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Quartiere Santa Croce
Ubicazione Via dei Malcontenti 5- 7
Denominazione Casa
Altre denominazioni Casa del tabernacolo di Sant'Onofrio, convento di Santa Zita
Affacci via delle Casine 14
Proprietà Arte dei Tintori, Corsi, Landi.
Architetti - Ingegneri Ignoto/i.
Pittori - Scultori - Decoratori Gerini Niccolò di Pietro, Jacopo del Casentino (Jacopo Landini, d.), Rosi Giuseppe, Benini Cesare junior, Benini Lamberto.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche L'edificio presenta sull'angolo tra via delle Casine e via dei Malcontenti un monumentale tabernacolo cuspidato, costruito al tempo in cui in questo luogo erano le mura dell'orto dello Spedale dei Tintori, eretto da quest'Arte e dedicato a Sant'Onofrio. L'affresco che vi era contenuto, dovuto a Niccolò di Pietro Gerini (ma precedentemente ricondotto a Jacopo del Casentino) e raffigurante la Madonna con il Bambino in trono tra i santi Pietro, Giovanni Battista e angeli, fu strappato attorno al 1954 da Giuseppe Rosi, quindi sostituito da una copia realizzata da Cesare e Lamberto Benini, che è quella che ancora oggi si ammira (per la contraddittorietà di alcune notizie che ricondurrebbero anche la copia a Giuseppe Rosi si veda la scheda di Stefania Gori). Danneggiato dall'alluvione del 4 novembre 1966 il tabernacolo fu restaurato nel 1999 dalla ditta P.T. Color per iniziativa del Comune di Firenze. Dal lato di via dei Malcontenti permane, a ricordo dell'antica destinazione dell'intero isolato, uno scudo con l'insegna dell'Arte dei Tintori, costituita da un pillo e da un mazzapicchio incrociati. Dal lato di via delle Casine, sempre vicina al tabernacolo, è invece una antica epigrafe incisa in caratteri gotici e datata al 1398, che "con abbreviazioni e sigle, riguarda un fosso che anticamente passava di lì, andando a sbucare in Arno" (Bargellini-Guarnieri 1977) e che impone allo spedale di Sant'Onofrio di "tenere netta et rimonda (...) la fossa che va verso el fiume d'Arno". La lapide è attualmente in cattivo stato di conservazione e solo parzialmente leggibile ma fortunatamente trascritta e documentata sia da Francesco Bigazzi (1886) sia da Arnaldo Cocchi (1894). Per quanto riguarda l'edificio, è da identificarsi (anche sulla base di alcune piante di Firenze della prima metà dell'Ottocento che evidenziano i vasti terreni lavorati che si sviluppavano alle sue spalle) con quello descritto attorno al 1930 da Angiolo Pucci: "La porzione maggiore di quel terreno antico dei Tintori rimase come annesso a un fabbricato costruito sul canto di via de' Malcontenti e di via delle Casine. Lo stabile suddetto col terreno annesso passò in diversi proprietari dei quali non ho avuto notizia. Quello che io so di certo verso il 1870 apparteneva ad una famiglia Corsi fiorentina e che dopo pochi anni fu per ragioni finanziarie messo all'asta. Lo comprò poi certo padre Landi del convento di Badia per alcune monache venute da Siena, che vi sono tuttora e che conservano al convento il nome di Santa Zita. Annesso allo stabile ed al convento era, come lo è oggi, un vasto terreno che le monache affittarono a certo Eliseo Bongini il quale nel 1885 vi aprì uno stabilimento di orticoltura con accesso da via delle Casine (...). Nel 1919 (il Bongini) vendé lo stabilimento alla Società Orticola Italiana, la quale dopo brevi anni di vita fu costretta a fallire, e il curatore del fallimento cedé questo stabilimento ad Alfredo Bertolacci, già capo giardiniere del Bongini, che anche oggi, benché in più modeste proporzioni, continua a esercitare in questo luogo un commercio di piante e fiori". Dell'esistenza di un Istituto di Santa Zita in via de' Malcontenti 5-7, dedito all'accoglienza di 'orfanelli', documentano vari annuari fiorentini almeno fino agli anni cinquanta del Novecento.
Bibliografia
dettaglio
Bigazzi 1886, pp. 213-214; Garneri 1924, p. 169, n. LIV; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, p. 212; Santi 2002, pp. 80-81; Invernizi 2007, I, pp. 108-109, n. 86.
Approfondimenti Arnaldo Cocchi, Tabernacolo di Sant'Onofrio in via dei Malcontenti, sul canto di via delle Casine, già del Renaio, in Notizie storiche intorno antiche immagini di Nostra Donna che hanno culto in Firenze, Firenze, Giuseppe Pellas Editore, 1894, pp. 140-141; Guido Carocci, I Tabernacoli di Firenze, in "Arte e Storia", XXIV, 1905, 2, pp. 27-28; Magnolia Scudieri, Carla Calvaresi, Tabernacolo di via delle Casine, in Arte storia e devozione. Tabernacoli da conservare, a cura dell'Ufficio Restauri della Soprintendenza per i Beni Artistici e Storici di Firenze e Pistoia, Firenze, Centro Di, 1991 (Quaderni dell'Ufficio Restauri, n. 3), pp. 34-35; Stefania Gori, Tabernacolo dei Tintori o di Sant'Onofrio, in La 'bottega' dei Benini. Arte e restauro a Firenze nel Novecento, catalogo della mostra (Scandicci, Palazzina Direzionale, 3-31 ottobre 1998) a cura di Francesco Gurrieri, Stefania Gori, Francesca Petrucci e Valerio Tesi, Firenze, Polistampa, 1998, pp. 156-159, n. 54 bis; Tommaso Gramigni, La memoria epigrafica dell'alluvione dell'Arno del 1333, in L'acqua nemica. Fiumi, inondazioni e città storiche dall'antichità al contemporaneo, atti del convegno di studio (Firenze, 29-30 gennaio 2015) a cura di Concetta Bianca e Francesco Salvestrini, Spoleto, Centro Italiano di Studi sull'Alto Medioevo, 2017, pp. 61-93; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 129-131.
Documentazione fotografica Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0029837, 0029847 (vedute del tabernacolo con le tracce e i danni provocati dall'alluvione del 1966). Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 10058, 51470 (fotografia d'insieme del tabernacolo con l'affresco staccato nella parte inferiore, 1954); 10456 (insieme dell'affresco, colore, 1972); 51471 (veduta d'insieme del tabernacolo privo dell'affresco, 1972).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Via delle Casine su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 04/10/2013
Data ultima modifica 23/03/2021
Data ultimo sopralluogo 21/04/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags tabernacolo, stemma civile, lapide, pietrino.
Localizzazione
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