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Quartiere Santo Spirito
Ubicazione Lungarno Guicciardini 9- 11
Denominazione Palazzo Lanfredini
Altre denominazioni Palazzo Corboli, Palace Hotel, Hotel Palace e New Port
Affacci via Santo Spirito
Proprietà Lanfredini, Corboli, Benini.
Architetti - Ingegneri Baccio d'Agnolo (Bartolomeo Baglioni, d.).
Pittori - Scultori - Decoratori Feltrini Andrea, Palchetti Ugo.
Uomini illustri Chase William Merritt, Acton Harold Mario Mitchel.
Note storiche Il palazzo risulta eretto nei primi del Cinquecento da Lanfredino di Jacopo d'Orsino Lanfredini, gonfaloniere di giustizia nel 1501, in un'area dove già esistevano case di proprietà della famiglia forse interessate da lavori di unificazione negli anni trenta del secolo precedente. In particolare, secondo Walther Limburger (1910), dal lato verso via Santo Spirito le fondamenta dell'edificio sarebbero databili attorno alla fine del XIV secolo. Nonostante i molti restauri dei quali è stato oggetto, l'edificio mostra una facciata che ancora rileva il suo originario assetto, riconducibile a un progetto di Baccio d'Agnolo, già ricordato da Giorgio Vasari in relazione a questo cantiere che, presumibilmente, dovette essere aperto attorno al 1512, con il ristabilirsi del governo mediceo e in contemporanea con i lavori a questo tratto di lungarno, interessato in questo periodo da un cantiere finalizzato alla sua lastricatura. Con l'estinzione del casato dei Lanfredini, alla morte nel 1741 del cardinale Jacopo Lanfredini, Ottavia, sorella del porporato, portò la proprietà in dote a Lorenzo Corboli, la cui famiglia conservò il palazzo per oltre un secolo (come palazzo Corboli è ancora indicato negli anni di Federico Fantozzi). Successivamente l'edificio divenne proprietà dei Benini e ridotto a rinomato albergo (Palace Hotel e successivamente Hotel Palace e New Port), previ complessi lavori di restauro e ristrutturazione condotti nel 1904 ed elogiati da Guido Carocci (in Illustratore fiorentino 1904), soprattutto per aver riscattato la fabbrica dallo "stato di deplorevole squallore" nel quale da tempo versava. Tra gli ospiti illustri la letteratura segnala la presenza del pittore americano William Merritt Chase, a Firenze dal 1907. Sempre nella sua dimensione di albergo, nel 1921, l'edificio fu interessato da una nuova decorazione degli interni per le cure di Ugo Palchetti. Relativamente a questi anni si segnala anche un progetto di ristrutturazione (Archivio storico del Comune di Firenze) legato ad una ipotesi di destinazione dell'immobile a sede scolastica. Al tempo di Ginori Lisci il palazzo apparteneva a una comproprietà, nell'ambito della quale si segnalava la presenza dello scrittore e storico inglese Sir Harold Acton. Quest'ultimo lasciò l'ampia porzione di sua proprietà già occupata dalla propria biblioteca al British Institute of Florence, che qui ha la propria sede. Di notevole rilievo il disegno della facciata, nobilitata da graffiti che al piano terreno riproducono il disegno di un bugnato, mentre ai piani superiori si arricchiscono di figure grottesche e stemmi. "La classica porta rettangolare dalle reminiscenze romane e le due serie di finestre dagli architravi piani, con alta cornice di cappello, realizzano una facciata insolita per la Firenze dei primi del Cinquecento, anche se essa era stata preceduta nel tempo da quella del palazzo dei Sertini presso S. Gaetano. Gli artistici graffiti del Feltrini, con il loro minuto disegno, aggiungono una decorazione che non turba la semplicità di tutto l'insieme. La facciata si conclude con un tetto molto sporgente, tipico di tanti edifici contemporanei di Firenze" (Ginori Lisci 1972). Per quanto concerne le alterazioni subite nel tempo dalla fabbrica originaria si tenga presente come una veduta di Bernardo Bellotto di questo tratto dei lungarni, eseguita nel 1742, mostri una serie di quattro piccole finestre quadrate al piano terreno, in asse con le prime quattro dei piani superiori. Nel 1904 queste finestre furono sostituite dall'apertura delle attuali porte. Anche l'ultimo piano è l'evidente frutto di una soprelevazione. Altri lavori vennero effettuati nel 1938. Per quanto concerne i graffiti, attribuiti da Vasari ad Andrea di Cosimo Feltrini, evidenti sono le tracce degli interventi di integrazione e gli ampi rifacimenti, fermo restando che, per quanto detto sopra, la porzione inferiore con disegni a bozze è riquadri è interamente da riferirsi a un intervento collocabile ai primi del Novecento, visto che, nel 1902, in una nota apparsa su "Arte e Storia" si segnalava come la facciata del palazzo fosse stata un tempo adorna "di elegantissimi graffiti dei quali rimangono tracce nella parte superiore della facciata, protetta dalla gronda del tetto". Da segnalare l'iscrizione, ripetuta lungo il fregio, che inneggia al papa mediceo Leone X, al quale Lanfredino Lanfredini era particolarmente legato, tanto da essere coinvolto nell'organizzazione delle cerimonie per il suo ingresso a Firenze nel 1515, anno al quale di conseguenza si tende a riferire il decoro della facciata. Sull'arcata dell'androne a cui si accede dal civico 9 è dipinto uno scudo con l'arme policroma dei Lanfredini (cerchiato di sei pezzi di rosso e d'argento). Per le memorie conservate negli interni si rimanda a quanto annotato dallo stesso Ginori Lisci (1972). La facciata è stata recentemente oggetto di un intervento di restauro (2012). Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia
dettaglio
Thouar 1841, pp. 365, 441; Fantozzi 1843, p. 254, n. 636; Baldinucci-Ranalli 1845-1847, II, 1846, p. 218; Elenco 1902, p. 254; Illustratore fiorentino (1904) 1903, pp. 68-70; Vasari-Milanesi 1906, V, p. 352; Limburger 1910, n. 370; Illustratore fiorentino (1911) 1910, p. 52 e pp. 136-139; Bertarelli 1922, p. 164; Garneri 1924, pp. 309-310, n. LXXI; Bertarelli 1937, p. 283; Thiem 1964, pp. 88-89, n. 40, tavv. 85-87; Limburger-Fossi 1968, n. 370; Ginori Lisci 1972, II, pp. 755-756; Firenze 1974, p. 306; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, p. 89; Dezzi Bardeschi 1981, p. 73; Graffiti 1993, pp. 103-105; Macci-Orgera 1994, pp. 178-179; Sandra Carlini in Palazzi 2004, pp. 58-61; Cesati 2005, I, p. 311; Firenze 2005, p. 445; Pecchioli 2005, pp. 226-231; Invernizi 2007, I, p. 233, n. 207; Paolini 2013, pp. 31-32, 43.
Approfondimenti Cose d'arte e di storia, in "Arte e Storia", XXI, 1902, 18, pp. 129-130; Caroline Elam, "Viva Papa Leone". Baccio d'Agnolo and the Palazzo Lanfredini in Florence, in Coming about..., Cambridge Mass., Harvard University Art Museum, 2001, pp. 173-181.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: ACA-F-03116C-0000 (veduta d'insieme del lungarno dal ponte Santa Trinita con la facciata dell'edificio, 1920-1930); ACA-F-055732-0000 (veduta d'insieme della facciata, 1963). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 71055, 71056 (vedute d'insieme del prospetto sul lungarno Guicciardini, 1974); 100134, 100135, 100136, 100137, 100138, 100139, 100140, 100141, 100142, 100143, 100144 (veduta d'insieme e particolari dei graffiti sul prospetto del lungarno Guicciardini, 1979).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Lanfredini su Wikipedia e dal sito del British Institute of Florence.
Codice SBAPSAE FI0199
ID univoco regionale 90480170266
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 10/11/2020
Data ultimo sopralluogo 20/04/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags albergo, graffito, stemma familiare, biblioteca, istituto culturale, comunità straniera (inglese, americano).
Localizzazione
Contatti note tecniche e legali
 
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