Scheda Palazzo Sertini

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere Santa Maria Novella
Ubicazione Via de' Corsi 1
Denominazione Palazzo Sertini
Altre denominazioni Palazzo Corsi
Affacci via dei Pescioni
Proprietà Sertini, de' Nobili, Incontri, Corsi, Arconati Visconti.
Architetti - Ingegneri Baccio d'Agnolo (Bartolomeo Baglioni, d.).
Pittori - Scultori - Decoratori Feltrini Andrea.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Il palazzo è di origine tre quattrocentesca e risale al tempo in cui era proprietà della famiglia Sertini: della prima costruzione sono ancora apprezzabili resti di bozzato angolare al piano terreno e, sempre a questo livello, tra le finestre, tracce di nove mensoloni in pietra che dovevano sostenere lo sporto sulla strada, fatto demolire in base alle disposizioni del governo cittadino, nonostante i tentativi dell'allora proprietario, Giulio de' Nobili, di preservarlo nella sua originaria configurazione. La ricostruzione, a determinare le forme ancora sostanzialmente odierne, è databile a dopo il 1490 e, secondo Walther Limburger (1910), ricorda la maniera di Baccio d'Agnolo. Attualmente l'immobile, articolato su tre piani, presenta su via dei Pescioni un breve fronte di due assi, estendendosi poi per sette assi (più due laterali con diversa configurazione delle finestre) su via de' Corsi. Le bucature sono rettangolari, architravate al piano nobile e allineate su un ricorso in pietra che funge da marcadavanzale. Anche il portale, soprelevato di due gradini rispetto al piano stradale, è architravato e incorniciato in pietra. Corona il tutto una gronda alla fiorentina di significativo aggetto. Ciò che caratterizza il palazzo (e a lungo gli ha dato fama) è tuttavia, su tutto il prospetto dal lato di via dei Pescioni e nella zona superiore del piano terreno su via de' Corsi, una decorazione a graffito originariamente tracciata da Andrea Feltrini (Giorgio Vasari) e in buona parte rifatta nell'Ottocento, quando l'edificio subì radicali restauri. Nel 1903 è documentato un ulteriore intervento ai graffiti, relativamente al quale così scriveva Guido Carocci su Arte e Storia: "de' graffiti lodati dal Vasari non restarono che pochi tratti al disotto degli sporti troncati e quelli della piccola facciata laterale, sufficienti però a darci una chiara idea della bellezza e della originale genialità di quella ricca decorazione". Al 1904 si data un restauro della porta su via de' Corsi e, nel 1926, l'allargamento della porta su via dei Pescioni. All'inizio degli anni novanta del Novecento l'edificio ha subito un ulteriore intervento complessivo. Al primo piano sono alcuni semplici ferri portabandiera. Al centro della facciata, sopra le finestre del primo piano, è uno scudo con cornice in pietra che reca l'arme della famiglia Sertini (di rosso, alla croce di Sant'Andrea d'oro, accantonata da quattro stelle a otto punte dello stesso, con il capo cucito d'Angiò). Dall'ampio ambiente voltato che occupa per tutta la sua profondità l'edificio dal lato di via dei Pescioni si accede ad altri ambienti, con stesse caratteristiche architettoniche che tuttavia si trovano in corrispondenza del fronte dell'edificio segnato con il numero civico 1. Dal 1917 il palazzo è stato sede della Banca Commerciale d'Italia, ora della Banca Intesa San Paolo (che appunto occupa anche l'immobile di via dei Pescioni 1). Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia Baldinucci-Ranalli 1845-1847, II, 1846, p. 218; Elenco 1902, p. 256; Limburger 1910, n. 651; Illustratore fiorentino (1914) 1913, p. 40; Garneri 1924, p. 127, n. LXXXVI; Thiem 1964, pp. 91-93, n. 42, tavv. 88-98; Limburger-Fossi 1968, n. 651; Palazzi 1972, p. 63, n. 100; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 268; Cesati 2005, I, p. 186; Pecchioli 2005, pp. 58-67.
Approfondimenti Leopold Gmelin, Die Sgraffiti des Palazzo Corsi in Florenz, in "Zeitschrift für Bildende Kunst", XVI, 1881; Il Palazzetto Sertini, in "Arte e Storia", XXIII, 1904, 1, p. 6; Guido Carocci, Il palazzetto de' Sertini in via de' Corsi a Firenze, in "Arte e Storia", XXIII, 1904, 5, p. 31; Virgilio Buoncristiani, Le 'grottesche' di Andrea di Cosimo Feltrini, in "Notiziario", XIX, 1983, 106, pp. 4-8; Gianluca Belli, Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento, Firenze, University Press, 2019, p. 409, n. 41, fig. 87 (ma si vedano anche i rimandi al testo tramite l'indice analitico della pubblicazione).
Documentazione fotografica Campo in corso di revisione.
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Sertini su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 13/12/2008
Data ultima modifica 04/04/2021
Data ultimo sopralluogo 20/07/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags graffito, stemma familiare.
Crediti Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini
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