno Innocenti per la parte scultorea e decorativa. Il nuovo organismo architettonico, capace di ben 4.200 spettatori seduti, ebbe tuttavia vita breve, venendo gravemente danneggiato, come accennato, durante il bombardamento aereo nel maggio 1944. Dopo alcune opere di ricostruzione e risistemazione effettuate dopo le distruzioni, tra il 1957 e il 1958 il complesso fu nuovamente sottoposto a opere di radicale ammodernamento, sempre affidate all'ingegnere Giuntoli questa volta con la collaborazione dell'architetto Corinna Bartolini (inaugurazione l'8 maggio 1961). In questi interventi andarono disperse o distrutte le opere di Moschi (tranne tre mascheroni) e Innocenti, come pure le decorazioni pittoriche interne di Dino Tofani e Donatello Bianchini, sempre realizzate negli anni trenta. Il teatro soffrì poi gravi danni a seguito dell'alluvione del 1966, restaurato (1967), vide la ristrutturazione del Ridotto su progetto di Aldo Vezzali tra il 1983 e il 1984 (nello stesso 1983 fu realizzata una nuova struttura portante del tetto su progetto di Paolo Del Soldato), e altri lavori diretti da Paolo D'Elia nella seconda metà degli anni ottanta. Al 1996 si data un altro intervento alla facciata, come cantiere inserito tra quelli straordinari finanziati in occasione dello svolgimento a Firenze del Consiglio Europeo del 21-22 giugno di quell'anno. Con il progetto del nuovo teatro cittadino (il cosiddetto Parco della musica e della cultura nell'area delle Cascine) l'immobile fu nei primi anni duemila più volte proposto in aste pubbliche, anche per finanziare con il ricavato il nuovo complesso, quindi del tutto dismesso nel 2014 e acquistato dalla Cassa Depositi e Prestiti e da questa da una joint venture tra le società Blue Noble e Hines. Del 2015 è un progetto redatto dallo studio Archea di Marco Casamonti teso a trasformare il luogo dell'estesa fabbrica in quattro isolati separati da una nuova strada e da una piazza, con edifici destinati ad appartamenti di lusso. Le demolizioni, che risparmieranno la facciata principale sottoposta a vincolo, sono state avviate nel novembre 2020. A seguito di queste vicende e dei continui e successivi rifacimenti, ristrutturazione e ammodernamenti, la struttura si presenta oggi (prima delle demolizioni) architettonicamente frammentaria, con fronti disomogenei e dei quali solo sul principale è ancora possibile leggere l'impostazione originaria ottocentesca, con chiari riferimenti a un gusto di stampo neoclassico. "Nella fascia basamentale del piano terra, trattata a finto bugnato, si aprono sette aperture ad arco. Lo stesso schema è ripetuto al primo piano dove le finestre con balaustra sono intervallate da piccole semicolonne 'ioniche'. Chiude il prospetto una veletta di coronamento che scherma la retrostante copertura a capanna. In adiacenza alla facciata principale si sviluppa quella del volume contenente il Piccolo teatro, ristrutturato negli anni '50, priva di qualsiasi connotato caratterizzante e legata visivamente alla precedente dalla sola continuità della pensilina in ferro. Ugualmente scarno e privo di continuità è il prospetto laterale, mortificato dalla presenza della scala di sicurezza aggiunta durante i lavori di adeguamento condotti negli anni '80. Maggiormente caratterizzante risulta invece il volume del palcoscenico posto in angolo fra via Magenta e via Solferino che emerge per la sua notevole altezza pari a circa 34 metri. Esso è risolto con un linguaggio molto depurato senza aggetti e con tagli netti. Varcato l'ingresso principale si accede a un atrio alla cui destra si trovano le biglietterie e dal quale si sviluppano due scalinate simmetriche che conducono al foyer della prima galleria. Superato l'atrio al piano terra si giunge al foyer della platea sul quale si apre anche l'ingresso alla saletta del ridotto. Ciascuno dei tre ordini di posti è dotato di un proprio bar, guardaroba e servizi. Il grande invaso a conchiglia della sala è coperto da un controsoffitto concavo tempestato di proiettori luminosi incassati. Essa accoglie 884 posti di cui 198 nei palchi laterali mentre i due ordini superiori di gallerie ne contengono circa 1200" (dalla scheda presente nella banca dati delle Architetture del 900 in Toscana). Si segnala, nella sala del bar principale, un grande affresco di Gianni Vagnetti del 1938, con strumenti musicali alludenti agli spettacoli ospitati dal teatro. Particolarmente ricco il fondo di disegni relativi all'immobile conservato presso l'Archivio storico del Comune di Firenze.
Bibliografia Garneri 1924, p. 108, n. XLI; Firenze 1974, p. 297; Cresti-Zangheri 1978, p. 39; Cozzi 1992, p. 169; Zucconi 1995, p. 117, n. 186; Salvadori Guidi 1996, pp. 11-13, n. 11; Bertocci 1998, pp. 84-86, nn. 13-15; pp. 202-205, nn. 202-209; Firenze 2005, p. 435; Insabato-Ghelli 2007, p. 121.
Approfondimenti "Ricordi di Architettura. Raccolta di ricordi d'arte antica e moderna e di misurazione di monumenti", II, 1879, fasc. IX, tav. V, fasc. XII, tavv. II-III (Politeama Vittorio Emanuele); Alberto Manzi, I teatri di musica, in Firenze d'oggi, Firenze, tipografia Ariani, 1896, pp. 60-73; Eliseo Marzi, Il teatro Comunale Vittorio Emanuele II, in "Firenze. Rassegna mensile del Comune", 1933, 4, pp. 108-119; Il Teatro Comunale di Firenze, Firenze, Agaf, 1956; Piero Aranguren, The Politeama or Arena Vittorio Emanuele, in "Florence", VIII, 1957, 1, pp. 14-17; Osanna Fantozzi Micali, Politeama e arene in Firenze capitale, in Architettura in Toscana dal periodo napoleonico allo stato unitario, atti del convegno di studi (Firenze, Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux, 17-18 maggio 1976) a cura di Gabriella Orefice, Firenze, Uniedit, 1978, pp. 71-78; Pietro Roselli, Giuseppina Carla Romby, Osanna Fantozzi Micali, I teatri di Firenze, Firenze, Bonechi, 1978, pp. 220-229; Paolo Del Soldato Firenze. Teatro Comunale, in Acciaio e riuso edilizio: principi di progettazione e rassegna di interventi, a cura di Cesare Fera, Genova, Sagep, 1986, p. 116; Paolo Del Soldato, Teatro Comunale di Firenze. Costruzione del graticciato, in "Bollettino Ingegneri", XXXIX, 1992, 3, pp. 3-5; Marco Fagioli, Valeria Tassi, I rilievi del boccascena di Bruno Innocenti: una riscoperta al Teatro Comunale di Firenze, in "Bollettino della Società di Studi Fiorentini", 1997, 1, pp. 109-120; Mario Bencivenni, Teatro Comunale, in I teatri storici della Toscana, censimento documentario e architettonico a cura di Elvira Garbero Zorzi e Luigi Zangheri, Venezia, Marsilio, 2000, pp. 271-300; Moreno Bucci, Le carte di un teatro: l'archivio storico del Teatro Comunale di Firenze e del 'Maggio Musicale Fiorentino'. 1928-1952, Firenze, Olschki, 2008.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: ARC-F-000662-0000 (particolare della facciata, 1910 circa); ARC-F-000650-0000, ARC-F-000656-0000 (vedute d'insieme della sala, 1912 circa); ARC-F-000652-0000, ARC-F-000684-0000 (veduta della sala requisita dalle autorità militari e utilizzata come magazzino di vestiti, 1917); ARC-F-000773-0000, ARC-F-000748-0000 (vedute della galleria d'ingresso dopo i lavori degli anni trenta, 1933 circa); ARC-F-000396-0000 (veduta della sala dopo i lavori degli anni trenta, 1935 circa); ARC-F-000664-0000 (veduta d'insieme della facciata principale dopo i lavori degli anni trenta, 1940 circa); ARC-F-000749-0000 (il palcoscenico in costruzione, 1946 circa); ARC-F-000748-0000 (veduta della graticciata, 1946 circa); ARC-F-000818-0000 (ridotto del teatro inaugurato nel 1952, 1952 circa); ARC-F-000746-0000 (veduta del cantiere di ricostruzione, 1959); ARC-F-000759-0000 (veduta della sala dopo l'inaugurazione del 1961, 1961 circa); ARC-F-000672-0000 (la sala fotografata dal palcoscenico, 1965 circa); ARC-F-000673-0000 (retro del palcoscenico, 1965 circa). Archivio Foto Locchi, Firenze: 1935-L464-7 (veduta della platea, 1935); 1939-L1033-10 (veduta dall'alto dei lavori alla copertura, 1939); 1946-L231-4, 1946-L231-5, 1946-L231-10, 1946-L231-11, 1946-L231-33 (veduta della platea in occasione del 24° congresso del Partito Socialista Italiano, 1946); 1955-10583 (veduta dell'ingresso in occasione della prima del Don Sebastiano, 1955). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 9796 (veduta della sala del teatro vista dal palcoscenico, 1970 ca.).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla banca dati delle Architetture del 900 in Toscana (realizzata dalla Fondazione Michelucci e resa disponibile dalla Regione Toscana nel proprio sito) e dalla voce Teatro Comunale (Firenze) su Wikipedia (che trascrive e illustra le notizie riportate dalla precedente).
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 16/11/2008
Data ultima modifica 25/09/2021
Data ultimo sopralluogo 20/02/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags teatro.
Crediti Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini
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