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Scheda Residenza della Compagnia di San Niccolò del Ceppo Torna ai risultati della ricerca
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Quartiere Santa Croce
Ubicazione Via de' Pandolfini 3
Denominazione Residenza della Compagnia di San Niccolò del Ceppo
Altre denominazioni Compagnia di San Niccolò di Bari
Affacci via Giuseppe Verdi
Proprietà Compagnia di San Niccolò del Ceppo.
Architetti - Ingegneri Giambologna (Jean de Boulogne, d.), Fara Antonio.
Pittori - Scultori - Decoratori Ferretti Gian Domenico, Anderlini Pietro
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche La compagnia di San Niccolò (come a Firenze viene detto San Nicola di Bari), detta del Ceppo, è una antica confraternita ancora oggi attiva, già fiorente alla fine del Trecento con sede in Oltrarno, e la cui fondazione è tuttavia fissata al primo maggio del 1417, "festività dei santi Jacopo e Filippo, quando si iniziò a edificare un oratorio sul lato destro del fiume all'inizio dell'attuale via Tripoli, presso il convento delle Poverine, nell'orto dell'ospedale dei Santi Jacopo e Filippo della Torricella, detto il Ceppo delle Sette Opere di Misericordia, di cui oggi non resta traccia" (Sebregondi 2018). Dopo varie traversìe originate dalle demolizioni degli edifici di questa zona della città prossima alle mura per non offrire riparo al nemico durante l'assedio delle truppe imperiali nel 1529, i membri della confraternita - in ultimo ospitati presso la compagnia di Santa Maria del Tempio nell'attuale via San Giuseppe - decisero di edificare una nuova sede, acquistando nell'agosto del 1561 un terreno in prossimità dell'orto delle monache di San Pier Maggiore, tra le attuali via de' Pandolfini e via Giuseppe Verdi, e avviando i lavori di edificazione nel gennaio dell'anno successivo, secondo la tradizione su progetto del Giambologna. La traslazione ufficiale ebbe luogo l'8 dicembre 1565. Nei decenni successivi continuarono i lavori di definizione degli ambienti e soprattutto di arricchimento degli stessi con arredi e pitture murali, tra le quali spicca la volta affrescata dell'oratorio con San Niccolò in gloria, opera di Gian Domenico Ferretti, e le quadrature architettoniche di Pietro Anderlini, l'una e le altre datate al 1734, interventi questi che sostanzialmente portarono il complesso al suo definitivo assetto. Danni e dispersioni degli arredi sono attestati nel corso dell'alluvione del 1844, durante la seconda guerra mondiale quando i locali furono adibiti a magazzino militare e infine in occasione dell'alluvione del 4 novembre 1966. Il lento recupero del patrimonio e degli ambienti ha visto solo negli ultimi decenni, a partire dal 1996, il definitivo ritorno al suo splendore del complesso, grazie al sostegno economico dell'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, alle attenzioni dei confratelli e ai curatori dei vari progetti di restauro, l'architetto Antonio Fara e le storiche dell'arte Ludovica Sebregondi e Elisabetta Nardinocchi. Per le opere d'arte attualmente conservate ed esposte negli ambienti (tra le quali un Cristo crocifisso tra San Nicola e San Francesco, opera del Beato Angelico restaurata dall'Opificio delle Pietre Dure e riconsegnata alla confraternita nel 2018) si rimanda alla bibliografia in appendice. Ciò detto, per quanto riguarda l'esterno (che è quanto questo repertorio vuole documentare) unico elemento di pregio a segnare una muratura intonacata decisamente anonima, è il portale d'ingresso su via Pandolfini, risalente al 1566 e restaurato nel 1996, con cornici in pietra, architrave con incisa una dedica al "Divo Nicolao" e una lunetta dove sono state recuperate figure di angeli che ostentano gli attributi del santo. Superiormente al timpano è uno scudo con l'emblema della confraternita, costituito dal pastorale, dalla mitria e dalle tre sfere d'oro proprie di San Nicola, affiancate dalle lettere SN.
Bibliografia
dettaglio
Bocchi-Cinelli 1677, pp. 392-394; Follini-Rastrelli 1789-1802, V, 1794, pp. 101-103; Fantozzi 1843, pp. 167-168, n. 396; Formigli 1849, p. 169; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, III, 1978, p. 24. Campo in corso di aggiornamento.
Approfondimenti Giuseppe Richa, Notizie Istoriche delle Chiese Fiorentine divise ne' suoi Quartieri, Firenze, Pietro Gaetano Viviani, 1754-1762, I, Del Quartiere di Santa Croce, parte I, 1754, pp. 149-152; Foresto Niccolai, La compagnia di San Niccolò del Ceppo, in "L'Osservatore Toscano", XXXV, 1980, p. 8; Ludovica Sebregondi, La compagnia e l'oratorio di San Niccolò del Ceppo, Firenze, Salimbeni, 1985; Matteo Poggi, San Niccolò del Ceppo: l'enigma insoluto. Paolo Uccello, Beato Angelico e le confraternite fiorentine, Firenze, Caminito, 2006; Il Crocifisso restaurato di Beato Angelico della Compagnia di San Niccolò del Ceppo, a cura di Ludovica Sebregondi, Firenze, Mandragora, 2018; La Compagnia di San Niccolò di Bari detta del Ceppo, a cura di Ludovica Sebregondi, con contributi di Jennifer Celani, Antonio Fara e Elisabetta Nardinocchi, Firenze, Edizioni Polistampa, 2018.
Documentazione fotografica Campo in corso di aggiornamento.
Risorse in rete Sul complesso sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalle voci Oratorio di San Niccolò del Ceppo e Compagnia di San Niccolò del Ceppo su Wikipedia.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 13/01/2019
Data ultima modifica 18/09/2021
Data ultimo sopralluogo 08/09/2021
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags pietrino.
Localizzazione
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