Scheda Famedio di Santa Croce

Repertorio delle Architetture Civili di Firenze
Quartiere Santa Croce
Ubicazione Largo Piero Bargellini
Denominazione Famedio di Santa Croce
Altre denominazioni Sacrario dei Caduti
Affacci .
Proprietà Nessun dato rilevato.
Architetti - Ingegneri Ignoto/i.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Il sacrario si presenta esternamente come compatta mole in pietra, sul fianco a filaretto, sul fronte a più ampie bozze di pietra forte, comunque in piena continuità con l'apparecchio murario della chiesa di Santa Croce alla quale aderisce nella parte terminale del fianco sinistro. Qui è l'accesso tramite un portone inserito in una ampia cornice modanata in pietra serena che sull'architrave reca la scritta "Firenze ai suoi figli Caduti per la Patria dal 1915 al 1945". In alto, sempre in pietra serena, sono il Giglio e la Croce propri della Città e del Popolo di Firenze. Il sacrario vero e proprio si sviluppa poi negli ambienti della cripta di Santa Croce che, costituendo le fondamenta della chiesa, furono la prima parte a essere edificata a partire dal 1294. Nel tempo questi spazi furono utilizzati sia per accogliere sepolture sia come sede di numerose confraternite per essere poi utilizzati (dopo le soppressioni delle compagnie religiose volute da Pietro Leopoldo nel 1785 e i danno provocati dall’alluvione del 1844), come depositi. Negli anni Trenta del Novecento, anche al fine di recuperare questa parte del complesso (nel 1933 la chiesa era stata peraltro elevata al rango di basilica) e visto come il luogo fosse già da lungo tempo considerato Pantheon della Nazione, fu proposto di utilizzare quegli spazi per onorare la memoria dei "Caduti fiorentini per l'idea fascista". Gli interventi per la trasformazione degli ambienti in Sacrario furono affidati nel 1934 ad Alfredo Lensi, capo dell'Ufficio Belle Arti del Comune. Si scrisse allora: "Nessun luogo è più mistico e più suggestivo di questo, già sacro ai fiorentini per le tombe delle loro più antiche e nobili famiglie, come dimostrano i molti stemmi che ancora adornano queste pareti". Nell’ambulacro sotto il transetto e nella parte centrale sotto la cappella maggiore furono così collocate 37 grandi arche in pietra serena destinate ad accogliere le spoglie dei Caduti fascisti. Sulle pareti ricorreva la scritta "Presente", un saluto in risposta all'appello del nome del defunto. Gli interventi furono condotti con particolare celerità tanto che la solenne traslazione delle salme e l'inaugurazione del Sacrario poté aver luogo il 27 ottobre 1934, dodicesimo anniversario della marcia su Roma. I lavori di rinnovamento dei sotterranei comunque non si fermarono e poco dopo l'ampio vano sotto la sagrestia fu scelto per ricordare i soldati fiorentini caduti nel corso della prima guerra mondiale. Il famedio fu trasformato sempre sotto la direzione di Alfredo Lensi, secondo un progetto datato 14 dicembre 1934. Le pareti furono rivestite di lastre di marmo nero su cui vennero incisi i nomi dei 3672 fiorentini caduti nel primo conflitto mondiale, disposti in ordine alfabetico e con l'indicazione del grado militare. Sulla parete di fondo, dietro l'altare, fu applicata un'iscrizione dedicatoria dettata dal Ugo Ojetti. Nella ricorrenza del 4 novembre 1937 (diciannovesimo anniversario della vittoria nella prima guerra mondiale) il famedio fu inaugurato alla presenza di Vittorio Emanuele III. L’anno successivo, anche in ragione della visita di Hitler e Mussolini a Firenze, fu realizzato nei sotterranei il Sacrario dei caduti per l'Impero (cioè in Africa) e dei Legionari caduti in Spagna. Alla fine della guerra, nel 1945, il sacrario fu profondamente trasformato eliminandovi i riferimenti al fascismo, mentre il famedio conserva ancora struttura e arredi degli anni trenta. Dall'ingresso in largo Piero Bargellini si accede, tramite alcuni gradini, a un vestibolo con lastre di marmo che creano un gioco di linee verticali e orizzontali, accresciuto dalle aperture laterali che, sul lato sinistro, conducono a un camminamento dalle pareti scure. Al termine di questo asse si trova la statua del Cristo deposto con un angelo di Baccio Bandinelli, parte di un gruppo scultoreo col Dio Padre che oggi torreggia su un piedistallo nel chiostro Grande (in questo posto d'onore si trovava la tomba di Giovanni Berta). Da qui si accede a un lungo corridoio, scandito da lastre di pietra serena su cui sono incisi, a lettere d'oro, i nomi dei caduti fiorentini. Alcuni stemmi in pietra, sul lato opposto, ricordano le sepolture tre e quattrocentesche che si trovavano nella cripta. Si accede infine alla cappella, dalle basse volte, arricchita da specchiature in marmo nero pure vergate da nomi dei caduti. Questo ambiente confina poi con alcuni chiostri dove si affacciano alcuni oratori un tempo usati da varie confraternite, situati al di sotto della basilica.
Bibliografia Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, p. 68. Campo in corso di revisione.
Approfondimenti Campo in corso di revisione.
Documentazione fotografica Campo in corso di revisione.
Risorse in rete Sul famedio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dal sito della Basilica di Santa Croce e dalla voce Largo Bargellini su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 17/08/2018
Data ultima modifica 18/04/2020
Data ultimo sopralluogo 11/01/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Campo in corso di revisione.
Crediti Repertorio delle Architetture Civili di Firenze: Copyright © 2011 Palazzo Spinelli per l'Arte e il Restauro - Associazione No Profit; Copyright © 2011 Claudio Paolini
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