Home Il progetto Ricerca nel Repertorio Piante e Vedute Temi e Itinerari Indici Link Crediti Contatti
Ricerca nel Repertorio
Denominazione Modulo di ricerca
Ubicazione
Proprietà
Architetti - Ingegneri
Pittori - Scultori - Decoratori
Uomini illustri
Testo
Per ottimizzare la ricerca è consigliabile digitare una sola parola chiave per campo (es.: Bardi, anziché via de’ Bardi).
Per ulteriori suggerimenti si veda a:


Struttura della banca dati
 
Scheda Palazzo Antinori di Brindisi Torna ai risultati della ricerca
Versione stampabile della scheda
Quartiere Santo Spirito
Ubicazione Via de' Serragli 7- 9
Denominazione Palazzo Antinori di Brindisi
Altre denominazioni Palazzo Aldobrandini
Affacci via Maffia 2- 4
Proprietà Soderini, Antinori, Antinori di Brindisi, Aldobrandini.
Architetti - Ingegneri Poggi Giuseppe.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche L'edificio sorge dove erano alcune antiche case, una delle quali dei Soderini, acquistata assieme ad altre due già dei Comi e dei Masini tra il 1444 e il 1447 (secondo Adsi 2010 nel 1488) da Antonio di Tommaso Antinori, ad occupare fin dall'origine un lotto di terreno particolarmente esteso e delimitato dalle attuali via de' Serragli e via Maffia. Allo stesso Antonio si deve l'edificazione del palazzo, a costituire in Oltrarno la residenza di un ramo importante della famiglia che, dalla metà dell'Ottocento ottenne in via ereditaria i titoli e i beni degli Antinori di Brindisi, che fin dal Quattrocento si erano stabiliti in Campania. Ed è proprio in concomitanza con l'acquisizione da parte di Amerigo Antinori del grado di duca di Brindisi che il palazzo conobbe una fase di significativo rinnovamento, con la radicale trasformazione di tutta la parte destra del fabbricato su progetto dell'architetto Giuseppe Poggi, condotta dal 1856 al 1870 circa. Lasciato a disposizione degli inquilini il precedente ingresso di sinistra (n. 7), fu aperto il nuovo ingresso di destra (n. 9), con un ampio androne arricchito da statue, accessibile alle carrozze e aperto al giardino posteriore con, sul lato sinistro, un vestibolo a pilastri che introduce al nuovo luminoso scalone ornato di stucchi. Al primo piano fu ridisegnato il quartiere per i ricevimenti, con una galleria e un saloncino, sempre riccamente ornati di stucchi (si vedano al proposito le ricerche e le annotazioni di Leonardo Ginori Lisci). "Anche il giardinetto del palazzo, con la sua rampa che sale fino a una grande loggia a cristalli all'altezza del primo piano, è interessante per la caratteristica disposizione delle sue strutture e dei suoi ripiani prospettici. Veramente originale è la decorazione neogotica delle rimesse, eseguita verso la fine dell'Ottocento, che sale fino a un altissimo muro merlato che nasconde alla vista le brutte case di via Maffia. Secondo una testimonianza attendibile sarebbe stato costruito soprattutto per non mostrare agli importuni le donne dell'harem di un diplomatico ottomano, che aveva in affitto il primo piano durante il periodo della Capitale a Firenze" (Ginori Lisci 1972). Più in particolare il diplomatico in questione è da riconoscere in Rustem bey, della legazione turca in Italia, che appunto qui aveva sede. Sul fronte dell'edificio è uno scudo con l'arme degli Antinori (troncato: nel primo losangato d'oro e d'azzurro, nel secondo d'oro pieno). Sempre sulla facciata, sul limitare sinistro, è un tabernacolo fornito di lampada sotto forma di riquadro a incorniciare una riproduzione in monocromo della venerata immagine dell'Annunciazione della basilica della Santissima Annunziata. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale. Si veda anche a via Maffia 2-4 per i relativi annessi del palazzo.
Bibliografia
dettaglio
Del Bruno 1757, p. 140; Cambiagi 1765, p. 226; Cambiagi 1771, pp. 238-239; Cambiagi 1781, p. 217; Firenze 1850, p. 576; Elenco 1902, p. 252; Limburger 1910, n. 45; Illustratore fiorentino (1915) 1914, p. 118; Garneri 1924, p. 298, n. XXIV; Ginori Lisci 1972, II, pp. 779-782; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, IV, 1978, p. 14; Cresti-Zangheri 1978, p. 192; Cazzato-De Vico Fallani 1981, p. 48; Pozzana 1994, p. 104; Cesati 2005, II, p. 642; Firenze 2005, p. 458; Adsi 2010, pp. 30-31.
Approfondimenti Mario Covoni Girolami, Ricordi e memorie di un personaggio fiorentino, con introduzione e note a cura di Leonardo Ginori Lisci, Firenze, Giunti Marzocco, 1981, II, p. 318; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 418-419.
Documentazione fotografica Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 11020 (veduta di una porzione del prospetto su via de' Serragli con il tabernacolo, 1973). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 107510, 107511 (vedute d'insieme del prospetto principale, 1980); 107512 (particolare dello stemma posto in facciata, 1980); 107513, 107514, 107515, 107516, 107517 (vedute dell'androne e del cortile, 1980); 107518 (scala di accesso ai piani superiori, 1980); 107519, 107520, 107521, 107522, 107523, 107524, 107525 (vedute d'insieme e particolari dell'androne e del cortile, 1980); 107526, 107527, 107528, 107529, 107530, 107532 (vedute degli spazi interni, 1980); 107533, 107534, 107535, 107536, 107537, 107538, 107539, 107540 (vedute degli affacci su giardino e degli edifici prospettanti gli spazi a verde, 1980); 107541, 107542, 107543, 107544 (vedute delle rampe di scale, 1980).
Risorse in rete Sul palazzo sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Antinori di Brindisi su Wikipedia.
Codice SBAPSAE FI0487
ID univoco regionale 90480170572
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 25/04/2021
Data ultimo sopralluogo 20/07/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags giardino, stemma familiare, tabernacolo, legazione.
Localizzazione
Contatti note tecniche e legali
 
Copyright © 2011 - 2021 Palazzo Spinelli - Associazione No Profit
Copyright © 2011 - 2021 Claudio Paolini