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Quartiere Santa Croce / San Giovanni
Ubicazione Borgo degli Albizi 31
Denominazione Palazzo Pazzi della Congiura
Altre denominazioni Palazzo Pazzi Quaratesi, palazzo delle Marchesane
Affacci via del Proconsolo 10
Proprietà Pazzi, d'Estonville, Cybo, Cybo Malaspina, Monte di Pietà, Strozzi, Quaratesi, De Rast, Opera Pia De Rast, Genazzani, Banca di Firenze, Istituto Nazionale della Previdenza Sociale.
Architetti - Ingegneri Michelozzo (Michelozzo di Bartolomeo Michelozzi), Brunelleschi Filippo, Giuliano da Maiano, Cerpi Ezio, Coppedè Adolfo, Morozzi Guido.
Pittori - Scultori - Decoratori Donatello (Donato de' Bardi, d.), Panaioti Francesco, Meucci Vincenzo, Zocchi Giuseppe, Chini Galileo, Chini Chino.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche E' questo il prospetto laterale del palazzo Pazzi della Congiura, il cui fronte principale si sviluppa su via del Proconsolo con accesso attuale al n. 10. Eretto per volontà di Jacopo de' Pazzi tra il 1458 e il 1469 in una zona già segnata da possessi della famiglia (tra cui una torre posta in angolo con borgo degli Albizi), il palazzo, già creduto o di Michelozzo di Bartolomeo o di Filippo Brunelleschi, è stato riconosciuto quale opera di Giuliano da Maiano, pur non escludendo che questi sia stato il raffinato estensore materiale di un progetto di paternità brunelleschiana. Al di là della questione attributiva la fabbrica è comunque da considerare, sia per il periodo di costruzione, sia per l'eleganza delle forme, sia per le dimensioni, tra le più importanti della città, modello per molte altre residenze dei ceti dirigenti della Firenze tardo quattrocentesca. Il palazzo, confiscato a seguito della congiura ordita dai Pazzi ai danni di Giuliano e di Lorenzo il Magnifico (1478, dove perse la vita lo stesso Jacopo), passò alla famiglia francese dei d'Estonville, poi ai Cybo (1487) che, come Cybo Malaspina, lo utilizzarono per tutto il Cinquecento come residenza fiorentina (a questo periodo risale la denominazione dell'edificio come palazzo delle Marchesane di Massa). Acquistato nel 1594 dagli Strozzi (ai quali si devono tra l'altro gli interventi alla cappella del palazzo) e quindi proprietà dei Quaratesi dal 1760 al 1843 (periodo nel quale si datano commissioni per affreschi murali riconducibili a Francesco Panaioti, Vincenzo Meucci e Giuseppe Zocchi), passò successivamente per varie mani. Nel 1850 qui era la sede del Tribunale della Suprema Corte di Cassazione, mentre, negli anni di Firenze Capitale (1865-1871), vari ambienti furono affittati dalla legazione prussiana di stanza in città e in parte destinati ad alloggio del diplomatico Karl George Ludwig von Usedow. Nel 1913 il complesso fu acquistato dalla Banca di Firenze, che ne affidò il ripristino con le conseguenti trasformazioni agli architetti Ezio Cerpi e Adolfo Coppedè (1913-1915). Quest'ultimo, tra l'altro, chiuse con una copertura in ferro e ghisa il cortile quattrocentesco all'altezza del primo piano, in modo da renderlo utilizzabile per servizi all'utenza. A questo stesso intervento risale il monumentale ingresso all'ascensore e vari dipinti e vetrate di Galileo e Chino Chini. Acquistato nel 1931 dall'Istituto Nazionale della Previdenza Sociale fu restaurato nel 1960, questa volta su base filologica e con la direzione dei soprintendenti Ugo Procacci e Guido Morozzi. Nell'ambito dei lavori fu tra l'altro liberato dalla sovrastruttura il chiostro quattrocentesco e le membrature in pietra (scalpellate nel corso del precedente cantiere) reintegrate. "Per la integrazione delle parti mancanti dei capitelli fu seguito il metodo della riproduzione delle medesime in calchi di finta pietra e l'applicazione di questi, con speciali supporti metallici alle pareti offese; e ciò allo scopo di non generare incertezza fra le parti autentiche e quelle ricomposte" (Morozzi 1968). Osservando la fabbrica da via del Proconsolo, si noti come al piano terra, bugnato, si contrappongano i più leggeri piani superiori, con bifore (sulle quali ricorre il motivo di una barca con le vele gonfiate dal vento, impresa della famiglia allusiva ai traffici marittimi) che si distendono sulle superfici intonacate, forse originariamente trattate a graffito. Le finestre del piano terreno sono da far risalire al Seicento, in sostituzione di altre aperture decisamente più piccole. Si veda sulla cantonata il grande scudo con l'arme dei Pazzi (d'azzurro, a due delfini d'oro guizzanti in palo addossati, posti in mezzo a cinque crocette fioronate), attribuito a Donatello, copia dell'originale restaurato nel 2000 e attualmente conservato nell'androne. Nel cortile è un elegante porticato con colonne includenti, nei capitelli, lo stemma di famiglia con i due delfini e il vaso con il fuoco sacro, allusivo all'impresa di Pazzino de' Pazzi in Terrasanta (al proposito si vedano anche le note relative al palazzo Pazzi Vitali in borgo degli Albizi 28). Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale, ed è tutelato da vincolo architettonico dal 1931.
Bibliografia
dettaglio
Bocchi-Cinelli 1677, pp. 368-369, p. 371; Del Bruno 1757, p. 51; Cambiagi 1765, pp. 80-81; Cambiagi 1771, p. 82; Cambiagi 1781, p. 77; Follini-Rastrelli 1789-1802, VI, 1795, pp. 110-111; Firenze 1828, p. 96; Thouar 1841, p. 344; Fantozzi 1842, p. 299, n. 83, pp. 301-302, n. 87; Fantozzi 1843, pp. 143-144, n. 322; Firenze 1845, p. 99; Formigli 1849, p. 170; Firenze 1850, pp. 195, 232; Ademollo-Passerini 1853, I, p. 278; III, p. 1102; Burci 1875, p. 53; Mazzanti-Del Lungo 1876, tavv. XXXVII e sgg.; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, p. 81; Stegmann-Geymüller 1885-1908, I, pp. 3-10, tavv. 3-4 (Brunelleschi); IV, p. 2; Elenco 1902, p. 249; Ross 1905, pp. 167-175; Illustratore fiorentino (1908) 1907, pp. 175-176; Schiaparelli 1908, p. 32, figg. 37,41; Limburger 1910, n. 548; Bertarelli 1922, p. 82; Garneri 1924, p. 133, n. V; Bertarelli 1937, pp. 162-163; Casamorata 1944, p. 12; Allodoli-Jahn Rusconi 1950, pp. 202-203; Chierici 1952-1957, I, 1952, p. 94; Limburger-Fossi 1968, n. 548; Bucci-Bencini 1971-1973, I, 1971, pp. 75-79; Borsook 1972, p. 100; Ginori Lisci 1972, II, pp. 545-550; Palazzi 1972, pp. 129-130, n. 238; Fanelli 1973, I, pp. 238-239; Firenze 1974, p. 171; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 42; III, 1978, pp. 191-192; Ciabani 1984, pp. 189-191; Mucci 1990, p. 54; Ferruccio Canali in Firenze 1992, p. 84, n. 53; Macci-Orgera 1994, p. 83; Vannucci 1995, pp. 281-286; Zucconi 1995, p. 69, n. 82; Lara Mercanti in Palazzi 2004, pp. 81-86; Cesati 2005, II, p. 511; Firenze 2005, pp. 387-388; Grimaldi 2005, p. 89; Insabato-Ghelli 2007, pp. 141, 144; Paolini 2008, p. 38, n. 33; Paolini (Albizi) 2008, pp. 67-75, n. 27; Paolini 2009, pp. 46-48, n. 39; Adsi 2010, pp. 45-47; Romby-Rovida 2012, pp. 19, 25, 28-29.
Approfondimenti Marco Lastri, Palazzo di Mess. Guglielmo de' Pazzi, e congiura contro i Medici, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, III, pp. 93-110; Marco Lastri, Palazzo de' Quaratesi, ed origine delle carrozze, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, VIII, pp. 104-107; Cose fiorentine d'arte e storia, in "Arte e Storia", XXI, 1902, 13, p. 90; Il palazzo de' Pazzi in via del Proconsolo, in "Arte e Storia", XXII, 1903, 23/24, p. 161; Restauri, in "Arte e Storia", XXIII, 1904, 18, p. 113; I restauri del palazzo Pazzi, in "Arte e Storia", XXXII, 1913, 12, pp. 375-376; A proposito del palazzo Pazzi, in "Arte e Storia", XXXIII, 1914, 8, p. 253; Notizie sul Palazzo de' Pazzi, nuova sede della Banca di Firenze, Firenze, Tipografia G. Carnesecchi e Figli, 1914; N. Vitali, Il cortile di palazzo Pazzi, in "La Nazione", 26 giugno 1960; N. Vitali, Ancora sul palazzo Pazzi, in "La Nazione", 15 maggio 1963; Il Palazzo Pazzi a Firenze, ricerche storiche e testo a cura di Arnaldo Moscato, Roma, Tipografia dello Stabilimento Italia, 1963; Guido Morozzi, Attività delle Soprintendenze: Firenze, Palazzo Pazzi, in "Bollettino d'Arte", 1964, XLIX, 3, p. 284; 2a mostra internazionale del restauro monumentale, catalogo della mostra (Venezia, palazzo Grassi, 25 maggio-25 giugno 1964) a cura di Marco Dezzi Bardeschi e Piero Sanpaolesi, Venezia, Stamperia di Venezia, 1964, pp. 27-28, n. 67; Howard Saalman, The Autorship of the Pazzi Palace, in "Art Buletin", XLVI, 1964, 3; Guido Morozzi e Pietro Roselli, Palazzo Pazzi, in Il restauro dei monumenti dal 1944 al 1968, catalogo della mostra (Firenze, Orsanmichele, settembre-ottobre 1968) a cura di Mazzino Fossi, Firenze Giunti Barbèra, 1968, pp. 18-19, n. 8; Mauro Cozzi, Ristrutturazione interna del Palazzo Pazzi Quaratesi, in Rossana Bossaglia, Mauro Cozzi, I Coppedè, Genova, Sagep, 1982, p. 247; Catherine Duffault, Le motif du dauphin sur les chapiteaux renaissants à Florence, in "Historie de l'Art", 1988, 3, pp. 57-66; Brenda Preyer, Non solo facciate: dentro i palazzi Pazzi, Lenzi e Ridolfi Guidi, in Palazzi fiorentini del Rinascimento, a cura di Amedeo Belluzzi, "Opus Incertum", I, 2006, 2, pp. 7-17; Eduardo Bruno, Guglielmo Adilardi, I marchi sul Palazzo Pazzi, la sede massonica nella Firenze capitale, Firenze, Pontecorboli, 2014; Lisa Leonelli, Palazzo Pazzi Quaratesi. Le decorazioni promosse da Niccolò Quaratesi, in Fasto privato. La decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine, III, Dal Tardo Barocco al Romanticismo, a cura di Mina Gregori e Mara Visonà, Firenze, Edifir, 2016, pp. 63-69; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 77-78; Gianluca Belli, Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento, Firenze, University Press, 2019, p. 408, n. 32, figg. 9, 39, 104 (ma si vedano anche i rimandi al testo tramite l'indice analitico della pubblicazione).
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: BGA-F-008555-0000, ACA-F-002986-0000 (esterno su via del Proconsolo, 1890 circa); ACA-F-035035-0000 (particolare dello stemma gentilizio sulla cantonata, 1920-1930); ADA-F-040439-0000 (esterno su via del Proconsolo, 1940 circa). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 3186 (particolare del sottogronda, 1945 circa); 26002, 26003, 26004, 26005, 26006, 26007 (vedute d'insieme e particolari del prospetto su via del Proconsolo dopo i lavori di restauro, 1963); 26008, 26009, 26010, 26011, 26012, 26013 (vedute d'insieme del cortile dopo i lavori di restauro, 1963); 152614, 152615, 152616, 152617, 152618 (particolari di elementi architettonici del cortile, 1988).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Pazzi su Wikipedia.
Codice SBAPSAE FI1087
ID univoco regionale 90480170067
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 19/10/2021
Data ultimo sopralluogo 22/02/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags legazione, banca, stemma familiare.
Localizzazione
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