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Quartiere Santa Maria Novella
Ubicazione Borgo Ognissanti 26
Denominazione Casa galleria Vichi
Altre denominazioni Casa Emporio, Palazzo Liberty
Affacci .
Proprietà Vichi.
Architetti - Ingegneri Michelazzi Giovanni, Funaro Renzo, Pescatori Lia.
Pittori - Scultori - Decoratori Nessun dato rilevato.
Uomini illustri Michelazzi Giovanni, Vichi Ferdinando.
Note storiche L'edificio fu costruito dalla ditta Fratelli Lampredi (Giulio e Adolfo) su committenza di Argia Marinai nei Vichi (così la letteratura ma la documentazione presso l'archivio storico del Comune di Firenze indica come proprietario lo scultore fiorentino Ferdinando Vichi, dato peraltro confermato dal recente e ampio saggio di Stephanie Hanke dedicato a questa casa-galleria) e progetto dell'architetto Giovanni Michelazzi. Oltre ad essere l'opera più rappresentativa di questo architetto, si tratta di uno dei pochi edifici in stile Liberty nel centro di Firenze, con chiari riferimenti all'architettura Art Nouveau belga e francese, e certo il più rappresentativo per la programmatica volontà di adesione al nuovo gusto, proposto in modo personalissimo e senza nessun compromesso con la tradizione locale ottocentesca. Dato che appare accampionato al Vecchio Catasto Urbano nel 1913, lo si può considerare terminato nel 1911: negli anni 1913-1914 lo stesso Michelazzi vi abitò e probabilmente vi sistemò anche il proprio studio. Il prospetto si sviluppa per cinque piani, i primi due destinati a spazio commerciale (originariamente utilizzati per l'esposizione delle sculture di Ferdinando Vichi, più recentemente da Hall International, negozio di antiquariato e arredamento, e ora dalla Casa d'arte Paoletti, Home Interior Decoration), i superiori pensati come abitazione e, più precisamente, come casa d'artista. Le differenti destinazioni sono chiaramente evidenziate dal disegno d'insieme, che vede i due piani destinati a galleria chiusi da una linea continua che ingloba ambedue le grandi vetrate del terreno e del primo piano, in quest'ultimo caso ad arco. A definire questo primo livello sono poi due draghi alati che sorreggono elaborate lampade in ferro battuto, che con la loro luce esaltano la zona commerciale. L'abitazione ha una parte centrale finestrata a tutta altezza, tripartita da leggeri elementi verticali: all'ultimo piano torna il motivo - oltremodo caro all'architetto e più in generale all'Art Nouveau - della vetrata circolare, che si sovrappone alla finestra sottostante e che chiude lo sviluppo in altezza con un ulteriore arco. Il tutto è chiuso ai lati da due lesene piatte che terminano con le figure di ulteriori due draghi. Altri elementi (mascheroni, corone, pendenti, modanature dal carattere cartilagineo che rimandano a soluzioni già sperimentate dal manierismo fiorentino) occupano le modeste porzioni lasciate libere dal disegno d'insieme del fronte. Pur confermando l'originalità delle soluzioni adottate, l'importante contributo di Stephanie Hanke ha evidenziato le tangenze del nostro edificio con case d'artista di Bruxelles erette a cavallo del secolo. "Gli elementi decorativi art nouveau sono usati con sapiente fantasia nella facciata alta e stretta, in un fluire di piani e di linee, in un equilibrio dinamico di cerchi e spinte verticali, che si concludono nella plastica torsione del tetto e della decorazione al di sopra dell'ingresso. Realizzato all'apice delle fortune nazionali del liberty, la casa galleria può considerarsi un esemplare di rilievo nel panorama del 'floreale' italiano" (Gobbi 1976). Oltre al disegno fortemente caratterizzante è da osservare anche la calibrata commistione dei materiali impiegati, con decorazioni in pietra artificiale (realizzate dall'Impresa Toscana Pietre Artificiali di Firenze) a simulare il travertino, cristallo e ferro. "La collocazione dei fiabeschi draghi agli estremi del coronamento del prospetto, gli inserimenti di ghirlande e mascheroni, l'elegante calligrafismo delle ringhiere assumono, oltre che la funzione di aggettivazione stilistica, anche una giustificazione riguardo alle ambizioni rappresentative di questa alta facciata stretta fra due costruzioni preesistenti" (Cresti 1992). Nel 2009, visto il precario stato di conservazione della facciata e il suo evidente valore sia per il disegno d'insieme (l'edificio è sottoposto a vincolo architettonico dal 1965) sia per la qualità nella realizzazione del finto travertino (di straordinaria verosimiglianza cromatica e materica come si può constatare mettendolo a confronto con quello della vicina chiesa di Ognissanti), il fronte è stato sottoposto ad un accurato restauro su progetto e direzione dei lavori dell'architetto Renzo Funaro e l'alta sorveglianza della Soprintendenza competente (architetto Lia Pescatori). Ha operato sugli elementi lapidei artificiali la restauratrice Francesca Piccolino Boniforti.
Bibliografia
dettaglio
Fanelli 1973, I, p. 454; Firenze 1974, p. 293; Gobbi 1976, p. 38, n. 24; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, p. 339; Cresti 1978, pp. 201-202, 276, n. 4; Carlo Cresti in Firenze 1992, p. 209, n. 163; Cozzi-Carapelli 1993, pp. 105-106; Zucconi 1995, p. 126, n. 208; Salvadori Guidi 1996, p. 18, n. 20; Cesati 2005, II, pp. 428-429; Firenze 2005, p. 433.
Approfondimenti Giovanni K. Koenig, Note su Giovanni Michelazzi, in "Ingg-arch-i. Ingegneri e Architetti d'Italia", II, 1961, 6/7, pp. 26-41, p. 41; Giuseppe Paladini, Le Soprintendenze ai monumenti e lo stile Liberty, in "Ingg-arch-i. Ingegneri e Architetti d'Italia", II, 1961, 10/12; Saranno salvati tre vecchi villini in stile Liberty, in "Nazione Sera", 29 settembre 1961; Carlo Cresti, Un edificio liberty a Firenze: contributo per una attribuzione, in "Bollettino degli Ingegneri", XX, 1972, 11, pp. 11-20; Marco Dezzi Bardeschi, Michelucci e il Liberty a Firenze: i ferri per Michelazzi, in Le officine Michelucci e l'industria artistica del ferro in Toscana (1834-1918), a cura di Marco Dezzi Bardeschi, Pistoia, Tipografia Pistoiese, 1981, pp. 305-313; Il restauro della facciata della casa galleria Vichi a Firenze, in Marco Cavallini, Claudio Chimenti, Pietre e marmi artificiali. Manuale per la realizzazione e il restauro delle decorazioni plastico architettoniche di esterni e interni, Firenze, Alinea, 2010, pp. 139-145 (3a edizione ampliata); Stephanie Hanke, Art Nouveau in Florenz: die Casa-Emporio und das Villino Broggi-Caraceni von Giovanni Michelazzi, in "Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz", XLVI, 2002 (2004), 2/3, pp. 439-489.
Documentazione fotografica Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0122586 (particolare del finestrone al centro del prospetto); 0122636 (particolare della porzione superiore del prospetto); 0122635 (veduta d'insieme del prospetto). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 28717, 28718, 28719 (vedute di scorcio con l'insieme e i particolari del prospetto, 1965).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni vari multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla banca dati delle Architetture del 900 in Toscana (realizzata dalla Fondazione Michelucci e resa disponibile dalla Regione Toscana nel proprio sito) e dalla voce Casa Galleria Vichi su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 16/11/2008
Data ultima modifica 01/08/2020
Data ultimo sopralluogo 26/07/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags casa d'artista.
Localizzazione
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