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Quartiere San Giovanni
Ubicazione Via de' Ginori 9
Denominazione Palazzo Gerini
Altre denominazioni Palazzo Barbolani da Montauto
Affacci via della Stufa 4, 6
Proprietà Da Fortuna, Neroni, Della Stufa, Gatteschi, Gerini, Bonciani, Pappagalli, Barbolani da Montauto, Carpi.
Architetti - Ingegneri Michelozzo (Michelozzo di Bartolomeo Michelozzi), Alberti Leon Battista, Ammannati Bartolomeo, Castellucci Giuseppe.
Pittori - Scultori - Decoratori Meucci Vincenzo.
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Il palazzo, sorto su più antiche case dei Da Fortuna, è stato recentemente identificato (si veda il volume a cura di Paola Benigni del 1996) con quello eretto da Dietisalvi Neroni entro il 1447, quindi acquistato, a seguito delle sfortune della famiglia esiliata nel 1466, dai Della Stufa, nel 1469. Presenta sul fronte ampi resti di graffiti quattrocenteschi e finestre terrene nella maniera dell'Ammannati con busti femminili, databili al 1570-1580 (a seguire l'acquisto del palazzo fatto dai Gatteschi nel 1560) per i precisi riferimenti che hanno con quelle del palazzo Ramirez de Montalvo e, in maniera minore, con quelle dei Giugni di via degli Alfani (l'attribuzione all'architetto è stata tra gli altri sostenuta da Mazzino Fossi 1967). Diventato di proprietà nel 1680 del senatore Girolamo Gerini, l'edificio fu ampliato dal lato del contiguo palazzo Ginori per due assi, con conseguente estensione del fregio quattrocentesco. Per quanto riguarda la sua dimensione quattrocentesca, comunque solo parzialmente leggibile per i molti interventi di ammodernamento e di ristrutturazione, il palazzo è stato inserito con varie motivazioni nell'orbita di Michelozzo di Bartolomeo, al quale è ricondotto anche il confinante palazzo Neroni, nonostante qui "la presenza dei graffiti e degli ancor più significativi pilastri in facciata alluda dichiaratamente al gusto albertiano ed in nuce a quanto sarà proposto dalla facciata di palazzo Rucellai" (Miranda Ferrara 1984). Rimandando per un approfondimento della questione alla letteratura indicata in bibliografia, è tuttavia da sottolineare come la stessa Miranda Ferrara, pur con i dovuti distinguo tra le due architetture, noti come la tipologia del suggestivo cortile di palazzo Gerini presenti non poche assonanze con quello di palazzo Canigiani, pure riferito a Michelozzo. Non percorribile, invece, risulta il confronto più volte fatto tra il motivo a finto mattone qui presente con quello che si osserva nel giardino di palazzo Medici, visto che il ballatoio decorato a graffito è frutto di un intervento databile alla fine degli anni venti del Novecento (1929), commissionato dai Barbolani da Montauto (ai quali l'edificio era pervenuto in eredità alla metà dell'Ottocento) e realizzato su progetto dell'architetto Giuseppe Castellucci. Rimane comunque evidente come il palazzo si caratterizzi soprattutto per il decoro della facciata, con i suoi rimandi all'Alberti, che, "nel caso di un rafforzamento dell'orientamento michelozziano, porterebbe alla necessità di una ridefinizione dei rapporti culturali e architettonici fra Michelozzo e Alberti" (Miranda Ferrara 1984). L'edificio ha un affaccio, modesto, su via della Stufa. Al tempo di Mazzino Fossi la decorazione a graffito, seppure molto danneggiata, era visibile negli spazi del primo e secondo piano e, come segnalato nella letteratura, solo grazie ad un intervento di restauro effettuato tra il 2000 e il 2001 è tornata ad essere godibile nel suo insieme. L'edificio, che si sviluppa su tre piani per otto assi, presenta sul fronte due scudi: a sinistra quello con l'arme dei Gerini (di rosso, a tre catene poste in banda d'oro, e al capo del secondo, caricato di un corno da caccia del primo), a destra con l'arme dei Barbolani da Montauto (d'oro, all'aquila dal volo abbassato di nero coronata del campo, posata sulla fascia diminuita abbassata e attraversante d'argento). L'arme dei Gerini torna nuovamente sulla chiave di volta del carraio segnato con il numero 25 rosso (sopra, sull'intonaco dipinto a finto bugnato, un altro piccolo scudo con un'arme non identificata). Oltre il portone, attraversato l'androne, si accede al bel cortile arricchito da quattro busti in marmo (XVI e XVII secolo) con ritratti dei granduchi medicei, un filosofo e un imperatore romano. "Di forma quadrata, il cortile ha due loggiati contrapposti che strutturati in modo identico su due grandi archi poggianti su una colonna centrale e su due semicolonne laterali, presentano un colto e significante colloquio stilistico ideato dal grande architetto. Il rinascimentale loggiato occidentale con le sue belle colonne corinzie e la preziosa colonna scanalata di marmo al centro, con singolare capitello composito, si contrappone all'arcaico e 'medioevale' loggiato orientale, quasi dimesso ed essenziale, con capitelli e peducci a foglie d'acqua" (Adsi 2010). Negli interni si segnala, nel salotto del piano nobile, un affresco di Vincenzo Meucci (Achille alla corte di Licomede, 1748). Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia
dettaglio
Carocci 1897, p. 143; Elenco 1902, p. 253; Illustratore fiorentino (1904) 1903, p. 105; Limburger 1910, n. 279; Garneri 1924, p. 185, n. XVI; Thiem 1964, pp. 56-58, n. 9, tav. 19; pp. 59-60, n. 12, tavv. 21-24; Limburger-Fossi 1968, n. 279; Ginori Lisci 1972, I, pp. 343-345; Firenze 1974, p. 256; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, II, 1977, pp. 43-44; Adsi 2003, pp. 28-30; Cesati 2005, I, p. 287; Firenze 2005, p. 288; Pecchioli 2005, pp. 104-109; Adsi 2010, pp. 58-59; Romby-Rovida 2012, pp. 18-20.
Approfondimenti "Ricordi di Architettura. Raccolta di ricordi d'arte antica e moderna e di misurazione di monumenti", serie II, VI, 1900, tav. XXIII, Antico (Finestra dell'antico Palazzo Gerini oggi del march.se Giovanni da Montauto); Le finestre di palazzo Gerini, in Mazzino Fossi, Bartolomeo Ammannati architetto, Cava dei Tirreni, Morano, 1967, p. 92; Miranda Ferrara, Palazzi Neroni e Gerini, in Miranda Ferrara, Francesco Quinterio, Michelozzo di Bartolomeo, Firenze, Salimbeni, 1984, pp. 363-365; Palazzo Neroni a Firenze. Storia, architettura, restauro, a cura di Paola Benigni, Firenze, Edifir, 1996; Fabrizio Bandini, Il graffito quattrocentesco della facciata del palazzo Gerini-Barbolani di Montauto in Firenze, in "OPD Restauro", 2001, 13, pp. 60-89; Carlotta Lenzi Iacomelli, Vincenzo Meucci (1694-1766), Firenze, Edifir 2014, pp. 205, 257; Carlotta Lenzi Iacomelli, Palazzo Gerini Bonciani. L'appartamento di Girolamo Francesco e Andrea Carlo Gerini nel palazzo di città e le ville di Malgiogo e Bellosguardo, in Fasto privato. La decorazione murale in palazzi e ville di famiglie fiorentine, II, Dal Tardo Barocco al Romanticismo, a cura di Mina Gregori e Mara Visonà, Firenze, Edifir, 2015, pp. 201-207; Gianluca Belli, Paramenti bugnati e architettura nella Firenze del Quattrocento, Firenze, University Press, 2019, p. 408, n. 30, figg. 10, 105 (ma si vedano anche i rimandi al testo tramite l'indice analitico della pubblicazione).
Documentazione fotografica Archivio fotografico SBAP, Firenze: 19615 (veduta d'insieme del prospetto, 1950 circa); 29637, 29638 (particolari del prospetto, 1965); 108982 (veduta d'insieme del prospetto, 1980); 108983, 108984, 108985 (particolari del prospetto, 1980).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Palazzo Barbolani di Montauto su Wikipedia. Si segnalano inoltre i materiali resi disponibili nel sito della Soprintendenza ai Monumenti (Sbapsae per le province di Firenze Pistoia e Prato) nella sezione relativa agli edifici storici visitabili.
Codice SBAPSAE FI0198
ID univoco regionale 90480170265
Data creazione 14/11/2008
Data ultima modifica 07/04/2021
Data ultimo sopralluogo 19/06/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Campo in corso di revisione.
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