NewsNewsmercoledì 15 marzo 2017
Restauro in corso: Sinopie delle lunette affrescate del Chiostro degli Aranci
Restauro in corso: Sinopie delle lunette affrescate del Chiostro degli Aranci
Titolo: Sinopie staccate delle lunette affrescate raffiguranti le Storie di San Benedetto
Luogo: Chiostro degli Aranci
Data: in corso
Esecuzione: Allievi Corso Restauro Pitture Murali

Brevi note storiche

Il Chiostro degli Aranci, ubicato all’interno della Badia Fiorentina, fu costruito fra il 1432 e il 1438 da Bernardo Rossellino e poi restaurato dall’Architetto Giuseppe Castellucci nel 1921.

Le lunette affrescate raffigurano le Storie di San Benedetto. L’artista, detto il Maestro del Chiostro degli Aranci è un pittore tra l’Angelico e Filippo Lippi, un certo Giovanni di Consalvo.


Considerazioni sullo stato di conservazione

L’operazione di stacco di una sinopia segue in linea di massima tutte le operazioni che si effettuano per il normale stacco di un ‘affresco con una particolare attenzione alla superficie in questione che risulta essere sempre più scabrosa e quindi meno compatta e più disgregata rispetto ad una superficie liscia come può essere quella di un affresco.

Le sinopie risultano, allo stato attuale, offuscate da una patina uniforme di depositi superficiali  uniti alla normale alterazione di residui di materiale organico (colle) utilizzate nella fase di stacco che le conferiscono un aspetto  che limita la corretta leggibilità del disegno; tuttavia al di là di un degrado estetico ,ad una prima analisi visiva , sotto il profilo conservativo, appaiono in discreto stato di conservazione;ci riserviamo tuttavia di confermare  la situazione effettiva inerente alla stabilità dell’intonaco dell’opera ,solo dopo aver montato i ponteggi ed aver effettuato una diagnosi più ravvicinata e di conseguenza ,più puntuale.


Ipotesi di intervento

Documentazione fotografica in alta risoluzione digitale dello stato di conservazione precedente all’intervento, delle prove preliminari e della metodologia impiegata.

Prelievo di alcuni campioni  per la realizzazione di sezioni stratigrafiche. Le indagini saranno finalizzate all’identificazione delle tecnica esecutiva originale e dei materiali impiegati durante le operazioni di strappo e ricollocazione su nuovi supporti.

Delicata spolveratura di tutte le superfici per l’eliminazione del particellato solido incoerente.

Nei casi pericolo di perdita di scagliette della superficie o di disgregazione della malta ,sarà eseguito il preconsolidamento delle superfici interessate tramite adesione di uno strato di carta giapponese da effettuarsi con pennello morbido bagnato in acqua demineralizzata per impedirne la caduta e facilitare la riadesione al supporto . Successivamente si procederà all'iniezione dell'adesivo che sarà scelto dopo aver effettuato alcune prove preliminari e comunque si presume composto da caseinato d'ammonio o caseinato di calce a seconda dell'entità delle scaglie da consolidare, in questo particolare caso , potrebbe essere interessante valutare anche l'utilizzo di nanocalci (metodo messo a punto recentemente dall'Opificio delle Pietre dure in collaborazione col Dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze).

Per quanto concerne l'operazione di pulitura in questa prima fase , si preferirà effettuare una leggera tamponatura ad  acqua, magari attraverso fogli di carta giapponese, prima del preconsolidamento onde evitare che tale intervento blocchi le stratificazioni di sporco presenti. Dopodichè effettueremo il Controllo e la riadesione degli eventuali distacchi delle tele dai supporti sottostanti e quindi si procederà alla messa a punto della corretta metodologia di pulitura in base ai risultati delle prove preliminari. Con probabilità , sarà eseguita una pulitura diretta con acqua deionizzata eventualmente scaldata per la rimozione delle stratificazioni di sporco superficiali e dei probabili residui della colla utilizzata per l’intelaggio, si ricorrerà all’uso di solventi in caso di presenza di resine sintetiche ed invece all’utilizzo di soluzioni di ammonio carbonato o bicarbonato per la rimozione di sostanze proteiche, in alternativa si potranno utilizzare anche resine a scambio ionico di tipo anionico stese a pennello con l'eventuale aggiunta di una percentuale di ammonio carbonato. Tali resine che hanno un effetto desolfatante sono particolarmente indicate nella pulitura degli affreschi staccate, che mal sopporterebbero l'azione umida di un impacco qualora fosse troppo prolungata.

Eliminazione delle stuccature che risultino incoerenti o particolarmente antiestetiche ed esecuzione di nuove stuccature adeguate.

Le stuccature trattate a neutro notevolmente alterate cromaticamente o esteticamente incoerenti con la situazione recuperata, saranno asportate e sostituite con nuove a base di grassello di calce e sabbia di granulometria idonea ad una nuova integrazione pittorica da eseguirsi con la sovrapposizione di più velature sensibilizzate alle cromie originali a base di pigmenti minerali puri molto diluiti legati da caseinato d'ammonio  cosi come saranno reintegrati a velature sottotono  alcuni profili del disegno in rosso sinopia ; ogni operazione verrà comunque sempre concordata preventivamente con  la Direzione dei Lavori.


Fasi del restauro 

 
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