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Progetto
Nell'anno 2006 l'Associazione per l'Arte e il Restauro Palazzo Spinelli avvio un progetto denominato "Santa Croce Quartiere aperto", che nel 2007 beneficio di un contributo concesso dall'Ente Cassa di Risparmio di Firenze. All'origine della proposta era la convinzione che una delle strade per superare l'attuale impasse culturale della citta di Firenze dovesse passare dalla riscoperta del senso di appartenenza a un quartiere (nel nostro caso quello di Santa Croce, dove "Palazzo Spinelli" e nato nel 1978), con cio che questo comporta nei termini di rilettura di una tradizione che deve essere individuata come caratterizzante. In quest'ottica "Santa Croce Quartiere aperto" si poneva come progetto di fattibilita per delineare il possibile asse di sviluppo di azioni atte a ridefinire le specificita dell'area e i suoi punti di aggregazione, fisici e culturali. In analogia con le strategie proprie dei piani di valorizzazione dei beni culturali, si volevano cosi definire i vari motivi da sviluppare, raccogliendo una prima parte di materiali da elaborare per meglio finalizzare le azioni possibili, quali, ad esempio, la retizzazione delle realta culturali (istituti e associazioni) ma anche del tessuto produttivo e commerciale (botteghe e locali storici). A fianco delle proposte che via via si delineavano andava parallelamente a costituirsi un vario materiale sulla storia degli edifici civili del quartiere, raccolto da Claudio Paolini (coordinatore del progetto) in funzione della progettazione di itinerari culturali nell'area.
Verso la fine del 2007 le schede redatte sulla base di tale materiale apparivano, per estensione e qualita dei dati, non confrontabili con nessuna pubblicazione nota. Questo portava il progetto ad arricchire di un ulteriore elemento i presupposti iniziali, e a chiudere la prima fase del lavoro dando alle stampe il volume di Claudio Paolini, Case e Palazzi nel quartiere di Santa Croce a Firenze (Firenze, Paideia, 2008), ricco di 337 schede. Il volume veniva presentato presso il Museo Horne e la sede dell'Associazione per l'Arte e il Restauro, quindi distribuito gratuitamente nel quartiere, con l'obiettivo di far conoscere la storia dei luoghi e con la speranza che tale conoscenza potesse trasformarsi nella consapevolezza della necessita di una corresponsabilita di tutti gli abitanti del quartiere alla salvaguarda del patrimonio.
Nel corso del 2008, sempre sostenuto dall'Ente Cassa di Risparmio, il progetto virava decisamente ad approfondire questa ultima ipotesi. I palazzi censiti diventavano 455 e, esaurita la precedente edizione, si dava alle stampe il nuovo volume di Claudio Paolini, Architetture fiorentine. Case e palazzi nel quartiere di Santa Croce (Firenze, Paideia, 2009). Nello stesso periodo, al di fuori del progetto del quale stiamo parlando, uscivano, con intenti del tutto simili a quelli descritti, altre tre pubblicazioni di Claudio Paolini nell'ambito della collana dei Quaderni del Servizio Educativo della Soprintendenza per i Beni Architettonici, Paesaggistici, Storici Artistici ed Etnoantropologici per le province di Firenze Pistoia e Prato. Organizzate su brevi itinerari urbani e costituite da schede relative alla storia degli edifici civili della zona, le pubblicazioni toccavano l'asse di borgo degli Albizi (Borgo degli Albizi. Case e palazzi di una strada fiorentina, Firenze, Polistampa, 2008), di via de' Benci e via Verdi (Lungo le mura del secondo cerchio. Case e palazzi di via de' Benci, Firenze, Polistampa, 2008), di via San Niccolo e via de' Bardi (Architetture d'Oltrarno. Da piazza Giuseppe Poggi a piazza Santa Maria Soprarno, Firenze, Polistampa, 2010).
In buona sostanza: la mole di materiale che si andava raccogliendo (e che oramai usciva dai limiti del quartiere di Santa Croce per proporsi come ricerca sull'intera citta storica) imponeva un salto di qualita e una riorganizzazione dei dati nell'ambito di una banca data da rendere disponibile on-line. Grazie ad un ulteriore supporto dell'Ente Cassa di Risparmio, nel corso del 2009-2010 si operava quindi in tal senso fino ad approdare a quanto oggi si propone in questo spazio gestito dall'Associazione per l'Arte e il Restauro.

Il Repertorio reso disponibile on-line (cosi come le pubblicazioni prima richiamate) prende le mosse da una ricerca bibliografica effettuata inizialmente sulle guide della citta, quindi estesasi a repertori di architettura e a contributi specifici sia su singoli edifici sia sulle modificazioni e le espansioni del tessuto urbano. A questa fase e seguito un secondo momento fatto di verifiche sui luoghi, che sarebbe azzardato chiamare sopralluoghi, dato che queste hanno per lo piu interessato la mera lettura delle facciate delle case e dei palazzi sulla via. Questa premessa chiarisce come, se da una parte vi e il merito di aver registrato lo stato di fatto attuale (e di avere in qualche caso attraverso la comparazione dei dati offerti dalla letteratura consultata azzardato qualche nuova ipotesi sullo svolgimento dei fatti storici), il repertorio non possa che conservare in sé molti errori, soprattutto inerenti le vicende delle proprieta antiche e le date di fondazione, spesso basate su notizie che si sono tramandate nel tempo senza i dovuti riscontri documentari. Speriamo che questi limiti non superino comunque quello che crediamo essere il pregio del lavoro, che e il riunire molte notizie e molti riferimenti bibliografici su un'area fiorentina ricca di storia e di cultura.
E evidente come il lavoro presentato abbia un valore in ragione del numero di edifici presi in considerazione (nello spirito appunto di un repertorio) e non nel livello di approfondimento riservato alle vicende dello sviluppo urbano o alla storia degli edifici di maggior pregio. E si pensi, ad esempio, al palazzo Corsi (sede attuale del Museo Horne), a casa Buonarroti o al palazzo della Gherardesca in Borgo Pinti, per non parlare di Palazzo Vecchio o del Bargello, per i quali ben altra ampiezza di notizie sono capaci di restituire le varie e recenti pubblicazioni di cui sono stati oggetto. Per questi casi, tuttavia, si e fatta attenzione a fornire un'ulteriore voce bibliografica, di approfondimenti appunto, per tutti coloro che intendessero muoversi su terreni di maggior valore scientifico. In altri termini ci teniamo a precisare che lo spirito che ha guidato la ricerca, seppure con altri e diversi mezzi, e in qualche modo avvicinabile a quello dell'importante lavoro dato alle stampe da Walther Limburger nel 1910. Tale lavoro e stato riferimento fondamentale per il presente, sia nella sua versione originale sia, soprattutto, nella traduzione dattiloscritta curata da Mazzino Fossi nel 1968, arricchita da notizie raccolte dallo stesso presso l'allora Soprintendenza ai Monumenti, e comprensiva quindi di note relative agli interventi di restauro seguiti sia ai danni provocati dalla seconda guerra mondiale sia dall'alluvione del 4 novembre 1966.
Nelle note storico descrittive particolare attenzione e stata posta nel registrare la presenza di scudi con armi e altre memorie, coscienti della loro importanza documentaria e spesso artistica, e grati alle severe disposizioni ducali e poi granducali contro chi, succedendo nella proprieta della dimora, avesse rimosso le insegne dei precedenti possessori, fino alla legge del 30 maggio del 1571 che in modo inequivocabile sanzionava chiunque "rimovesse o violasse armi, iscrittioni e memorie existenti apparentemente nelli edifitii cosi pubblici come privati", eretti nel tempo a "ornamento e splendore" della citta. Nonostante le frequenti confische, si riconosceva cosi un merito alle famiglie che avevano eretto i loro palazzi certo per l'agio del vivere, ma anche, e cosi noi li ricordiamo, per rendere Firenze quella che ancora e, una sequenza ininterrotta di architetture, nella maggior parte dei casi rispettose nell'adeguarsi a un linguaggio architettonico sostanzialmente unitario, sempre ribadito come nel solco della tradizione.
Speriamo che il lavoro susciti l'interesse anche di chi possiede ulteriori notizie sugli edifici. Chiunque vorra segnalarci errori e significative omissioni e pregato vivamente di mettersi in contatto tramite l'e-mail fornita al link contatti.

Come Augusto Bigazzi (che cosi introduceva al suo Firenze e contorni del 1893) saremo grati delle giuste critiche, a quelli poi che ci attaccassero per sistema risponderemo come Donatello a Brunelleschi a proposito del Crocifisso: piglia del legno e fanne uno tu.
 
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