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Temi ed Itinerari
Giuseppe Poggi architetto
Ben noto come protagonista indiscusso dell'ampliamento e del rinnovamento urbanistico della città di Firenze negli anni in cui questa fu Capitale del Regno d'Italia, Giuseppe Poggi (Firenze 1811 - 1901) rimane ancora oggi personaggio in buona parte da documentare e comprendere, soprattutto nella sua attività professionale espletata indipendentemente dall'importante incarico conferitogli dal Municipio nel 1865. In realtà i motivi che portarono alla sua nomina (così come le radici del suo modo di interpretare lo spazio urbano e la relazione che con questo deve istituire il singolo manufatto architettonico) sono da individuare proprio nei lavori da lui seguiti nei decenni precedenti, che lo portarono peraltro a stringere rapporti oltremodo stretti e di piena fiducia con buona parte delle nobili famiglie fiorentine e con facoltosi imprenditori, che a loro volta si sarebbero identificati con una significativa porzione della classe dirigente al tempo della Capitale. L'itinerario segnala, mantenendosi sempre nell'ambito della città storica individuata all'interno della cerchia dei viali tracciata dallo stesso Poggi, le residenze che lo videro attivo, in parte con la realizzazione di nuovi edifici o di porzioni rilevanti di residenze storiche, in parte con cantieri tesi a rinnovare e ridistribuire gli spazi interni di ampi palazzi che i proprietari, in quegli anni di rapida crescita demografica, pensarono di mettere a reddito, separando i luoghi propri della residenza di famiglia con quelli degli appartamenti da appigionare. Più in particolare, nel periodo di tempo qui preso in considerazione (dagli anni quaranta a tutti gli anni settanta dell'Ottocento, comunque successivamente al viaggio compiuto a Londra e a Parigi dove l'architetto ebbe modo di osservare le coeve opere urbanistiche e architettoniche), sono da individuare varie tipologie di cantieri e quindi di attività progettuale, che documentano le grandi capacità e la versatilità del professionista. L'itinerario (che segue l'ordine per denominazione della via come è proprio di questo Repertorio e che quindi non è indicativo di tali tipologie o dell'ordine cronologico dei cantieri) comprende innanzitutto edifici costruiti ex novo o comunque radicalmente ridisegnati dal Poggi, come nel caso del palazzo Poniatowsky di Porta al Prato e delle ancor più rappresentative realizzazioni nell'area nuova del quartiere delle Cascine: il palazzo Calcagnini e la villa Favard del lungarno Amerigo Vespucci. A fianco a queste sono le realizzazioni volte al completamento 'in stile' di antichi palazzi, come documenta la scheda relativa al fianco su via de' Gondi dell'omonimo palazzo, opera di Giuliano da Sangallo (ma non si dimentichi l'altrettanto significativo intervento sullo storico palazzo Strozzi, che il Poggi, con la realizzazione della panca di via, non poco contribuì a ridisegnare nell'immaginario). E ancora i completamenti legati alla trasformazione di residenze storiche poste lungo il corso dell'Arno che in quegli anni tendevano a ribaltare il proprio fronte principale dalle strade interne alla visione del fiume, diventato luogo di passeggio e soprattutto ora letto come aperto all'aria e alla luce: così accade, ad esempio, con il palazzo Guicciardini sull'omonimo lungarno e con il palazzo Capponi delle Rovinate sul lungarno Torrigiani, quest'ultimo peraltro strettamente legato alla parallela apertura di questo asse viario proprio in ragione del progetto di ampliamento della città. Lo stesso si può dire per altre residenze poste al limitare del nuovo circuito dei viali, come documenta la porzione delle proprietà legate al palazzo Della Gherardesca dal lato del piazzale Donatello. Numerosi poi, come accennato, gli interventi di ampliamento e di ridistribuzione degli spazi interni (anche per adeguarli a nuove esigenze quali al tempo dovevano apparire i più ampi accessi per le carrozze e simili) di altri antichi palazzi: il palazzo degli Alessandri in borgo degli Albizi, quello Frescobaldi di via Santo Spirito, il palazzo Antinori di Brindisi di via de' Serragli, il palazzo Guadagni di piazza Santo Spirito, e ancora i palazzi Bastogi di via Camillo Cavour (utilizziamo la denominazione adottata nelle schede del Repertorio indipendentemente da quella che era la proprietà del tempo), il palazzo Gerini di via Ricasoli, il Palazzo Incontri Piccolellis di via de' Pucci, il palazzo Venturi Ginori di via della Scala e altri ancora. Per approfondire il tema e meglio comprendere quanto pervasiva sia stata l'azione di Giuseppe Poggi sull'immagine complessiva della città, al di là dei riferimenti qui offerti che dovrebbero comunque essere più che sufficienti a darci un'idea dell'importanza del nostro, si interroghi il motore di ricerca del Repertorio digitando, nel campo "Architetti - ingegneri" il nome del personaggio. ...chiudi approfondimento
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