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Restauro del Leone marmoreo del Piazzale di Poggio Imperiale
Restauro del Leone marmoreo del Piazzale di Poggio Imperiale
Titolo: Leone marmoreo
Luogo: Piazzale del Poggio Imperiale
Data: restauro concluso
Esecuzione: Allievi Corso Restauro del Materiale Lapideo

Leone marmoreo del Piazzale di Poggio Imperiale

Introduzione storico artistica

La scultura leonina  faceva parte  dell’arredo  decorativo  del  Ponte  San Leopoldo, uno dei due ponti di ferro, quello contraddistinto da un’unica arcata sospesa su pilastri, progettati nel 1835 dai fratelli Marc e Jules Séguin. Il  Ponte  San  Leopoldo,  già  in  uso  nel  1836, restò  in  opera  fino  al  1932,  anno  in  cui  fu conclusa  la  costruzione  in  affiancamento  di un ponte in muratura che appena inaugurato lo  sostituì,  dando  inizio  al  suo smantellamento.
A  lato  di  ciascuno  degli  accessi  al  ponte  San Leopoldo  si  trovava  una  coppia  di  alti basamenti  sormontati  da  sculture  leonine, quattro  opere  di  gusto  eclettico,  l’unica  sua parte che sopravvisse alla demolizione.
Due  delle  sculture  furono  destinate  a decorare  l’imbocco  del  Viale  degli  Olmi  alle Cascine, le altre furono collocate all’inizio del Viale  del  Poggio  Imperiale. Attualmente la scultura in questione si trova nel Viale del Poggio Imperiale, in prossimità della villa.  

Stato di conservazione

L’opera  versava  da  tempo  in  uno  stato  conservativo  precario,  contraddistinto  da  fenomeni  di degrado  superficiale  di  varia  origine  connessi  all’ambiente  in  cui  fu  collocata,  ovvero  una zona  a  verde  adiacente  alla  sede  stradale,  quindi  esposta  agli  inquinanti  provenienti  dal traffico pubblico e privato e alle aggressioni biologiche di colonie di microrganismi autotrofi ed eterotrofi. Nel corso di un evento meteorologico particolarmente violento, nel marzo del 2015 la scultura ha inoltre subito un grave danno quando visi è abbattuto un enorme cipresso che cadendo l’ha travolta facendola rovinare sul marciapiede lastricato. L’impatto ha provocato la rottura delle zampe anteriori, staccandole nettamente dal resto della massa scultorea.


Il restauro

Inizialmente vi è stato un primo sopraluogo per fare rilievi grafici e fotografie per la documentazione. Successivamente tramite pennelli a setole morbide vi è stata la rimozione di polvere e materiale organico. Per eliminare alghe e licheni dalla superficie marmorea è stato utilizzato Biotin R e dopo circa un mese la superficie è stata risciacquata con acqua demineralizzata.

Durante la seconda fase sono state fatte delle prove di pulitura attue a trovare il miglio modo di pulitura, le prove di pulitura sono state tre: con acqua demineralizzata e cotone idrofilo, acqua demineralizzata con spazzolino e infine con impacco con una soluzione di cloruro di benzolconio in soluzione acquosa al 5% supportata da arbocel.

Successivamente alla rimozione delle prove di pulitura quella con il cloruro di benzoalconio ha permesso di raggiungere il miglior grado di pulitura, quindi l'impacco è stato esteso a  tutta la scultura e d è stato lasciato agire per circa una settimana. L’intera superficie è stata risciacquata con acqua mineralizzata e spazzolini e si è passati alla rimozione meccanica con bisturi dei licheni crostosi per abbassare le incrostazioni e per poi applicare nelle zone dove vi erano ancora licheni impacchi localizzati di cloruro di benzoalconio in soluzione acquosa al 5% con supportante arbocel.

Nelle croste nere, sotto la faccia e nella zampa posteriore destra, sono stati fatti impacchi di carbonato d'ammonio al 5% che non hanno rimosso perfettamente la crosta nera. Siamo intervenuti attraverso l'utilizzo del laser che ha rimosso totalmente le croste nere.

Per quanto riguarda la parte strutturale sono stati fatti dei fori con trapano nella parte interna della frattura, sia dalla parte delle zampe e in corrispondenza nella parte del leone, per inserire dei perni in acciaio inox. I perni sono stati inseriti all’interno con resina epossidica bicomponente, poi sono state unite le due parti sempre con resina epossidica bicomponente. 

Per far notare meno questo intervento sono state fatte delle stuccature con polvere di marmo e acril me in soluzione acquosa al 10%. Nella mancanza più rilevante a sinistra si è fatto una stuccatura prima con calce Lapharge al 33%, 66% con polvere di marmo e acril me. Successivamente è stata fatta una stuccatura di rifinitura con polvere di marmo e acril me.

 

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