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Quartiere Santa Croce
Ubicazione Via Ghibellina 95- 97- 99- 101
Denominazione Casamento del teatro Verdi
Altre denominazioni Teatro delle Antiche Stinche, casa Faldi, teatro Arciduca Ferdinando, teatro Pagliano, teatro Cherubini
Affacci via Giuseppe Verdi 5, via de' Lavatoi, via dell'Isola delle Stinche
Proprietà Faldi, Canovetti, Galletti, Massai, Pagliano, Società Italiana Aziende Teatrali, Fondazione Orchestra Regionale Toscana.
Architetti - Ingegneri Leoni Francesco, Manetti Luigi, de Cambray Digny Luigi, Buonaiuti Telemaco, Baroni Nello, Tempestini Maurizio, De Renzis Giancarlo, Martarelli Giancarlo, Ruffilli Claudio.
Pittori - Scultori - Decoratori Giovanni da San Giovanni (Giovanni Mannozzi, d.), Rosi Giuseppe, Gavazzi Giuseppe, Dell'Era Luigi, Maffai Cesare, Mannucci Giannetto.
Uomini illustri Villani Giovanni, Cennini Cennino, Cavalcanti Giovanni, Machiavelli Niccolò, Acciaiuoli Roberto, Pagliano Girolamo.
Note storiche L'edificio occupa un isolato segnato in antico da proprietà della famiglia Uberti dove, nel 1301, erano state costruite le carceri della città, denominate Stinche in riferimento alla vittoria dei fiorentini sul castello delle Stinche, i cui difensori ghibellini erano stati qui imprigionati (1304). Sul lato sud erano addossati alla struttura (che all'esterno si presentava come un'alta e continua muraglia) i lavatoi pubblici, costruiti attorno al 1428. Qui, tra i molti, furono carcerati Giovanni Villani, Cennino Cennini, Giovanni Cavalcanti, Niccolò Machiavelli, Roberto Acciaiuoli e Pietro Vespucci. Dell'originaria funzione reca memoria l'affresco staccato sull'angolo di via delle Stinche, di Giovanni da San Giovanni (1616 ca.), con edicola eretta in forme neoclassiche su disegno dell'architetto Luigi de Cambray Digny (1856), raffigurante il senatore Girolamo Novelli accompagnato da due magistrati che, alla presenza di Gesù, paga il riscatto di un carcerato (descritto ed elogiato da Filippo Baldinucci, restaurato nel 1957 da Giuseppe Rosi, nel 1979 da Giuseppe Gavazzi, nel 1995 dalla ditta R.A.M. per le cure dell'Ente Cassa di Risparmio e degli Amici dei Musei Fiorentini e quindi ricollocato). Adibito a carcere per cinquecento anni, l'edificio venne venduto con decreto granducale nell'agosto del 1833 e quindi acquistato dai signori Giovacchino Faldi, Cosimo Canovetti, Giuseppe Galletti e Michele Massai. Questi procedettero a trasformarlo nel grande casamento attuale (con la distruzione della precedente fabbrica e inglobando l'area già dei lavatoi) tra il 1834 e il 1839, affidando la direzione dei lavori all'architetto Francesco Leoni con l'assistenza dell'architetto Luigi Manetti. Al termine la struttura risultò sviluppata su quattro piani, in parte occupata da quartieri (22 per un totale di 188 stanze serviti da sei nuclei scala), in parte da botteghe (14), e caratterizzata sia dalla presenza di una grande sala di equitazione (con annesse scuderia, selleria, rimessa e stanze per trattenimento), sia di una sala per la Società Filarmonica posta al primo piano, con dodici ambienti di servizio. Circa nel 1850, in queste ultime aree ampliate a comprendere alcuni appartamenti, si eresse una grandioso teatro, su progetto e direzione dei lavori dell'architetto Telemaco Buonaiuti e iniziativa dell'imprenditore Girolamo Pagliano, ex baritono e noto per un famoso sciroppo "centerbe di lunga vita", al quale si deve anche la nascita della farmacia d'angolo, dal 1934 farmacia Selva. Negli interni intervennero i pittori Luigi Dell'Era e Cesare Maffai, mentre il sipario, raffigurante La disfida di Barletta, venne dipinto da Bandinelli. Aperto, sebbene ancora non terminato, il 12 giugno 1853, il teatro fu ufficialmente inaugurato il 10 settembre 1854: nell'insieme, per l'ampiezza del palcoscenico e per la capienza globale (circa 4000 spettatori), risultò essere tra i più grandi teatri italiani, sicuramente uno dei pochi a consentire la messa in scena di spettacoli musicali anche complessi e grandiosi. Denominato inizialmente delle Antiche Stinche, fu poi per lo più noto come teatro Pagliano, fino a che, per i molti debiti contratti, venne espropriato all'imprenditore nel 1868, senza che peraltro l'attività venisse interrotta. Dal 1901, dopo essere stato intitolato a Luigi Cherubini, assunse la denominazione di teatro Verdi, e nel tempo si è adeguato, in ragione dei mutamenti di gusto del pubblico, ad ospitare manifestazioni e spettacoli dei più vari, compresi quelli cinematografici. Tra il 1949 e il 1950 il teatro e i locali di pertinenza sono stati interessati da importanti lavori di restauro e ristrutturazione a cura dell'architetto Nello Baroni con la collaborazione di Maurizio Tempestini, che tuttavia hanno rispettato le decorazioni ottocentesche degli interni e l'impianto generale. A questo intervento risale l'attuale disegno dell'ingresso principale su via Ghibellina, viceversa di forme decisamente moderne, come pure vari bassorilievi decorativi sempre sistemati negli spazi interni dello scultore Giannetto Mannucci. Dopo il rinnovamento seguito ai danni dell'alluvione il teatro è stato interessato nella seconda metà degli anni ottanta del Novecento da lavori di adeguamento alle norme di sicurezza, su progetti redatti dagli ingegneri Giancarlo De Renzis, Giancarlo Martarelli e dall'architetto Claudio Ruffilli. Nel 1998 la struttura è stata acquisita dalla Fondazione Orchestra Regionale Toscana. Per la festa dei 150 anni dalla sua inaugurazione (ottobre 2004) sono stati effettuati ulteriori e qualificanti interventi mirati a migliorare l'acustica e l'accoglienza del pubblico. Si veda anche a via Verdi 5.
Bibliografia
dettaglio
Fantozzi 1842, pp. 269-271, n. 53; Fantozzi 1843, pp. 166-167, n. 394; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, IV, 1846, pp. 203-204; Formigli 1849, p. 291; Firenze 1850, pp. 219-223; Ademollo-Passerini, 1853, II, pp. 425-426; Bigazzi 1886, p. 251; Limburger 1910, n. 668; Bertarelli 1922, p. 83; Garneri 1924, pp. 257-258, n. XLVIII; Bertarelli 1937, p. 165; Firenze 1974, p. 175; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, pp. 30, 111-112; Cresti-Zangheri 1978, p. 39; Ciabani 1984, pp. 264-265; Cozzi 1992, p. 169; Salvadori Guidi 1996, p. 102, n. 140; Santi 2002, pp. 64-65; Cesati 2005, I, pp. 320-321; II, pp. 720-721; Firenze 2005, pp. 393-394; Insabato-Ghelli 2007, pp. 34, 360; Paolini (Benci) 2008, pp. 81-84, n. 26; Paolini 2009, pp. 157-158, n. 206.
Approfondimenti Marco Lastri, Le Stinche, carcere de' debitori, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, IX, pp. 29-32; Pietro Jacopo Fraticelli, Delle antiche carceri di Firenze denominate Le Stinche or demolite e degli edifizi in quel luogo eretti l'anno 1834. Illustrazione storica, Firenze, Giuseppe Formigli, 1834; Fruttuoso Becchi, Sulle Stinche di Firenze e su' nuovi edifizi eretti in quel luogo, Firenze 1839; Icilio Sferza, Intorno al Teatro edificato da Girolamo Pagliano, disegnato e diretto dall'ingegnere e architetto fiorentino Telemaco Bonaiuti, in "Bollettino delle Arti del Disegno in Italia", 5 ottobre 1854, 40, pp. 317-319; Arnaldo Cocchi, L'elemosina ai carcerati. Tabernacolo in via del Mercatino sul canto di via Ghibellina, in Notizie storiche intorno antiche immagini di Nostra Donna che hanno culto in Firenze, Firenze, Giuseppe Pellas Editore, 1894, pp. 142-143; Alberto Manzi, I teatri di musica, in Firenze d'oggi, Firenze, tipografia Ariani, 1896, pp. 60-73; Guido Carocci, I Tabernacoli di Firenze, in "Arte e Storia", XXIV, 1905, 1, pp. 7-8; Il vecchio Teatro Verdi restituito a nuova vita, in "La Nazione", 11 febbraio 1950, p. 4; Nello Baroni, Maurizio Tempestini, Restauro e rinnovamento del teatro Verdi di Firenze, in "Edilizia Moderna", 1954, 44, pp. 65-67; Osanna Fantozzi Micali, in Pietro Roselli, Giuseppina Carla Romby, Osanna Fantozzi Micali, I teatri di Firenze, Firenze, Bonechi, 1978, pp. 212-219; Magnolia Scudieri, Carla Calvaresi, Tabernacolo di via Isola delle Stinche, in Arte storia e devozione. Tabernacoli da conservare, a cura dell'Ufficio Restauri della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Firenze e Pistoia, Firenze, Centro Di, 1991 (Quaderni dell'Ufficio Restauri, n. 3), p. 38; Francesco Boccanera, Anna Vittoria Laghi, Farmacie storiche in Toscana, Firenze, Polistampa, 1998, pp. 38-39; Maria Alberti, Teatro Verdi, in I teatri storici della Toscana, censimento documentario e architettonico a cura di Elvira Garbero Zorzi e Luigi Zangheri, Venezia, Marsilio, 2000, pp. 255-265; Luca Scarlini, Giovanni Vitali, Teatro Verdi, 150 anni di spettacolo italiano dalle quinte di un teatro fiorentino, Firenze, Giunti, 2008; Restauro del Teatro Verdi, in Claudio Cordoni, Maurizio Tempestini Interior Architect (1908-1960), Firenze, Edifir, 2010, pp. 54-55, p. 75 n. 158, pp. 118-121 n. 88; Giorgio Venturi, Bianco e Nero, ovvero I cari estinti, Firenze, Magna Charta per Dischi Fenice, 2016, pp. 73-75; Claudio Cordoni, Firenze, Lungarno Corsini 6: lo studio Baroni, Tempestini, Porcinai, Firenze, Edifir, 2017, pp. 110-111 (Restauro del Teatro Verdi).
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: ARC-F-004058-0000 (veduta di scorcio della facciata su via Ghibellina, 1930 circa); ARC-F-004044-0000, ARC-F-004046-0000 (due vedute degli spazi interni, 1950 circa). Archivio Foto Locchi, Firenze: 1945-L49-8, 1945-L49-9 (vedute della platea in occasione di uno spettacolo per le truppe alleate, 1945); 1966-2652, 1966-2653, All-92 (vedute dell'ingresso su via Ghibellina nei giorni successivi l'alluvione del 4 novembre, 1966). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 10064, 51421, 51422, 51423, 51424, 51425 (vedute da varie angolazioni del tabernacolo tra via Ghibellina e via dell'Isola delle Stinche, prima e dopo il restauro delle parti architettoniche, 1956).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Teatro Verdi su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL) e dai siti ufficiali del Teatro Verdi e dell'Orchestra della Toscana. Per la farmacia si rimanda alla scheda presente nel repertorio online "Itinerari Scientifici in Toscana" (Museo Galileo). Nella banca dati online dell' archivio storico Luce si segnala un filmato relativo all'inaugurazione del teatro a seguito dei lavori di restauro del 1949-1950 (La Settimana Incom 00403, 1950).
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 06/11/2020
Data ultimo sopralluogo 29/01/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags carcere, lavatoio, scuderia, maneggio, teatro, cinema, esercizio storico, farmacia, tabernacolo.
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