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Quartiere San Giovanni
Ubicazione Via de' Cerretani 41r- 43r- 45r- 47r- 49r- 51r- 53r- 55r- 57r- 59r
Denominazione Palazzo delle Cento Finestre
Altre denominazioni Palazzo del Centauro, palazzo Strozzi del Centauro, palazzo Ganucci, palazzo Franchetti
Affacci via Teatina, piazza di Santa Maria Maggiore 1, via de' Rondinelli 10
Proprietà Strozzi, Martini, Corboli, Ganucci Galli Tassi, Franchetti.
Architetti - Ingegneri Silvani Gherardo, Bettini Giovanni Battista, Poggi Giuseppe, Romano Salvatore, Passaleva Marco.
Pittori - Scultori - Decoratori Catani Luigi.
Uomini illustri Cigoli (Lodovico Cardi, d.), Gabrielli Giovanni Battista, Pandolfini Piero, Benedetti Umberto.
Note storiche Il palazzo, posto davanti alla chiesa di Santa Maria Maggiore e sviluppato lungo via de' Cerretani, risulta costruito attorno al 1720 (Limburger) con l'unificazione di alcune case di proprietà dei Manovelli, ricordate da Federico Fantozzi per essere state una appigionata da Lodovico Cardi detto il Cigoli come abitazione, altre perché studi del pittore Giovanni Battista Gabrielli e dell'intagliatore Piero Pandolfini. Già degli Strozzi (ai quali presumibilmente si devono i lavori del 1720), il palazzo è ugualmente noto con la denominazione che fa riferimento alle sue molte finestre (di poco inferiori a cento), sia con quella che lo indica come palazzo del Centauro, dato che la facciata settentrionale guarda il quadrivio dove era sistemato il gruppo di Ercole e il Centauro del Giambologna, rimosso nel 1789 e dal 1841 sotto la loggia de' Lanzi in piazza della Signoria. Per quanto riguarda la paternità del progetto le fonti sono discordi, indicandolo ora come opera del legnaiolo Giovanni Battista Bettini, ora come di Gherardo Silvani (sul problema si veda la scheda di Mario Bevilacqua). Passato in eredità ai Martini nel 1757, l'edificio fu venduto nel 1810 alla contessa Elisabetta Ganucci Galli Tassi, che promosse alcuni lavori di riorganizzazione degli ambienti interni per adeguarli alle nuove esigenze di rappresentanza. Utilizzato, in affitto, come sede della Prefettura (che continuò ad avere qui la sede nei primi anni di Firenze Capitale d'Italia), fu posto in vendita e acquistato nel 1868 dal livornese Isacco Franchetti. Questi incaricò Giuseppe Poggi di nuovi lavori di ristrutturazione che incisero soprattutto sul piano terra (nuovo ingresso carraio, copertura della corte interna e sistemazione delle scuderie) e sul primo piano. Per quanto riguarda i fronti, sostanzialmente Poggi si limitò ad arricchirne il disegno riportando sulle scorniciature delle finestre del primo piano timpani triangolari a forte rilievo (originale quello curvilineo sulla porta finestra del balcone). La stessa operazione venne ripetuta sul fronte di via de' Cerretani, con l'inserimento in aggiunta di una balconata a balaustri su mensole. Sul fronte di via de' Rondinelli si procedette con lo stesso criterio, tuttavia ridisegnando con maggiore libertà le riquadrature dell'ingresso alla scala condominiale e l'ingresso a un negozio. Il rinnovato splendore del palazzo ebbe tuttavia vita breve dato che, con la morte del barone Franchetti nel 1875, il piano terra fu adibito quasi interamente ad attività commerciali, che comportarono l'apertura, al posto delle finestre inginocchiate (si vedano nella bella immagine che Zocchi fornisce del palazzo), di sporti e vetrine. Negli anni quaranta cambiamenti d'uso investirono anche i piani superiori, che vennero occupati dagli uffici della Rai, radiotelevisione italiana (1944) e, successivamente al trasferimento di questi nella nuova sede del Lungarno De Gasperi (1967) da quelli di una compagnia di assicurazione, comportando il frazionamento degli ambienti e una progressiva perdita della configurazione originaria di palazzo. Sottoposto a vincolo architettonico nel 1981 il palazzo fu poi interessato da un complesso intervento di restauro tra il 1986 e il 1990, con progettazione e direzione dei lavori affidata all'architetto Salvatore Romano, coadiuvato dall'ingegnere Marco Passaleva (si veda per ulteriori dettagli la pubblicazione edita nel 1992 e riassuntiva della storia e degli interventi effettuati sulla fabbrica). Per quanto riguarda gli interni sono da segnalare notevoli interventi pittorici risalenti sia agli inizi dell'Ottocento (ricondotti a Luigi Catani e presumibilmente risalenti alla proprietà Ganucci Galli Tassi), sia agli anni del cantiere condotto da Giuseppe Poggi, sia al tardo Ottocento (anche su questi si veda il contributo di Litta Maria Medri nella pubblicazione sopra citata). Sul lato di via de' Cerretani è stata posta nel 2011 dal Lions Club Firenze una targa a ricordare il regista teatrale e lirico Umberto Benedetti, in relazione alla sua attività presso gli studi Rai negli anni in cui qui ebbe sede.
Bibliografia
dettaglio
Zocchi 1744, tav. X; Del Bruno 1757, p. 122; Cambiagi 1765, p. 193; Cambiagi 1771, p. 206; Cambiagi 1781, p. 190; Fantozzi 1843, p. 74, n. 151; Carocci 1897, p. 32-33; Limburger 1910, n. 175; Limburger-Fossi 1968, n. 175; Zocchi-Mason 1981, pp. 50-51; Cesati 2005, II, p. 596; Cesati (Piazze) 2005, p. 244; Firenze 2005, p. 263; Mario Bevilacqua in Atlante del Barocco 2007, p. 424, n. 143.
Approfondimenti Litta Maria Medri, Salvatore Romano, Il Palazzo delle Cento Finestre a Firenze, fotografie di Massimo Pacifico, Firenze, Fos, 1992.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: ACA-F-03651V-0000 (veduta d'insieme di via de' Cerretani con il prospetto dell'edificio, 1890 circa); ACA-F-003651-0000 (veduta d'insieme di via de' Cerretani con il prospetto dell'edificio, 1920 circa). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 102647, 102648, 102649, 102650 (vedute d'insieme dei prospetti del palazzo, 1980); 102651, 102652, 102653, 102654, 102655, 102656, 102657, 102658, 102659, 102660, 102661, 102662, 102663, 102664, 102665, 102666, 102667, 102668, 102669, 102670, 102671 (vedute degli interni con particolari degli arredi e delle sale decorate e affrescate, 1980); 144609, 144610, 144611, 144612, 144613, 144614, 144615, 144616, 144617 (vedute degli arredi degli spazi interni del negozio d'ottica Favre posto sull'angolo tra piazza di Santa Maria Maggiore e via Teatina, 1987); 151123, 151124, 151125, 151126, 151127, 151128, 151129, 151130, 151131, 151132, 151133 (particolari delle stanze affrescate con prove di pulitura delle pitture, 1988).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo delle Cento Finestre su Wikipedia.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 25/11/2008
Data ultima modifica 06/05/2021
Data ultimo sopralluogo 06/05/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Campo in corso di revisione.
Localizzazione
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