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Quartiere San Giovanni
Ubicazione Via Ricasoli
Denominazione Edificio dell'Accademia di Belle Arti
Altre denominazioni Spedale di San Matteo, spedale di Lemmo
Affacci via Cesare Battisti
Proprietà spedale di San Matteo, Arte del Cambio, Comune di Firenze, demanio dello Stato.
Architetti - Ingegneri Romolo di Bandino, Sandro del Vinta, Paoletti Gasparo Maria, Del Rosso Giuseppe, Mazzei Giuseppe, Falcini Mariano, Del Moro Luigi, Orlandini Amedeo, Barbacci Alfredo.
Pittori - Scultori - Decoratori Giovanni da San Giovanni (Giovanni Mannozzi, d.).
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Il nucleo originale dell'edificio fu costruito fra il 1386 e il 1410 dai maestri muratori Romolo di Bandino e Sandro del Vinta per volontà del banchiere Lemmo di Balduccio come spedale intitolato a San Matteo e popolarmente detto, dal nome del benefattore, di Lemmo (o Lelmo). Più in particolare, come ricostruito per via documentaria da Angela Rensi, nel 1387 risultavano già eseguiti dormitorio e refettorio, mentre la costruzione del loggiato può datarsi al 1391-1392, su modello di quello dell'ospedale di Bonifacio, e lo spedale ritenersi attivo a partire dal 1410, morto oramai da venti anni Lemmo di Balduccio che tuttavia, perché non sorgessero difficoltà nella prosecuzione dei lavori, aveva a suo tempo nominato erede l'Arte del Cambio. Soppresso l'istituto nel 1781, nel 1784 il granduca Pietro Leopoldo destinò la fabbrica ad ospitare l'Accademia di Belle Arti, antica istituzione erede dell'Accademia e Compagnia delle Arti del Disegno nata nel 1563 sotto la protezione di Cosimo I de' Medici e la sovrintendenza di Giorgio Vasari (per la cui storia si rimanda alla bibliografia indicata in appendice). Per adeguare gli ambienti alla nuova destinazione la fabbrica fu interessata da importanti lavori su progetto e direzione di Gasparo Maria Paoletti, peraltro 'primo maestro' della scuola di architettura dell'Accademia stessa, e quindi di Giuseppe Del Rosso (1809), che finirono per stravolgere l'antica struttura. Altri interventi, finalizzati a sistemare negli ambienti gli insegnamenti delle varie discipline, furono intrapresi attorno alla metà dell'Ottocento (prima con la direzione dell'architetto Giuseppe Mazzei, poi di Mariano Falcini) e ancora nel 1884-1885, su progetto dell'architetto Luigi Del Moro. Dopo che si era in tal modo e drasticamente trasformata la fabbrica, Guido Carocci, sulle pagine dell'Illustratore fiorentino del 1904, così cercava di ricostruire l'antico impianto di questa porzione del complesso: "esso aveva nel prospetto un portico a piccoli pilastri ottagonali, sotto il quale varie porte davano accesso alle infermerie degli uomini e delle donne, al chiostro ed alla chiesa; al di sopra del portico era una loggia coperta da tettoia sostenuta da esili pilastri. La chiesa, nella quale si entrava dall'estremità del portico, aveva il suo fianco sinistro lungo la via del Cocomero e corrispondeva al salone che oggi serve ad uso di biblioteca dell'Accademia... Dello spedale non restano oggi che il grazioso chiostro rifatto nel XVI secolo e decorato di molte e pregevoli opere d'arte, e poche tracce dell'elegante facciata a due ordini di logge ridotte a stanze e corridoi. Degli archi e dei pilastri sono apparsi i resti in occasione dei restauri alla facciata dell'Istituto di Belle Arti: sussiste pure la cornice dentellata che rimane al di sopra degli archi. Nelle facciate veggonsi tuttora gli stemmi del Balducci e dell'Arte del Cambio". Il porticato esterno, come abbiamo letto tamponato, venne restaurato e liberato tra il 1934 e il 1935, con lavori diretti prima da Amedeo Orlandini e quindi da Alfredo Barbacci: agli accessi agli spazi interni furono sistemate nuove porte su disegno di quella centrale interna, originale, mentre la grande porta settecentesca del Paoletti che costituiva l'accesso principale su via Ricasoli fu collocata nell'attigua piazzetta delle Belle Arti, all'ingresso dell'Istituto Musicale Luigi Cherubini, dove ancora oggi si trova. Ulteriori restauri esterni e interni furono intrapresi tra il 1964 e il 1965 e quindi nel 1973 e tra il 1975 e il 1978, questi ultimi ampiamente documentati da una pubblicazione del 1979. Al 1996 si data il rifacimento degli intonaci della facciata e l'apposizione della cancellata (impresa esecutrice Ediltecnica), nell'ambito di un cantiere inserito tra gli interventi straordinari finanziati in occasione dello svolgimento a Firenze del Consiglio Europeo del 21-22 giugno di quell'anno. Attualmente l'edificio prospetta sulla piazza con il porticato recuperato, sotto al quale, in corrispondenza dei portoni d'accesso agli ambienti, sono tre lunette in terracotta invetriata di Andrea della Robbia e collaboratori (1490 ca). Il corpo superiore presenta due cornici marcapiano e marcadavanzale; su quest'ultima si allineano le semplici finestre tra le quali si dispongono quattro scudi con armi, oggi di difficile lettura ma documentati dalla letteratura come del fondatore, Lemmo di Balduccio, e dell'Arte del Cambio. All'interno del complesso è un chiostro, coperto da portici ad archi ribassati agli inizi del Seicento. Sempre negli interni è una cappella, detta della Crocetta, affrescata con una Fuga in Egitto da Giovanni da San Giovanni nel 1621, qui trasportata e ricomposta nel 1788 dal vicino palazzo della Crocetta, ora sede del Museo nazionale Archeologico, a documentare uno dei più antichi esempi di tecnica di trasporto degli affreschi, in questo caso sempre dovuto a Gasparo Maria Paoletti.
Bibliografia
dettaglio
Del Bruno 1757, p. 26; Follini-Rastrelli 1789-1802, III, 1791, 259-270; Cambiagi 1765, p. 41; Cambiagi 1771, pp. 41-42; Cambiagi 1781, p. 38; Fantozzi 1842, pp. 422-428, n.163; Fantozzi 1843, pp. 180-181, nn. 431-432; Firenze 1845, pp. 68-72; Formigli 1849, pp. 66-70; Firenze 1850, pp. 296-305; Passerini 1853, pp. 149-160; Bigazzi 1886, pp. 322-323; Illustratore fiorentino (1904) 1903, pp. 131-135; Limburger 1910, n. 99; Garneri 1924, pp. 224-225, n. XII; Limburger-Fossi 1968, n. 99; Osanna Fantozzi Micali in Roselli 1974, pp. 97-100, n. 58; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 108; Zucconi 1995, p. 114, n. 176; Firenze 2005, p. 356; Invernizi 2007, I, p. 56, n. 40; Paolini-Vaccaro 2011, pp. 92-94, n. 39.
Approfondimenti Marco Lastri, Accademia delle Belle Arti, epoche della pittura in Toscana, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, III, pp. 48-63; Camillo Jacopo Cavallucci, Notizie storiche intorno alla R. Accademia delle Arti del Disegno in Firenze, Firenze, Tipografia del Vocabolario, 1873; Il palazzo dell'Accademia delle Belle Arti, in "Arte e Storia", III, 1884, 19, p. 151; Guido Carocci, Lo spedale di S. Matteo detto di Lelmo, in "Arte e Storia", XXXIV, 1915, 11, pp. 342-344; Il portico dell'Accademia di Belle Arti restituito alla antica bellezza, in "La Nazione", 2 luglio 1935; Alfredo Barbacci, La loggia di S. Matteo in Firenze e la sua liberazione, in "Bollettino d'Arte del Ministero dell'Educazione Nazionale", XXXII, 1938, 2, pp. 65-73; Amedeo Orlandini, Descrizione dei lavori di consolidamento e restauro nella loggia di S. Matteo a Firenze, Milano, Bertieri, 1940; Luigi Biagi, L'Accademia di Belle Arti di Firenze, Firenze, Le Monnier, 1941; Alfredo Barbacci, Osservazioni su alcune logge ospedaliere toscane, in "Le Arti", IV, 1942, 3, pp. 225-226; Piero Sanpaolesi, Alcuni documenti sull'ospedale di San Matteo in Firenze, in "Belle Arti", II, 1946-1947, pp. 76-85; Leonardo Ginori Lisci, Cabrei in Toscana. Raccolte di mappe, prospetti e vedute, sec. XVI - sec. XIX, Firenze, Giunti Marzocco per la Cassa di Risparmio di Firenze, 1978, p. 101; Ex ospedale di S. Matteo, la loggia. Restauro dell'aula di scenografia nell'Accademia di Belle Arti, Firenze, a cura di Nello Bemporad con relazione storica e appendice di Daniela Mignani Galli, Firenze, Azienda Autonoma di Turismo (tipografia Giuntini), 1979; Maria Di Benedetto, Regesto dei 'restauri' progettati ed eseguiti da Giuseppe Del Rosso, in Dalla 'libreriola' dell'architetto fiorentino Giuseppe Del Rosso, catalogo della mostra (Firenze, Biblioteca Riccardiana, 3 giugno-3 agosto 1983) a cura di Giuliana Alessandri Stoppini, Firenze, Centro Di, 1983, pp. 54-56; L'Accademia di Belle Arti di Firenze. 1784-1984, Firenze, Accademia di Belle Arti, 1984; Angela Rensi, L'ospedale di San Matteo a Firenze: un cantiere della fine del Trecento, in "Rivista d'Arte", XXXIX, 1987, pp. 83-145; Luigi Zangheri, La sede di via Ricasoli, in Le sedi storiche della Facoltà di Architettura, a cura di Daniela Lamberini, Firenze, Octavo Franco Cantini, 1996, pp. 8-27; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, p. 237.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: ACA-F-044311-0000 (veduta d'angolo da piazza San Marco, 1935); BGA-F-044311-0000 (veduta d'angolo da piazza San Marco, 1936). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 19571, 19573 (vedute d'insieme di questo lato di piazza San Marco con il prospetto dell'edificio, 1958). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 6781, 6782, 6783 (particolari della loggia dopo i lavori di restauro, 1935 circa); 36573, 36574, 36575, 36576, 36577, 36578, 36579 (vedute della loggia riprese dall'esterno, 1967); 36580, 36581, 36582, 36583 (vedute della loggia riprese dall'interno, 1967); 36584, 36585, 36586, 36587 (particolari con le lunette presenti nella loggia, 1967); 36588, 36589 (vedute del chiostro, 1967); 66642, 66643, 66644 (vedute del cantiere di restauro alla loggia, 1973); 77036, 77037, 77038, 77039, 77040, 77041, 77042, 77043, 77044, 77045, 77046, 77047, 77360, 77361, 77362, 77363, 77364, 77365, 77366, 77367, 77368, 77378, 77379, 77380, 77381, 77382, 77383, 77384, 77385, 77386, 77387, 77388, 77389, 77390, 77436, 77437, 77438, 77439, 77440, 77441, 77442, 77443 (documentazione relativa al cantiere di restauro, 1975); 79973, 79974, 79975, 79976, 79977 (documentazione relativa al cantiere di restauro, 1976); 105234, 105235, 105236, 105237, 105238, 105239, 105240, 105241, 105242, 105243 (vedute degli spazi interni, 1980); 155778, 155779, 155780, 155781, 155782 (documentazione relativa al cedimento di un soffitto negli spazi interni, 1984).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Accademia di belle arti di Firenze su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 22/07/2010
Data ultima modifica 04/04/2021
Data ultimo sopralluogo 21/01/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags ospedale, stemma familiare, pietrino.
Localizzazione
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