Scheda Palazzo Poniatowsky

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere Santa Maria Novella / Viali
Ubicazione Piazzale della Porta al Prato 6
Denominazione Palazzo Poniatowsky
Altre denominazioni Palazzo Poniatowsky Guadagni, palazzo Guadagni
Affacci via del Ponte alle Mosse
Proprietà Pontelli, Poniatowsky, Walewski Colonna, Lee, Guadagni, Isola, Coen, Lumbroso d'Afflitto, Comune di Firenze.
Architetti - Ingegneri Poggi Giuseppe, Giovannozzi Luigi, Maccagnani Eugenio.
Pittori - Scultori - Decoratori Samoggia Luigi, Del Serra Alfio.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Nel tardo Settecento era stato eretto in quest'area - nelle immediate vicinanze dell'ultima cerchia di mura dal lato della campagna - un casino di delizie ricco di un ampio giardino e di vari annessi che, alla fine degli anni venti dell'Ottocento, apparteneva ai Pontelli. Venduta la villa nel 1832 ai principi Poniatowski, la proprietà fu da questi ampliata nel 1841 con l'acquisto un'altra casa, di uno 'stanzone' e di un orto, in modo da disporre di un lotto di sufficiente ampiezza per l'erezione di una residenza in tono con la ricchezza dei nuovi proprietari. Il progetto, affidato a Giuseppe Poggi, dopo aver accantonato l'idea di una grande villa circondata da giardino da costruirsi all'interno della proprietà, ripiegò sulla ristrutturazione delle vecchie costruzioni in fregio alle strade, alle quali fu conferito il carattere di palazzo cittadino grazie a una facciata di pretta ispirazione classica, anche questa frutto di una serie di proposte ampiamente documentate dalle carte del fondo disegni del Poggi presso il Dipartimento di storia dell'Architettura e Restauro dell'Università di Firenze. Tra queste, il secondo progetto - poi sostanzialmente attuato - prevedeva "un solo ingresso al pianterreno, fiancheggiato da due finestre per lato. I cinque finestroni del primo piano hanno tutti i frontoni triangolari e le finestre dell'ultimo piano semplici cornicioni. Si pensa anche di dilatare tale composizione ai due prospetti laterali delle ali, allineate rispettivamente lungo la via Pistoiese e via delle Mura e costituite, ciascuna, da tre assi di finestre poi condotte a quattro. Sostanzialmente verrà realizzato il secondo progetto, ma limitatamente al settore centrale. Il linearissimo bugnato verrà rigorosamente limitato al piano terreno, eliminando l'ipotesi di bugne risaltate lungo gli spigoli estremi ai piani superiori. I due finestroni laterali vengono qualificati da balaustra analoga a quella del terrazzo centrale. Le due ali avranno interamente i due prospetti ad intonaco e lineari bucature rettangolari. Il settore centrale verrà dotato di un elegante cornicione cassettonato neorinascimentale in legno, d'ordine corinzio, con rosoni all'interno dei lacunari, modiglioni ed echino finemente lavorati, introducendo una nota di raffinato decorativismo e maestosità neoclassica, oltre a costituire un elemento policromo nel prospetto interamente giocato, invece, sulla castigata bicromia indotta dalla pietra serena e dall'intonaco. Al di sopra verrà posto un imponente stemma in cotto dei Poniatowsky, sorretto da grifoni alati laterali, similmente a quanto era stato realizzato nel vicino palazzo Corsini sul Prato da Luigi Giovannozzi, attorno al 1836" (Trotta 1990). Le decorazioni dei ricchi interni furono realizzate da maestranze per lo più bolognesi, guidate dal pittore ornatista Luigi Samoggia. Così definito, il palazzo fu venduto nel 1858 ai Walewski Colonna, quindi nel 1864 a Francesca Lee, marchesa di San Lorenzo e moglie di Donato Guadagni. Con le opere legate al piano di ampliamento della città divenuta Capitale d'Italia (stilato dallo stesso Poggi), il palazzo venne a costituire riferimento e misura per la definizione del piazzale di Porta a Prato, oltre che motivo per interventi di ammodernamento e ampliamento, sostanzialmente risoltisi nella costruzione di un ulteriore troncone dell'ala a guardare verso viale Belfiore (1867). In questi stessi anni trovò sede nel complesso l'ambasciata di Spagna in Italia. Venduto dai Guadagni nel 1892, il palazzo passò rapidamente di mano a vari altri proprietari (tra questi Isola, Coen e Lumbroso d'Afflitto) fino ad essere acquistato nel 1920 dal Comune di Firenze. Sede durante il fascismo dell'Istituto Agricolo Coloniale per l'Africa fu destinato dopo la guerra a sede del Comando dei Vigili Urbani, uso che mantiene ancora oggi. Nel corso del Novecento, in relazioni a tali destinazioni, il palazzo fu oggetto di trasformazioni, alterazioni e danni, compresi quelli legati ai bombardamenti del periodo di guerra. A partire dagli anni settanta furono invece operati interventi di restauro (in particolare grazie a un cantiere diretto dall'architetto Eugenio Maccagnani) che hanno permesso il recupero di ciò che ancora l'edificio documenta dei fasti ottocenteschi, come ampiamente illustrato nella pubblicazione curata da Giampaolo Trotta del 1990. Numerose pitture murali provenienti da una sala del palazzo, staccate nel 1981 da Alfio Del Serra, sono conservate presso il deposito del Rondò delle Carrozze di palazzo Pitti. Il fastigio in cotto con l'arme dei Poniatowsky prima richiamato non risulta più presente.
Bibliografia Campo in corso di revisione.
Approfondimenti Giampaolo Trotta, Palazzo Poniatowsky Guadagni: l'architettura, l'arte, il verde in un quartiere di Firenze, Firenze, Messaggerie Toscane, 1990; Dai depositi nei depositi. I Fondi Lotto per restauri e repertori di opere d'arte di alcuni depositi fiorentini, a cura di Maria Matilde Simari, Livorno, Sillabe, 2012, pp. 178-180, nn. 373-382; Renzo Manetti, in Una Capitale e il suo Architetto. Eventi politici e sociali, urbanistici e architettonici: Firenze e l'opera di Giuseppe Poggi, catalogo della mostra (Firenze, Archivio di Stato, 3 febbraio-6 giugno 2015) a cura di Loredana Maccabruni e Piero Marchi, Firenze, Polistampa, 2015, p. 184.
Documentazione fotografica Archivio fotografico SBAP, Firenze: 24214, 24215, 24216 (vedute d'insieme della piazza con sullo sfondo il prospetto del palazzo, 1962); 126558, 126559, 126560, 126561, 126562, 126563, 126564, 126565, 126566 (vedute dei prospetti esterni e interni durante il cantiere di restauro, 1984); 126567 (particolare delle coperture, 1984); 126568, 126569, 126570, 126571, 126572, 126573, 126574, 126575, 126576, 126577, 126578, 126579, 126580, 126581, 126582, 126583, 126584, 126585, 126586, 126587, 126588 (vedute degli spazi interni in parte interessati dal cantiere di restauro, 1984); 126589, 126590, 126591, 126592, 126593 (particolari dei prospetti esterni e interni, 1984); 126594, 126595, 126596, 126597, 126598, 126599, 126600, 126601, 126602 (vedute degli spazi interni in parte interessati dal cantiere di restauro, 1984); 129528, 129529 (vedute d'insieme delle coperture, 1984); 129530, 129531, 129532, 129533, 129534, 129535, 129536, 129537, 129538 (vedute degli spazi interni interessati dal cantiere di restauro, 1984).
Risorse in rete Nessun dato rilevato.
Codice SBAPSAE FI6097
ID univoco regionale 90480170835
Data creazione 05/07/2011
Data ultima modifica 27/11/2020
Data ultimo sopralluogo 09/02/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags legazione.
Crediti Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini
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