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Scheda Palazzo Altoviti Sangalletti Torna ai risultati della ricerca
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Quartiere Santa Croce / San Giovanni
Ubicazione Borgo degli Albizi 18- 20
Denominazione Palazzo Altoviti Sangalletti
Altre denominazioni Palazzo Valori, palazzo Valori Altoviti, palazzo dei Visacci, palazzo Guicciardini
Affacci piazzetta de' Pazzi 1
Proprietà Albizi (Albizzi), Valori, Guicciardini, Altoviti Sangalletti, Paoletti.
Architetti - Ingegneri Caccini Giovanni Battista, Ferri Antonio Maria.
Pittori - Scultori - Decoratori Soldani Benzi Massimiliano, Portogalli Giovanni Martino, Bonechi Matteo, Tonelli Giuseppe, Papi Stefano, Caccini Giovanni Battista.
Uomini illustri Accursio da Bagnolo, Rustichelli Pietro Torrigiano, Ficino Marsilio, Acciaiuoli Donato, Vettori Piero, Vespucci Amerigo, Alberti Leon Battista, Guicciardini Francesco, Adriani Marcello, Borghini Vincenzo, Dante Alighieri, Petrarca Francesco, Boccaccio Giovanni, Della Casa Giovanni, Alamanni Luigi, Pierozzi Antonio (detto Antonino), Neri Filippo, Marsili Luigi, Cavalcanti Bartolomeo, Valori Baccio (il Giovane).
Note storiche Il palazzo si definisce come tale nella prima metà del Cinquecento, attraverso la riunificazione di varie case medioevali che comprendevano la dimora di Rinaldo degli Albizi. Il carattere attuale del prospetto della fabbrica risulta tuttavia conferito alla fine del Cinquecento, quando il colto senatore Baccio Valori il Giovane, nuovo proprietario del palazzo e custode della biblioteca Mediceo Laurenziana oltre che presidente dell'Accademia delle Arti del Disegno, fece ridisegnare la facciata presumibilmente dall'architetto e scultore Giovanni Battista Caccini, decorandola, sulla base di un programma iconografico da lui stesso definito, con quindici erme raffiguranti fiorentini illustri nelle scienze e nelle arti, terminate nel 1604. Con l'estinzione del ramo fiorentino della famiglia la proprietà passò nel 1687 ai Guicciardini che, su progetto di Antonio Maria Ferri, intrapresero importanti lavori di ammodernamento degli interni, accuratamente ricostruiti nel loro succedersi da Daniela Smalzi (2012). In particolare sono state individuate dalla studiosa tre fasi: la prima legata ai lavori edilizi e alle decorazioni degli ambienti terreni (1700-1708), la seconda volta alla decorazione del piano nobile (1709-1712), la terza caratterizzata dal raddoppio degli appartamenti verso occidente grazie all'accorpamento di due ulteriori casette (1714-1727). Nell'ambito di questo cantiere è da collocare la decorazione della Galleria coperta, con stucchi e un affresco raffigurante la Apoteosi di casa Guicciardini, il tutto su progetto di Massimiliano Soldani Benzi e opera di Giovanni Martino Portogalli (stucchi), Matteo Bonechi (pittura di figure), Giuseppe Tonelli e Stefano Papi (quadrature). Passato agli Altoviti nel 1727, il palazzo fu nuovamente oggetto di vari interventi, comunque sostanzialmente riconducibili a una diversa destinazione dei precedenti ambienti e all'apposizione in vari luogo dell'arme del casato. La facciata su borgo degli Albizi, come detto, è fortemente caratterizzata dalla successione delle erme. I personaggi ritratti sono, al livello inferiore (dove le figure appaiono accompagnate da iscrizioni dedicatorie) Accursio, Pietro Torrigiano Rustichelli, Marsilio Ficino, Donato Acciaiuoli, Pier Vettori; al secondo ordine Amerigo Vespucci, Leon Battista Alberti, Francesco Guicciardini, Marcello Adriani e Vincenzo Borghini; al terzo ordine Dante, Petrarca, Boccaccio, Giovanni Della Casa e Luigi Alamanni. "L'Arcivescovo S. Antonino, S. Filippo Neri, Luigi Marsili, Lorenzo il Magnifico, e Bartolomeo Cavalcanti sono in un corridoio interno" (Firenze 1828). Dalla severa espressione dei volti di questi uomini illustri (e dalla non sempre felice resa scultorea) il palazzo Valori trasse la denominazione tradizionale di palazzo dei Visacci. Allo stesso Giovanni Battista Caccini si deve il ritratto di Cosimo I de' Medici, posto sopra l'ingresso principale, e, ugualmente, un busto di Baccio Valori che già era collocato in una nicchia dell'androne, al di sopra di una memoria voluta dalla vedova dell'umanista, Virginia Ardinghelli (si precisa come nella prima redazione di questa scheda risalente al 2008 si indicava come il busto si trovasse presso il Museo nazionale del Bargello e come una sua copia posta nella nicchia del palazzo fosse stata trafugata, notizie che a seguito di ulteriori ricerche - che hanno appurato come l'originale si trovi in collezione privata - sono risultate del tutto erronee). La piccola lapide sulla facciata, sotto una finestra del piano terreno (posta dallo stesso Baccio Valori, trascritta da Francesco Bigazzi, restaurata nel 1912 e oramai solo in parte leggibile), indica invece il luogo dove, secondo la tradizione, San Zanobi avrebbe operato il miracolo della resurrezione di un fanciullo morto, figlio di una nobil donna francese: oggi trascurata, la memoria segna in realtà un fondamentale luogo della religiosità fiorentina, come ampiamente documenta la letteratura sette ottocentesca. Guardando la facciata si possono facilmente notare le tre costruzioni originarie che attualmente si costituiscono in unità: al centro è l'edificio già di Rinaldo degli Albizi, che conserva sui fianchi due scudi con le armi della famiglia (di nero, a due cerchi concentrici d'oro), dei primi anni del Quattrocento; a destra è una casa più piccola, con uno stemma oramai illeggibile; infine sulla sinistra è una terza casa (segnata dal n. 20) con lo stemma dei Pazzi (d'azzurro, a due delfini d'oro guizzanti in palo addossati, posti in mezzo a cinque crocette fioronate), che ha sul retro la nascosta piazzetta de' Pazzi alla quale si accede dalla volta dei Ciechi. La facciata è stata sottoposta a restauro nel 1936 e, più recentemente, nel 1989-1990. Il prestigioso ambiente della Galleria è stato restaurato tra il 1987 e il 1988. Dal 1978 il piano nobile è sede della Massoneria fiorentina del Grande Oriente d'Italia. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è tutelato da vincolo architettonico dal 1913.
Bibliografia
dettaglio
Bocchi-Cinelli 1677, pp. 359-368; Del Bruno 1757, p. 50; Cambiagi 1765, pp. 79-80; Cambiagi 1771, p. 81; Cambiagi 1781, p. 76; Follini-Rastrelli 1789-1802, V, 1794, pp. 79-82; VI, 1795, pp. 108-110; Firenze 1828, pp. 95-96; Fantozzi 1842, pp. 298-299, n. 82; Fantozzi 1843, pp. 154-155, n. 359; Firenze 1845, pp. 98-99; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, III, 1846, p. 498; Formigli 1849, p. 93; Formigli 1849, p. 93; Firenze 1850, pp. 232-233; Ademollo-Passerini 1853, III, pp. 1102-1103; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, p. 80; Bigazzi 1886, pp. 3-4; Elenco 1902, p. 252; Illustratore fiorentino (1905) 1904, pp. 54-55; Ross 1905, pp. 25-32; Illustratore fiorentino (1909) 1908, pp. 8-9; Limburger 1910, n. 23; Bertarelli 1922, pp. 82-83; Garneri 1924, p. 251, n. XVII; Bertarelli 1937, p. 165; Allodoli-Jahn Rusconi 1950, p. 203; Limburger-Fossi 1968, n. 23; Borsook 1972, p. 99; Ginori Lisci 1972, I, pp. 491-494; Palazzi 1972, pp. 202-205, nn. 394-395; Fanelli 1973, I, p. 313; II, p. 103, fig. 566; Firenze 1974, pp. 174-175; Mosco 1974, p. 121; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 41; Maffei 1990, p. 130; Vannucci 1995, pp. 21-25; Cesati 2005, I, p. 21; Firenze 2005, pp. 391-392; Giovanni Minutoli in Atlante del Barocco 2007, p. 425, n. 149; Invernizi 2007, I, p. 24, n. 10; Paolini 2008, pp. 29-30, n. 24; Paolini (Albizi) 2008, pp. 40-43, n. 17; Paolini 2009, pp. 34-36, n. 29.
Approfondimenti Filippo Valori, Termini di mezzo rilievo e d'intera dottrina tra gl'archi di Casa Valori in Firenze col sommario della vita d'alcuni, compendio dell'opere de gl'altri, e indizio di tutti gl'aggiunti nel discorso dell'eccellenza degli scrittori e nobiltà de gli studi fiorentini, Firenze, Appresso Cristofano Marescotti, 1604; Marco Lastri, Palazzo de' Valori, inoggi Altoviti e serie d'uomini illustri, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, III, pp. 90-93; Riproduzioni fotografiche degli affreschi di scuola di Luca Giordano in Palazzo Altoviti già Valori, Firenze, Ciardelli, 1887; Acrisio Bianchini, Note sulla nuova sede della massoneria Fiorentina nel Palazzo Altoviti, in "Rivista Massonica", LXIX, 1978, 9, pp. 577-581; Donatella Pegazzano, I 'visacci' di Borgo degli Albizi: uomini illustri e virtù umanistiche nella Firenze del tardo Cinquecento, in "Paragone Arte", XLIII, 1992, n.s., 34-35, pp. 51-71; Robert Williams, The facade of the Palazzo dei Visacci, in "I Tatti Studies", 1993, 5, pp. 209-244; Sandro Bellesi, Affreschi di Matteo Bonechi nel palazzo dei Visacci a Firenze, in "Nuovi Studi", II, 1997, 3, pp. 91-97; T. Martin, Giovanni Caccini's bust of Baccio Valori, in "The Burlington Magazine", 2002, 144, pp. 724-734; Memorie di casa Valori, a cura di L. Polizzotto e C. Kovesi, Firenze 2007; Guia Baratelli, Palazzo Valori-Altoviti in Borgo Albizi. Contributi per una rilettura delle trasformazioni settecentesche: gli inediti mezzanini e la 'stanza nuova' al secondo piano, in "Bollettino della Società di Studi Fiorentini", 2009/10 (2010), 18/19, pp. 99-110; Nicola Iannelli, Mario Pagni, Il Palazzo e il Tempio. Palazzo Altoviti a Firenze. Storia e simbologie, Siena, Betti Editrice, 2012; Daniela Smalzi, Palazzo dei Visacci. XV-XX secolo, con un testo di Moreno Milighetti, Firenze, Polistampa, 2012; Patrizia Maccioni, Palazzo Altoviti, in Fasto privato: la decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine, I, a cura di Mina Gregori e Mara Visonà, Firenze, Edifir per l'Ente Cassa di Risparmio di Firenze, 2012, pp. 51-55, tavv. XXXVI-XL; Renzo Leonardi, Documentazione sul busto di Baccio Valori del palazzo Altoviti Sangalletti, (dattiloscritto), 2013; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 70-71.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: ACA-F-003688-0000 (portone del palazzo visto di scorcio, 1890 circa); ACA-F-003689-0000 (particolare di due erme della facciata, 1890 circa). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 130579, 130580 (particolari del prospetto, 1984); 137865, 137866, 137867, 137868 (vedute del cortile interno, 1985); 137869, 137870 (veduta d'insieme e particolare del prospetto, 1985); 143701, 143702, 143703, 143704, 143705, 143706, 143707, 143708, 143709, 143710, 143711, 143712, 143713, 143714, 143715, 143716 (vedute degli affreschi della galleria prima del restauro, 1987); 145510, 145511, 145512, 145513, 145514, 145515, 145516, 145517, 145518, 145519 (vedute degli affreschi della galleria, 1987); 146757, 146758, 146759, 146760, 146761, 146762, 146763, 146764, 146765 (particolari di stucchi e affreschi, 1987); 147487, 147488, 147489, 147490, 147491, 147492, 147493, 147494 (particolari degli affreschi della sala rossa, 1987); 151288, 151289, 151290, 151291, 151292, 151293, 151294, 151295, 151296, 151297, 151298, 151299 (vedute parziali del prospetto con particolari delle erme, 1988); 151145, 151146, 151147, 151148 (vedute parziali del prospetto con particolari delle erme, 1988); 196795, 196796 (vedute di scorcio del prospetto).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Valori Altoviti su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE FI0163
ID univoco regionale 90480170228
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 19/10/2021
Data ultimo sopralluogo 22/02/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags scultura, lapide, stemma familiare.
Localizzazione
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