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Quartiere Santa Maria Novella
Ubicazione Via Lambertesca 9- 11
Denominazione Palazzo Bartolommei
Altre denominazioni Palazzo Gherardini, palazzo Girolami, palazzo Bartolommei Buschetti
Affacci piazza di Santo Stefano
Proprietà Gherardini, Lamberteschi, Girolami, Niccolini, Bartolommei (Bartolomei), Buschetti.
Architetti - Ingegneri Tacca Ferdinando, Del Rosso Giuseppe.
Pittori - Scultori - Decoratori Martellini Gasparo, Grazzini Giuseppe.
Uomini illustri Vespucci Amerigo, Bartolommei Ferdinando, Loeser Charles Alexander.
Note storiche L'edificio (confinante sul retro con la chiesa di Santo Stefano al Ponte) si era definito attorno alla metà del Seicento come palazzo, su committenza della famiglia Bartolommei e progetto tradizionalmente riferito a Ferdinando Tacca, a seguito della riunificazione di varie fabbriche, alcune di notevole storia, comprendenti case e torre dei Gherardini, un'altra torre dei Girolami e l'antica residenza dei Vinattieri (su quest'ultima si vedano le note di Guido Carocci in Illustratore fiorentino del 1905). Di questo edificio Walther Limburger (1910) segnalava il cortile seicentesco, con uno scudo recante l'arme dei Bartolommei datato 1640, e la scalinata, ricondotta a un intervento di Giuseppe Del Rosso del principio dell'Ottocento, eretta parallelamente al restauro dell'intero edificio e delle torri ancora leggibili nella loro configurazione originaria, eseguito sempre con la direzione dello stesso Del Rosso. Federico Fantozzi, (1842) che su questi restauri si sofferma con varie note, dice sia della tradizione che voleva la torre dei Girolami essere stata abitata da San Zanobi (membro di quella famiglia), sia degli affreschi esistenti negli interni sempre eseguiti in occasione dei restauri del primo Ottocento, tra cui una sala dedicata alle Glorie di Amerigo Vespucci con pitture di Gasparo Martellini e bassorilievi di Giuseppe Grazzini, da mettere in relazione con il poema epico America scritto da Girolamo Bartolommei in onore del navigatore. Sulla torre dei Girolami, poi, si segnalava un bassorilievo con San Zanobi in preghiera (ora conservato in Palazzo Vecchio), che veniva infiorato nel giorno della festa del santo. Di ciò che videro sia Fantozzi sia Limburger oggi rimane ben poco, all'esterno solo il bozzato e gli archi medioevali al piano terreno, dato che le torri furono del tutto atterrate e il palazzo in buona parte distrutto, fino a circa il ricorso del primo piano, a seguito dell'esplosione nell'agosto del 1944 delle mine poste dai soldati tedeschi in ritirata. L'edificio conserva comunque un portale del XVII secolo e, dello stesso periodo, il bellissimo androne a colonne, restaurato e tenuto con ammirevole cura, da considerarsi "di grande interesse per le decorazioni in pietra serena, per l'eleganza delle forme e per l'originalità delle colonne abbinate lungo le pareti che non si ritrovano in nessun altro palazzo fiorentino della stessa epoca" (Ginori Lisci 1972). Per il resto "il cortile è scomparso e anche la torre Girolami fu completamente abbattuta, sul suo luogo sorgono ora costruzioni recenti" (Mazzino Fossi 1968). Nella ricostruzione venne previsto l'attuale passaggio, mediante una volta, tra via Lambertesca e la piazza di Santo Stefano, che doveva essere completato da un ulteriore passaggio tra il chiasso Cozza e piazza de' Salterelli, poi non realizzato. Sulla facciata del palazzo è una lapide (posta dal Comune nel 1909 e rinnovata dopo il 1944) che ricorda il marchese Ferdinando Bartolommei che qui abitò e morì, distintosi come uno dei promotori della pacifica rivoluzione del 27 aprile 1859 e primo gonfaloniere della città liberata. Nell'androne prima segnalato ricorre più volte l'arme dei Bartolommei (partito, nel primo di rosso a tre gigli d'oro, nel secondo scaccato d'oro e di rosso), a partire da quella sagomata posta al vertice della elegante cancellata, a quella dipinta sulla volticciola che precede la scala di accesso ai piani superiori, a quelli scolpiti su tutte le basi delle colonne binate. Qui abitò, sul finire dell'Ottocento, lo storico dell'arte e collezionista americano Charles Alexander Loeser con la moglie, la pianista tedesca Olga Lebert Kaufmann. Il complesso appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia
dettaglio
Lastri 1821, VI, pp. 195-198; Fantozzi 1842, p. 587-588, n. 302; Fantozzi 1843, p. 60, n. 118; Firenze 1845, p. 224; Formigli 1849, p. 191; Firenze 1850, pp. 164-165; Illustratore fiorentino 1880, pp. 37-38, 47-51; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, pp. 457-458; Bigazzi 1886, pp. 268-271; Elenco 1902, p. 257; Illustratore fiorentino (1905) 1904, pp. 40-42, 150-152; Ross 1905, p. 47; Illustratore fiorentino (1906) 1905, pp. 40-42; Limburger 1910, n. 88 (palazzo Bartolommei), n. 286 (torre dei Gherardini), n. 318 (torre dei Girolami); Garneri 1924, p. 76, n. XXV; Limburger-Fossi 1968, n. 88 (palazzo Bartolommei), n. 286 (torre dei Gherardini); Ginori Lisci 1972, II, pp. 593-596; Palazzi 1972, p. 93, n. 170; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, pp. 119-120; IV, 1978, p. 119; Cresti-Zangheri 1978, p. 81; Ciabani 1984, pp. 240-243; Macci-Orgera 1994, pp. 152-154; Vannucci 1995, pp. 47-49; Adsi 2003, pp. 23-25; Cesati 2005, I, p. 332; Firenze 2005, p. 237; Mario Bevilacqua in Atlante del Barocco 2007, p. 407, n. 79; Insabato-Ghelli 2007, p. 34; Invernizi 2007, I, p. 245, n. 218; Adsi 2010, pp. 37-38; Paolini 2013, p. 83-84.
Approfondimenti Marco Lastri, Torre de' Girolami, e quando il Cristianesimo divenne religione trionfante, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, XI, pp. 95-97; Circolo Piero Gobetti, Firenze: percorsi risorgimentali, a cura di Silvestra Bietoletti e Adalberto Scarlino, Firenze, Lucio Pugliese Editore, 2005, p. 18.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: ACA-F-017232-0000, ACA-F-17232V-0000 (veduta della torre dei Girolami prima delle distruzioni del 1944, 1915-1920); ACA-F-02844B-0000 (cancello in ferro dell'androne, 1920-1930). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 175042, 175043, 175044, 175045 (vedute d'insieme e particolari dell'androne, 1994); 175046 (veduta di scorcio del prospetto su via Lambertesca, 1994); 175993, 175994, 175995, 175996, 175997, 175998, 175999, 176000, 176001, 176002 (vedute degli spazi interni, 1994).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Bartolommei Buschetti su Wikipedia.
Codice SBAPSAE FI1054
ID univoco regionale 90480170041
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 11/11/2020
Data ultimo sopralluogo 20/02/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags lapide, stemma familiare, comunità straniera (americano).
Localizzazione
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