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Quartiere San Giovanni
Ubicazione Piazza di Madonna degli Aldobrandini 4
Denominazione Palazzo Mannelli Riccardi
Altre denominazioni Palazzo Benci di Sanna, palazzo Cattani
Affacci .
Proprietà Benci, Guasconi, Cattani, Cattani Cavalcanti, Mannelli Galilei Riccardi, Niccolai Gamba Castelli.
Architetti - Ingegneri Ignoto/i.
Pittori - Scultori - Decoratori Poccetti (Bernardino Barbatelli, d.), Allori Alessandro, Giovanni dell'Opera (Giovanni Bandini, d.).
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Il palazzo sorge dove erano in antico alcune case dei Giotti e una casa grande di proprietà della famiglia Gori, acquistate dai Benci di Sanna nel 1469 che, tuttavia, promossero la riunificazione della proprietà solo nella seconda metà del Cinquecento (presumibilmente negli anni settanta), conferendo all'edificio i caratteri odierni. Agli inizi del Seicento la proprietà passò ai Guasconi, quindi, nel 1689, ai Cattani (dal 1771 Cattani Cavalcanti). Questi, tra la fine del Seicento e i primi del Settecento fecero eseguire diverse trasformazioni, ampliando l'edificio sui lati grazie all'acquisto di due costruzioni limitrofe già di proprietà degli stessi Guasconi. Parallelamente furono rinnovate le decorazioni ad affresco e stucco degli ambienti di rappresentanza al piano nobile, e realizzate due alcove, una al terreno e una ai piani superiore. All'estinzione della famiglia, nel 1891, il palazzo passò ai marchesi Mannelli Galilei Riccardi. Nel 1930 apparteneva, come attesta a questa data Angiolo Pucci, al signor Gino Niccolai Gamba Castelli. Il palazzo presenta un fronte dai chiari caratteri cinquecenteschi, contrassegnato, sul portone, da un busto marmoreo del granduca Francesco I de' Medici, di Giovanni Bandini detto Giovanni dell'Opera, poggiante su una mensola con iscrizioni (trascritte da Francesco Bigazzi) sorretta da due teste di ariete. La facciata, nella sua porzione centrale di cinque assi (gli assi laterali sono infatti da considerare come detto aggiunta posteriore), dal primo piano al cornicione, è dipinta con allegorie che, già reputate opera di Bernardino Poccetti, sono state ricondotte a un pittore della cerchia di Alessandro Allori, databili al 1575, con al centro l'arme dei Benci. La datazione è desumibile da quanto riportato da Agostino Lapini nel suo Diario Fiorentino dal 252 al 1596, che appunto annota al 1575 lo scoprimento di questa come di altre facciate dipinte, precisando "che fu la più bella di tutte". Così la segnala Guido Carocci dalle pagine del suo Illustratore fiorentino del 1915: "Il palazzo conserva ancora queste pitture e per quanto le intemperie le abbiano deteriorate, pure appariscono d'un insieme armonioso ed elegante. Chi fosse il pittore che le eseguì non si conosce, ne è facile determinarlo, perché in quel tempo fiorivano a Firenze affreschisti valentissimi che su per giù non differivano troppo per lo stile gli uni dagli altri. Sulla facciata sono grottesche figure umane, ornati di vario genere, mentre nel centro campeggia lo stemma coi due leoni affrontati della famiglia Benci che era padrona del palazzo e che ordinò coteste decorazioni. Dal Settimanni si sa che tali dipinti vennero scoperti nel giugno del 1575 e che vennero molto ammirati per la loro bellezza". Il fronte, con le sue pitture murali, è stato restaurato nel 1954 e, più recentemente, tra il 1989 e il 1990. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia
dettaglio
Baldinucci-Ranalli 1845-1847, III, 1846, p. 529; Firenze 1850, p. 120; Illustratore fiorentino 1880, pp. 145-146; Bigazzi 1886, p. 122; Elenco 1902, p. 255; Illustratore fiorentino (1909) 1908, p. 7; Limburger 1910, n. 102; Illustratore fiorentino (1915) 1914, pp. 126-128; Thiem 1964, pp. 140-141, n. 88, tav. 193; Limburger-Fossi 1968, n. 102; Palazzi 1972, p. 183, n. 342; Firenze 1974, p. 266; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, pp. 174-175; Cesati 2005, I, p. 119; Cesati 2005, I, p. 358; Cesati (Piazze) 2005, p. 124; Firenze 2005, pp. 301-302; Pecchioli 2005, pp. 44-51; Chiara Martelli in Atlante del Barocco 2007, p. 416, n. 116.
Approfondimenti Agostino Lapini, Diario Fiorentino dal 252 al 1596, edizione a cura di Odoardo Corazzini, Firenze, Sansoni, 1900, p. 188; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 305-306.
Documentazione fotografica Fototeca dei Musei Civici Fiorentini, Firenze: 6397, 128068 (veduta d'insieme del prospetto, 1935 ca.). Archivio fotografico SBAP, Firenze: 73699 (veduta d'insieme del prospetto, 1974); 73700 (particolare della porzione dipinta, 1974); 73701 (portale con il busto, 1974); 157310, 157311, 157312, 157313, 157314, 157315 (vedute delle sale al piano terreno, 1990); 157317, 157318, 157319, 157320, 157321, 157322 (particolari dei cartigli dipinti della facciata durante il cantiere di restauro, 1990); 177007, 177008, 177009, 177010, 177011 (vedute della porzione dipinta della facciata dopo l'intervento di restauro, 1994).
Risorse in rete Sull'edificio sono alcuni file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Benci su Wikipedia (con testi concessi dal presente sito in GFDL).
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 14/11/2008
Data ultima modifica 15/11/2020
Data ultimo sopralluogo 18/02/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags pittura, scultura, busto, iscrizione, stemma familiare.
Localizzazione
Contatti note tecniche e legali
 
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