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Scheda Edificio del Liceo Michelangelo Torna ai risultati della ricerca
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Quartiere Santa Croce (Mattonaia)
Ubicazione Via della Colonna 3- 5- 7- 9
Denominazione Edificio del Liceo Michelangelo
Altre denominazioni Monastero di Santa Maria Maddalena delle Convertite, Cestello, Santa Maria Maddalena dei Pazzi
Affacci borgo Pinti 60
Proprietà demanio dello Stato, Comune di Firenze, Provincia di Firenze.
Architetti - Ingegneri da Sangallo Giuliano (Giuliano Giamberti,d.), Francolini Felice, Caselli Giorgio, Sibilia Brunella.
Pittori - Scultori - Decoratori Pietro Perugino (Pietro Vannucci, d.), Passaglia Giulio, Franco Borsi.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Il grande edificio nasce da un primitivo nucleo due trecentesco destinato a monastero e intitolato a Santa Maria Maddalena delle Convertite o delle Penitenti, la cui fondazione viene fatta risalire al 1257. Di questa costruzione permane traccia solo in due finestre archiacute interne oggi tamponate, ubicate nell'attuale Aula Magna, dato che l'antica fabbrica fu distrutta o comunque inglobata in un nuovo e più ampio monastero cistercense dipendente dalla badia di Settimo, definito probabilmente su progetto di Giuliano da Sangallo. Appartengono a questa fase il chiostro d'ingresso, con loggiato coperto da volte a crociera sorrette da colonne in pietra serena, e la sala capitolare, dove tra il 1494 e il 1496 Pietro Perugino dipinse una notevole Crocifissione su committenza della famiglia Pucci (l'ambiente, collocato sulla sinistra dell'attuale androne di accesso al Liceo è stato riaperto al pubblico dal 2011). Dopo una nuova campagna di lavori avviata a partire dal 1561, nel 1628 il complesso fu destinato ad ospitare le suore Carmelitane provenienti da San Frediano in Cestello (da cui la denominazione di Santa Maria degli Angioli di Cestello o, più brevemente, Cestello, dal 1669 mutata in Santa Maria Maddalena dei Pazzi) che promossero ulteriori e importanti cantieri di ampliamento: nacquero così il coro (oggi palestra grande), il capitolo (attuale palestra piccola), e ancora la sagrestia, il parlatorio e l'appartamento della madre superiora. Nella seconda metà dell'Ottocento, dopo la definitiva soppressione del convento (1866), la struttura fu letteralmente tagliata in due dalla realizzazione dell'attuale proseguimento di via della Colonna (espropri e progetto complessivo dell'architetto Felice Francolini), in origine tracciata fino a borgo Pinti, e nell'occasione portata a congiungersi con l'area di piazza Massimo d'Azeglio e di via della Mattonaia, di nuova urbanizzazione (1865-1870). Durante i lavori sia il chiostro sia il vecchio refettorio furono drasticamente ridotti e gli ambienti variamente adattati nel tempo ad ospitare prima la Scuola Normale Sperimentale Maschile e la Scuola Tecnica P. Toscanelli, poi, dal 1898, l'Istituto Regio Liceo Michelangelo (sugli ambienti di pertinenza della struttura rimasti dall'altro lato della strada si veda al numero civico 10 e a borgo Pinti, Istituto San Silvestro). Sulla via l'edificio acquisì l'attuale facciata, progettata e realizzata dallo stesso Felice Francolini attorno al 1870 a spese del Comune e della Provincia di Firenze. Questa si caratterizza per il succedersi di diciannove ampie e alte arcate tamponate, sopra le quali corre un piano con finestre distribuite sulla superficie intonacata, dipinta a riquadri e arricchita da elementi graffiti "nello stile del Brunellesco". Tali lavori di riquadro, già in pessime condizioni di conservazione nonostante degli interventi documentati al 1932 e al 1950 a interessare l'intero complesso, sono stati recuperati e integrati (come in queste pagine auspicato in occasione della prima redazione della scheda) grazie a un cantiere avviato nel 2011 e conclusosi nei primi del 2012, su progetto dell'architetto Giorgio Castelli e direzione dei lavori dell'architetto Brunella Sibilia. Pur apparentemente modesta sotto il profilo artistico, la decorazione - oltre ad animare la grande estensione del prospetto sottolineando il ritmo delle arcate - è da considerare una testimonianza oramai rara di un gusto che evidentemente dovette essere proprio dell'ultimo quarto dell'Ottocento, negato nel Novecento con la distruzione di molti episodi, così sul tratto del corridoio vasariano in corrispondenza della chiesa di Santa Felicita (1874), della loggia dell'ospedale di San Paolo in piazza Santa Maria Novella (alla quale si ispirava direttamente la decorazione di via della Colonna), e via dicendo. Sull'angolo di borgo Pinti, una lapide ricorda la visita fatta nel 1804 da Pio VII al monastero di Santa Maria Maddalena de' Pazzi. Per quanto riguarda gli spazi interni, al terreno sono, oltre il portone sormontato da una lunetta dipinta, due lapidi in ricordo degli studenti del liceo periti nel corso delle guerre: la prima posta dal Comune nel 2005 in relazione ai morti del periodo 1943-1945, la seconda murata nel 1937 in riferimento ai due volontari, Luigi Michelazzi e Leonardo Magnani, morti in Etiopia. Vicino a queste memorie è un traguardo (con iscrizione in latino) ad indicare il livello raggiunto dalle acque durante l'alluvione del 4 novembre 1966. E ancora si segnala un bassorilievo bronzeo ai Caduti della prima Guerra Mondiale (Giulio Passaglia, 1920), e una Allegoria delle Arti realizzata nel 1943 dall'allora allievo del liceo Franco Borsi. Il complesso ospita tuttora il Liceo classico Michelangelo.
Bibliografia
dettaglio
Fantozzi 1842, pp. 292-295, n. 75; Fantozzi 1843, pp. 205-206, n. 499; Bigazzi 1886, pp. 230-231; Limburger 1910, n. 440; Limburger-Fossi 1968, n. 440; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, pp. 257-258; III, 1978, p. 119; Fantozzi Micali-Roselli 1980, pp. 200-202, n. 66; Ulisse Tramonti in Firenze 2003, p. 140; Invernizi 2007, I, p. 136, n. 112; Brunori 2012, pp. 66-67, nn. 9-10.
Approfondimenti Cornelius von Fabriczy, Memorie sulla chiesa di Santa Maria Maddalena de' Pazzi a Firenze e sulla badia di San Salvatore a Settimo, in "L'Arte", IX, 1906, pp. 255-262; Guido Carocci, Edifizi vecchi ed usi nuovi, in "Arte e Storia", XXXIV, 1915, 12, pp. 379-380; Alison Luchs, Cestello: a Cistercian Church of the Florentine Renaissance, New York, Garland, 1977; Alison Luchs, Guida storico-artistica del monastero di Santa Maria Maddalena de' Pazzi, Firenze, Pubblicazioni Studio Comunicare, 1990; Andrea Sardo, Alessandra Severi, Il chiostro di Santa Maria Maddalena de' Pazzi a Firenze, in "Quaderni di Storia dell'Architettura e Restauro", XX, 1998 (1999), pp. 182-185; Gigi Salvagnini, La scultura nei monumenti ai Caduti della Prima Guerra Mondiale in Toscana, Firenze, Opuslibri, 1999, p. 79, n. 105; Giorgio Caselli, La decorazione sulla nuova via del monastero di Santa Maria Maddalena dei Pazzi, in "Bollettino della Società di Studi Fiorentini", VI, 2000, pp. 129-135; Francesca Carrara, Una visita agli orti della Mattonaia nella città leopoldina, in Francesca Carrara, Valeria Orgera, Ulisse Tramonti, Firenze. Piazza d'Azeglio alla Mattonaia, Firenze, Alinea, 2003, pp. 22-43, pp. 29-30 (Santa Maria Maddalena dei Pazzi); Circolo Piero Gobetti, Firenze: percorsi risorgimentali, a cura di Silvestra Bietoletti e Adalberto Scarlino, Firenze, Lucio Pugliese Editore, 2005, p. 23; Una passeggiata per il "Liceo Michelangelo". Piccola guida agli ambienti monumentali, a cura di Angela Pieraccioni, Firenze, Liceo Michelangelo, 2012; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 192-195; Claudio Paolini in Claudio Paolini, Hosea Scelza, Borgo Pinti: una strada fiorentina e la sua chiesa, Firenze, Polistampa, 2018, pp. 73-77, n. 21.
Documentazione fotografica Archivio fotografico SBAP, Firenze: 4502, 4504, 4505, 4506, 4507, 4508, 4510, 4513, 4515, 4516, 4517, 4518, 4519, 4522, 4523, 4524 (varie vedute del cortile da diverse anolazioni, 1940-1950 circa).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dal sito della Provincia di Firenze (edilizia scolastica - edifici storici), da quello del Liceo Classico Michelangelo e dalla voce Via della Colonna su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 01/02/2010
Data ultima modifica 17/05/2020
Data ultimo sopralluogo 02/03/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags lapide, prima guerra mondiale.
Localizzazione
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