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Quartiere Santo Spirito
Ubicazione Piazza della Calza 6
Denominazione Complesso del convitto della Calza
Altre denominazioni Monastero di San Giovanni Battista della Calza, San Giovanni a Porta di San Pier Gattolino, San Niccolò e San Bartolommeo dei Frieri, San Giovannino delle suore di Malta, San Giusto e San Girolamo della Calza
Affacci .
Proprietà Istituto dell'Eucarestia, Ente Arcidiocesi di Firenze.
Architetti - Ingegneri Castellucci Giuseppe, Chiostrini, Tosetti Filippo, Grazian Stefano, Blasi Carlo, Blasi Francesca, Carfagni Susanna, Miceli Enrico, Sottili Fabrizio.
Pittori - Scultori - Decoratori Franciabigio (Francesco di Cristofano, d.), Giovannozzi Ezio.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Il complesso nasce nel Trecento come oratorio per uso di spedale e quindi, accresciuto, è documentato come monastero gerosolimitano (Cavalleresse di Malta) dal 1392 al 1531, quando passò ai frati Ingesuati provenienti da San Giusto alle Mura fuori Porta a Pinti (distrutto nel 1529) che vi rimasero, promuovendo vari lavori, fino al 1668, anno di soppressione di quest'ordine. Proprio alla striscia di panno simile a una calza che questi portavano sulla spalla sinistra la struttura deve la denominazione che ancora si mantiene. Nel 1670 papa Clemente X ridusse il convento e la chiesa in Commenda Abbaziale, condizione che tuttavia fu mantenuta solo per due anni, quindi seguita da rapidi passaggi di proprietà pur sempre nell'ambito di istituzioni religiose. In particolare tra il 1672 e il 1677 il complesso fu occupato dalla Pia Casa di Rifugio di San Filippo Neri (popolaremente detta Pia Casa dei Monellini) e quindi venduto ai Minori Osservanti della Riforma di Fiesole. Nel 1780 il complesso fu acquistato dalla Congregazione di San Salvatore dell'Arcivescovo, tornando a riprendere la denominazione che già aveva avuto nei secoli precedenti, quella appunto di San Giovanni Battista della Calza. Nel 1850 vi fu aperto un asilo per i chierici poveri di campagna che venivano a studiare a Firenze, diventando seminario minore. Nel 1920, su commissione del cardinale Alfonso Mistrangelo, il convitto fu interessato da lavori di ampliamento e restauro su progetto dell'architetto Giuseppe Castellucci, al quale si deve anche la realizzazione di una capella cardinalizia (qui sono tre vetrate disegnate da Ezio Giovannozzi). Nel 1936 il complesso fu acquisito dalle suore dell'Adorazione Perpetua che provvidero nel corso del tempo a importanti lavori di adeguamento, ripristino e restauro (Mazzino Fossi segnala un cantiere nel 1955). In particolare si data attorno al 1970 un importante cantiere diretto dall'ingegnere Chiostrini. Acquistato nel 1987 dall'Ente Arcidiocesi di Firenze fu riaperto nel 1992 come centro di ospitalità per sacerdoti anziani. Grazie ai fondi resi disponibili in occasione del Giubileo del 2000 si intervenne nuovamente tra il 1998 e il 2001 con un ampio progetto di ristrutturazione volto a potenziare la possibilità ricettiva, messo a punto da Filippo Tosetti (al quale fu affidata anche la direzione dei lavori), Stefano Grazian, Carlo Blasi. Parallelamente, sotto l'area del chiostro, fu realizzato un auditorium ipogeo da 450 posti su progetto dello studio Comes (architetti Carlo e Francesca Blasi, ingegnere Susanna Carfagni) con la collaborazione dell'architetto Enrico Miceli e dell'ingegnere Fabrizio Sottili. Tra gli spazi monumentali e antichi che caratterizzano gli interni si segnala il chiostro quattrocentesco e l'antico cenacolo, segnato da un affresco raffigurante l'Ultima Cena del Franciabigio (1514). Sul fronte, tra due finestre ad inferriata del pianterreno, è una lapide con con un bando dei Signori Otto di Guardia e Balia (già trascritto da Francesco Bigazzi) che proibisce ogni sorta di gioco ("carte, palla, pallottole, forma o ruzzola o a qualsivoglia altra sorte di gioco nessuno eccettuato") nei pressi del monastero. Attualmente il complesso - in ragione degli interventi sopra ricordati - è funzionante come centro congressi e convitto.
Bibliografia
dettaglio
Cambiagi 1765, pp. 214-215; Cambiagi 1771, p. 228; Cambiagi 1781, pp. 207-208; Follini-Rastrelli 1789-1802, VIII, 1802, pp. 160-163; Fantozzi 1842, pp. 659-661, n. 335; Fantozzi 1843, p. 244, n. 607; Firenze 1845, p. 242; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, II, 1846, pp. 91, 130; Formigli 1849, pp. 206-207; Firenze 1850, pp. 602-603; Passerini 1853, pp. 604-605; Bigazzi 1886, p. 92; Limburger 1910, n. 306; Limburger-Fossi 1968, n. 306; Fantozzi Micali-Roselli 1980, pp. 146-147, n. 40; Ciabani 1984b, pp. 36-37, n. 9; Firenze 2005, p. 593; Invernizi 2007, I, p. 82, n. 61; Fantozzi Micali-Lolli 2016, pp. 205-206.
Approfondimenti Giovanni Battista Uccelli, Il Convento di S. Giusto alle Mura e i Gesuati: aggiungonsi i capitoli della loro regola, testo in lingua or per la prima volta messo in luce, Firenze, Tipografia delle Murate, 1865; Antonio Ugolini, Le vetrate artistiche a Firenze fra Ottocento e Novecento. Guida e itinerari, Edifir, 2002, p. 37; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 460-461.
Documentazione fotografica Nessun dato rilevato.
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Chiesa di San Giovanni Battista della Calza su Wikipedia, e dal sito ufficiale del Convitto della Calza.
Codice SBAPSAE FI6196
ID univoco regionale 90480170926
Data creazione 28/08/2011
Data ultima modifica 18/01/2021
Data ultimo sopralluogo 09/01/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags albergo, centro congressi, lapide, bando.
Localizzazione
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