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Quartiere Santo Spirito
Ubicazione Lungarno Guicciardini 9r
Denominazione Palazzo Coverelli
Altre denominazioni Palazzo Capponi, palazzo Vettori, palazzo Barocchi
Affacci via de' Coverelli 1, via Santo Spirito 8
Proprietà Coverelli, Capponi, Minucci, Vettori, Martellini, Modigliani, Barocchi.
Architetti - Ingegneri Ignoto/i.
Pittori - Scultori - Decoratori Rosselli Stefano.
Uomini illustri Ammannati Bartolomeo.
Note storiche Costruito attorno alla metà del Quattrocento dalla famiglia Coverelli, l'edificio fu acquistato - forse già ai primi del Cinquecento - dai Capponi. Tra il 1563 e 1583 (come indicherebbero le ricerche di Brenda Preyer di cui riferisce Marco Calafati) sarebbe stato abitato da Bartolomeo Ammannati - in questo periodo peraltro impegnato nella costruzione del ponte a Santa Trinita - e da sua moglie Laura Battiferri. All'inizio del Seicento è documentato come passato ai Minucci, poi venduto nel 1644 ai Vettori, nel 1829 ai Martellini, quindi nel 1874 ai Modigliani e nel 1921 ai Barocchi. Restaurato con cura da questi ultimi, è stato nuovamente interessato da interventi di ripristino dopo il 1945, per risarcirlo dai danni subiti durante la seconda guerra mondiale. Il palazzo prospetta sul lungarno con un breve fronte a tre assi, contrassegnato da un bugnato al piano terreno e da un loggiato nella parte più alta. Sufficientemente corrente la facciata su via Santo Spirito, a cinque assi, con semplici finestre architravate. Il fronte più ampio si sviluppa su via de' Coverelli, dove è un modesto portone d'ingresso e altre due porte, al primo piano alcune rade finestre e, all'ultimo, oltre a semplici finestre rettangolari, una loggetta a due colonne attualmente chiusa a vetri. A rendere ancor meno visibile la fabbrica è la sua collocazione nello spazio urbano, che non rende possibile apprezzarla nel suo insieme. Il pregio e la fortuna critica del palazzo, per quanto riguarda i fronti, si incentra quindi essenzialmente sulla estesa e raffinata decorazione a graffito che si sviluppa lungo via de' Coverelli. Questa (recuperata nel 1935 sotto le tinteggiature sovrappostesi negli anni e ampiamente integrata) si presenta con un motivo a finto filaretto al piano terreno, mentre al primo piano determina una successione di archi (in parte a incorniciare le finestre) che poggiano sul ricorso sotto il quale è un fregio intervallato da palmette, cornucopie, tripodi e girali con putti. Un ulteriore fregio è immediatamente sotto al ricorso dell'ultimo piano, con putti alati che sostengono festoni, intervallati da bracieri accesi. Dal portone si accede a un cortile interno, decorato da graffiti analoghi. La composizione e i motivi decorativi collocano il lavoro attorno al 1480. Lo stesso a suo tempo è stato in modo convincente ricondotto da Anna Padoa Rizzo a Bernardo di Stefano Rosselli. Pur ampiamente integrati, i graffiti, grazie all'intervento di restauro promosso dai Barocchi e alle cure successive, è tra i meglio conservati della città. N.B. Gli importanti dati resi noti da Brenda Preyer nel volume sul palazzo edito nel 2014 non sono stati ancora oggetto di esame ai fini della revisione di questa scheda: si rimanda quindi alla pubblicazione indicata in bibliografia per una esaustiva trattazione delle vicende della fabbrica nel tempo.
Bibliografia
dettaglio
Illustratore fiorentino (1911) 1910, pp. 136-139; Garneri 1924, p. 308, n. LXX; Bertarelli 1937, p. 283; Thiem 1964, pp. 80-82, nn. 32, 33, tavv. 64-69; Bucci-Bencini 1971-1973, IV, 1973, pp. 105-109; Firenze 1974, p. 306; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, pp. 280-281; Ciabani 1984, pp. 46-47; Graffiti 1993, pp. 45-46; Firenze 2005, p. 445; Pecchioli 2005, pp. 100-103.
Approfondimenti Restauri deplorevoli in "Arte e Storia", VII, 1888, 19, p. 151; Silvia Huober, La via Santo Spirito, in "MCM", 2006, 74, pp. 19-29; Anna Padoa Rizzo, Ricerche sulla pittura del ‘400 fiorentino: Bernardo di Stefano Rosselli, in “Antichità Viva”, XXVI, 1987, 5/6, pp. 20-27; Marco Calafati, Le case di Ammannati, in Ammannati e Vasari per la città dei Medici, a cura di Cristina Acidini e Giacomo Pirazzoli, Firenze, Polistampa, 2011, pp. 147-150; Brenda Preyer, Palazzo Capponi-Barocchi from the Agli to the Barocchi throught Six Centuries, with an introductory article by Carlone Elam and Brenda Preyer, Firenze, Spes, 2014; Gianluca Belli, Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento, Firenze, University Press, 2019, p. 407, n. 13, fig. 91 (ma si vedano anche i rimandi al testo tramite l'indice analitico della pubblicazione).
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: ACA-F-03116C-0000 (veduta d'insieme del lungarno dal ponte Santa Trinita con la facciata dell'edificio, 1920-1930). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 9393, 9394, 9395, 9396, 9397, 9398, 9399, 9400 (vedute d'insieme e particolari dei prospetti dell'edificio, 1978).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Coverelli su Wikipedia.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 23/10/2008
Data ultima modifica 04/04/2021
Data ultimo sopralluogo 20/04/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Campo in corso di revisione.
Localizzazione
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