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Scheda Tabernacolo dell'Arte dei Maniscalchi (Orsanmichele) Torna ai risultati della ricerca
Versione stampabile della scheda
Quartiere San Giovanni
Ubicazione Via dell'Arte della Lana
Denominazione Tabernacolo dell'Arte dei Maniscalchi (Orsanmichele)
Altre denominazioni Tabernacolo della statua di Sant'Eligio
Affacci .
Proprietà demanio dello Stato.
Architetti - Ingegneri Ignoto/i.
Pittori - Scultori - Decoratori Nanni di Banco (Giovanni di Antonio di Banco, d.).
Uomini illustri Nessun dato rilevato.
Note storiche Il tabernacolo custodisce la copia della statua in marmo apuano raffigurante Sant'Eligio (originale nel Museo di Orsanmichele) realizzata da Nanni di Banco tra il 1417 e il 1421 per l'Arte dei Maniscalchi, nell'ambito del ciclo delle quattordici statue dei santi protetti delle Arti fiorentine destinate ad occupare le nicchie esterne di Orsanmichele. Della scultura si riporta il testo della scheda redatta da Francesca Nannelli e Claudio Paolini per le carte di sala del museo (2005), poi data alle stampe in Grifoni-Nannelli 2006. "La statua fu commissionata dall'Arte dei Maniscalchi, di cui Sant'Eligio (volgarmente San Lo) era il patrono, assieme agli Orafi, che nell'occasione si erano associati all'impresa. Opera non documentata, al pari dei Santi Quattro Coronati e del San Filippo, è anche, meno delle altre, citata dalle fonti storiche. Tuttavia la critica non ha mai messo in dubbio la paternità di Nanni di Banco, già segnalata dall’Anonimo Magliabechiano e da Giorgio Vasari. Come per le altre opere sopra menzionate, rimane molto discussa la datazione, e di tutte è ancora controversa la sequenza cronologica dell'esecuzione. Lo spiccato goticismo della figura e, per contro, il classicismo meno sottolineato (per quanto siano stati notati i riferimenti d'impronta adrianea nel volto del santo), vengono intesi dai critici ora come punto di partenza, ora come testimonianza di un ritorno alle potenzialità espressive dell’arte gotica a cui Nanni avrebbe fatto riferimento nella fase tarda della propria attività, fatto che si spiegherebbe con l’'nfluenza dell’arte ghibertiana e, in particolare, della figura del San Giovanni Battista eseguito per Orsanmichele. Gli studi più recenti, nel notare alcuni particolari non finiti ed un assemblaggio poco armonioso della statua e degli altri rilievi della nicchia, ipotizzano che il tutto sia stato montato addirittura dopo la morte di Nanni di Banco, avvalorando quindi la tesi che il Sant'Eligio sia un'opera estrema nella vita dello scultore. Il bassorilievo con il Cristo benedicente del tabernacolo, d’altronde, sfoggia una matura tecnica a stiacciato, assente negli altri due tabernacoli eseguiti dall'artista, che ha come precedente il rilievo del San Giorgio che uccide il drago, realizzato da Donatello intorno al 1417 per l'Arte degli Spadai e Corazzai. Il Sant'Eligio, e con esso tutto il tabernacolo, sarebbe quindi databile tra 1417 e 1421, a ridosso dell’anno di morte di Nanni: probabilmente l'insieme fu eseguito in quel giro d'anni, e installato dalla bottega intorno al 1422. La statua, alla quale più volte in passato era stato rubato e rifatto il pastorale fino alla decisione di lasciarla senza, è stata rimossa dal tabernacolo nel 1988 e restaurata dall’Opificio delle Pietre Dure (1990), che ha rinvenuto tracce di doratura tra i capelli e negli ornati della veste, dove permangono anche frammenti d'azzurro oltremare. Poiché esisteva una copia in gesso nella Gipsoteca dell'Istituto d'Arte di Firenze, si sono potute evitare alla statua le operazioni per ottenerne il calco. La nuova copia, tratta dal gesso, è stata collocata nel tabernacolo dei Maniscalchi in occasione dell'apertura del Museo nel 1996".
Bibliografia
dettaglio
Del Bruno 1757, pp. 113-115; Cambiagi 1765, pp. 183-185; Cambiagi 1771, pp. 194-196; Cambiagi 1781, pp. 181-183; Firenze 1845, pp. 215-216; Formigli 1849, pp. 187-188. Campo in corso di aggiornamento.
Approfondimenti August von Schmarsow, Le statue di Orsanmichele, in "Vita Nuova", 1889, 11, pp. 6-7; 1889, 12, pp. 2-4; 1889, 13, pp. 3-5; Antonio Medin, La leggenda popolare di S. Eligio e la sua iconografia, in "Atti del Reale Istituto Veneto di Scienze Lettere e Arti", LXX, II, 1910-11, pp. 776-802; Anna Maria Giusti, Antonio Natali, Angelo Venticonti, Sant'Eligio, in "OPD Restauro. Rivista dell'Opificio delle Pietre Dure e Laboratori di restauro di Firenze", n.s., II, 1990, pp. 145-149; Richard A. Goldthwaite, Francesca Nannelli, Giuliano Pinto, Orsanmichele e le arti fiorentine, Firenze, Nuova Stamperia Parenti, 1995; Diane Finiello Zervas (a cura di), Orsanmichele a Firenze, collana Mirabilia Italiae a cura di Salvatore Settis n. 5, Modena, Franco Cosimo Panini, 1996, 2 voll; Paola Grifoni, Francesca Nannelli, Le statue dei santi protettori delle Arti fiorentine e il museo di Orsanmichele, Firenze, Polistampa, 2006.
Documentazione fotografica Campo in corso di aggiornamento.
Risorse in rete Sull'opera sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla voce Chiesa di Orsanmichele su Wikipedia.
Codice SBAPSAE .
ID univoco regionale .
Data creazione 26/07/2019
Data ultima modifica 19/12/2021
Data ultimo sopralluogo 14/03/2020
Autore della scheda Claudio Paolini
Tags scultura.
Localizzazione
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