Home Il progetto Ricerca nel Repertorio Piante e Vedute Temi e Itinerari Indici Link Crediti Contatti
Ricerca nel Repertorio
Denominazione Modulo di ricerca
Ubicazione
Proprietà
Architetti - Ingegneri
Pittori - Scultori - Decoratori
Uomini illustri
Testo
Per ottimizzare la ricerca è consigliabile digitare una sola parola chiave per campo (es.: Bardi, anziché via de’ Bardi).
Per ulteriori suggerimenti si veda a:


Struttura della banca dati
 
Scheda Palazzo della Missione Torna ai risultati della ricerca
Versione stampabile della scheda
Quartiere Santo Spirito
Ubicazione Piazza de' Frescobaldi 1
Denominazione Palazzo della Missione
Altre denominazioni Palazzo Frescobaldi, convento dei Barbetti, palazzo dei Barbetti, casa dei Canonici Regolari di San Jacopo, Scuola Normale Massimina Rossellini, complesso dell'Istituto Magistrale Gino Capponi.
Affacci .
Proprietà Frescobaldi, Canonici Agostiniani di Scopeto, Padri delle Missioni, Comune di Firenze, Provincia di Firenze.
Architetti - Ingegneri Radi Bernardino, Castellazzi Giovanni, Mazzei Francesco Mazzeo, Foggini Giovanni Battista.
Pittori - Scultori - Decoratori Novelli Antonio, Marcellini Carlo, Botti Rinaldo, Lapi Niccolò Francesco.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Qui era in origine il principale palazzo dei Frescobaldi, posto nei pressi del nuovo ponte che la famiglia aveva finanziato, prima in legno (1282) poi in muratura, davanti alla propria torre e alla loggia. Tra la fine del Duecento e i primi del Trecento, ai tempi di Berto Frescobaldi, il prestigio del palazzo fu tale che in più di un'occasione ospitò personaggi illustri, dato che, come ricorda Dino Compagni nella sua Cronica, "lo spazio era grande, e il luogo sicuro". Così accadde nel 1301 con Carlo di Valois, inviato a Firenze da Bonifacio VIII quale paciere tra le fazioni dei Bianchi e dei Neri. Il palazzo fu incendiato nel Trecento, quindi ricostruito e poi alla fine del Cinquecento (1575) incorporato nel convento dei Canonici Regolari Agostiniani, annesso all'adiacente chiesa di Sant'Jacopo sopr'Arno. Questi trasformarono radicalmente la fabbrica su progetto dell'architetto cortonese Bernardino Radi, con un cantiere aperto attorno al 1640 e finanziato da Ferdinando II, che portò a definire sia i due prospetti sia il grande chiostro. Nel 1703, per volere di Cosimo III, l'ordine fu soppresso e nel convento subentrarono i Padri della Congregazione della Missione (detti a Firenze Barbetti per la foggia della barba alla francese), provenienti da Roma. Per esigenze di spazio nel 1709 il palazzo fu ampliato con l'aggiunta di un terzo piano. Soppresso il convento nel 1808, venne ripristinato nel 1816, quindi occupato dal Governo italiano e passato al demanio dello Stato nel 1866. In questo stesso anno, dopo alcuni lavori di adeguamento diretti da Giovanni Castellazzi e Francesco Mazzei, essendo assurta Firenze a Capitale d'Italia (1865-1871), buona parte dell'edificio fu occupato dagli uffici del Ministero della Marina ("perché avesse percezione dell'acqua"). Successivamente il palazzo conobbe un periodo di incuria (testimoniato da varie fotografie di inizio Novecento) fino ad un radicale intervento di restauro condotto dal novembre 1914 al 1915 al prospetto principale (con sostituzione degli elementi lapidei deteriorati), e dal 1938 a quello prospiciente il corso dell'Arno, in questo caso con la riapertura dei finestroni precedentemente tamponati. Nonostante l'originaria destinazione a sede religiosa, l'edificio si presenta con caratteristiche proprie dell'architettura civile seicentesca, sostanzialmente riconducibili al progetto del poco conosciuto Bernardino Radi, che tuttavia qui rivela "una spiccata originalità linguistica e un'attenta ricerca formale, affidata a episodi plastici di felice invenzione, unici nel panorama cittadino. Come tali sono riconoscibili gli elementi che scandiscono l'elegante prospetto del palazzo: l'inconsueta sequenza verticale formata da finestra rettangolare al piano terreno, finestrella del mezzanino e nicchia ovale; il maestoso portale, ridondante assemblaggio di partiti architettonici e decorativi; le incorniciature delle finestre, dal prezioso e ricercato disegno" (Rosamaria Martellacci in Firenze 1992). Più in particolare il prospetto sulla piazza presenta cantoni in bugnato piatto e si qualifica per il grande portone centrale coronato dall'effigie del Salvatore, attorniato dalle palle medicee e dai rami di rovere, emblema dei duchi di Urbino. Nelle nicchie che si dispongono sulla facciata sono poi i busti in marmo di Ferdinando I, Cosimo II e Ferdinando II, di Antonio Novelli (ante 1661), e di Cosimo III, opera di Carlo Andrea Marcellini (1721). Sulla facciata, nello spazio fra l'arco e il timpano del portale, è una lapide in memoria della munificenza di Ferdinando II che, come abbiamo detto, contribuì largamente alle spese per la costruzione del convento (tutte le iscrizioni si trovano trascritte nel repertorio di Francesco Bigazzi). Sempre sulla facciata sono altre lapidi poste dal Comune a ricordare sia la destinazione dell'edificio quale Ministero della Marina, sia le vicende relative alla ricostruzione del vicino ponte di Santa Trinita. Il prospetto sul fiume, leggermente concavo al centro, ha finestre di fogge e dimensioni diverse e due ordini di grandi aperture centinate e balaustrate. All'interno, sulle pareti dell'antico refettorio (ora palestra), realizzato su disegno di Giovanni Battista Foggini tra il 1720 e il 1721, sono visibili due affreschi raffiguranti La lavanda dei piedi e L'apparizione sul lago di Tiberiade, di Niccolò di Francesco Lapi con quadrature di Rinaldo Botti. Attualmente l'edificio - negli anni venti e trenta del Novecento sede della Scuola normale Massimina Rossellini (Pucci) - è occupato dall'Istituto Magistrale Gino Capponi. La facciata che guarda l'Arno è stata restaurata tra il maggio 2002 e il febbraio 2003 dalla SIRE Costruzioni su commissione della Provincia di Firenze. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia
dettaglio
Zocchi 1744, tav. VI; Del Bruno 1757, p. 148; Cambiagi 1765, pp. 235-236; Cambiagi 1771, pp. 246-247; Cambiagi 1781, p. 224; Fantozzi 1842, pp. 739-742, n. 371; Fantozzi 1843, p. 252, n. 630; Firenze 1845, pp. 250-251; Formigli 1849, pp. 215-216; Illustratore fiorentino 1880, pp. 68-71; Bigazzi 1886, pp. 110-111; Elenco 1902, p. 251; Illustratore fiorentino (1909) 1908, p. 8; Limburger 1910, n. 268; Bertarelli 1922, p. 164; Garneri 1924, p. 308, n. LXVII; Bertarelli 1937, p. 282; Allodoli-Jahn Rusconi 1950, p. 161; Limburger-Fossi 1968, n. 268; Bucci-Bencini 1971-1973, IV, 1973, pp. 79-83; Ginori Lisci 1972, II, p. 757; Firenze 1974, pp. 305-306; Mosco 1974, p. 104; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 372; Cresti-Zangheri 1978, p. 53; Fantozzi Micali-Roselli 1980, pp. 170-171; Zocchi-Mason 1981, pp. 42-43; Roselli 1985, p. 56, n. 12; Rosamaria Martellacci in Firenze 1992, p. 149, n. 111; Macci-Orgera 1994, p. 176; Vannucci 1995, pp. 134-135; Zucconi 1995, p. 103, n. 154; Cesati 2005, I, p. 264; Cesati (Piazze) 2005, p. 96; Firenze 2005, p. 445; Francesca Parrini in Atlante del Barocco 2007, pp. 400-402, n. 68; Invernizi 2007, I, pp. 195-196, nn. 170-171.
Approfondimenti "Ricordi di Architettura. Raccolta di ricordi d'arte antica e moderna e di misurazione di monumenti", serie II, II, 1891, tavv. I-IV (Antico); Un restauro necessario, in "Arte e Storia", XXXI, 1912, 2, pp. 68-69; Per la facciata dell'ex convento dei Missionari, in "Arte e Storia", XXXI, 1912, 4, p. 131; La facciata del palazzo de' Missionari, in "Arte e Storia", XXXI, 1912, 5, p. 163; Il Palazzo dei Missionari, in "Arte e Storia", XXXI, 1912, 11, p. 352; I lavori della Commissione municipale di Belle Arti, in "Arte e Storia", XXXIV, 1915, 1, pp. 22-23; Restauri di monumenti, in "Arte e Storia", XXXIV, 1915, 8, pp. 250-251; Importanti restauri ad alcuni palazzi fiorentini, in "La Nazione", 9 marzo 1938; Carlo Cresti, L'architettura del Seicento a Firenze, Roma, Newton Compton, 1990, pp. 144-154; Margherita Cricchio, Sul ponte a Santa Trinita: il complesso di San Jacopo sopr'Arno, in Architettura eremitica. Sistemi progettuali e paesaggi culturali, atti del terzo convegno internazionale di studi (Camaldoli, 21-23 settembre 2012) a cura di Stefano Bertocci, Firenze, Edifir, 2012, pp. 400-405; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 474-475; Ex convento di S. Iacopo dei Barbetti, in Giuseppina Carla Romby, Carla Sodini, Firenze militare negli anni della capitale (1865-1871), Firenze, Angelo Pontecorboli, 2018, pp. 137-141.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: ACA-F-17142A-0000 (veduta d'insieme del prospetto, 1915-1920). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 6455 (prospetto principale del palazzo dopo il restauro, 1916 ca.); 11309 (veduta d'insieme della piazza con la facciata principale del palazzo, 1938); 61406, 61407 (vedute del prospetto verso l'Arno prima e dopo il restauro, 1938).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dal sito della Provincia di Firenze (edilizia scolastica - edifici storici) e dalla voce Palazzo della Missione su Wikipedia.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 07/04/2021
Data ultimo sopralluogo 04/02/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Firenze Capitale, stemma familiare, scultura, busto, lapide, scuola.
Localizzazione
Contatti note tecniche e legali
 
Copyright © 2011 - 2021 Palazzo Spinelli - Associazione No Profit
Copyright © 2011 - 2021 Claudio Paolini