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Quartiere Santa Croce / San Giovanni
Ubicazione Via del Corso 6
Denominazione Palazzo Portinari Salviati
Altre denominazioni Palazzo Da Cepperello
Affacci via dello Studio 2r- 4r- 6r- 8r- 10r- 12r
Proprietà Portinari, spedale di Santa Maria Nuova, Salviati, Ricciardi Serguidi, Franceschi, Da Cepperello (Cepparello), Comune di Firenze, Padri Scolopi, Società Anonima Torrigiani, Credito Toscano, Banca Toscana, Beatrice Srl, Ldc Hotels & Resorts Group.
Architetti - Ingegneri Michelozzo (Michelozzo di Bartolomeo Michelozzi, d.), Ammannati Bartolomeo, Allori Alessandro, Mazzei Francesco Mazzeo, Nasi Nicola, Giuseppe Castellucci, Gori Giorgio Giuseppe, Brizzi Emilio.
Pittori - Scultori - Decoratori Allori Alessandro, Gherardini Tommaso, Mossmeyer Francesco.
Uomini illustri Dante Alighieri, Portinari Beatrice.
Note storiche Erano qui in antico alcune case della famiglia Portinari che, tra il 1470 e il 1480, furono trasformate in un palazzo a due piani, forse ad opera di Michelozzo (Pampaloni). Tale edificio fu acquistato nel 1546 da Jacopo Salviati che provvide ad ingrandirlo a partire dal 1572: probabilmente i lavori terminarono nel 1578, forse sotto la direzione di Bartolomeo Ammannati o di Alessandro Allori. Tra il 1679 e il 1698 gli stessi Salviati, acquistate altre case e botteghe, prolungarono la facciata verso via dello Studio. Alla proprietà di questa famiglia sono legati alcuni fatti storici rilevanti: qui infatti abitò Maria Salviati, moglie di Giovanni dalle Bande Nere e madre del granduca Cosimo I, e venne ospitato, nel 1708, il re Federico IV di Danimarca (ma si vedano le note con vari aneddoti nel repertorio di Bargellini e Guarnieri). Venduto nel Settecento ai Ricciardi (1768), il palazzo passò per via ereditaria nel 1803 ai Da Cepperello, quindi venne acquistato dal Comune di Firenze che vi ospitò il Liceo Ginnasio Fiorentino. Per questi anni è l'importante testimonianza di Federico Fantozzi (1842), soprattutto in merito a quanto al tempo si era elaborato attorno agli uomini illustri che vi avevano abitato: "allorché fu ridotto alla presente grandezza sul disegno dell'architetto Bramante Lazzeri, vi restò incorporata la casa ove abitava nel 1576 Simone Ginga da Urbino, architetto al servizio del Granduca, e quella di Folco de' Portinari, la di cui figlia Beatrice accese le prime scintille del sacro fuoco di Dante. Cosimo I vi ricevette la prima educazione, ed è fama che il di lui padre lo facesse gettare nelle sue braccia da una finestra, onde presagire da quell'esperimento la futura sorte del figlio (...). In alcune stanze terrene trovossi negli scorsi anni un grandioso laboratorio chimico, ed un privato istituto di Chimica, Fisica, Botanica, Geologia, Mineralogia, Algebra, Geometria e Meccanica, diretto dal prof. Andrea Cozzi il quale per la prima volta vi dette nel 1838 un pubblico esperimento d'illuminazione a gas con un apparecchio da esso semplicizzato e reso meno costoso e più sicuro". Al tempo di Firenze Capitale (1865-1871) il palazzo fu individuato come sede del Ministero di Grazia e Giustizia e dei Culti e, per renderlo idoneo ad ospitarne gli uffici, fu ampliato su progetto dell'architetto Francesco Mazzei e dell'ingegner Nicola Nasi con un terzo piano dal lato di via dello Studio, per un totale di sedici stanze (lavori conclusi nel luglio 1866). Successivamente fu occupato dalla Cassa di Risparmio, dalle Scuole Pie dei padri Scolopi (1881), e quindi venne acquistato dalla Società Anonima Torrigiani (1918) che lo cedette al Credito Toscano nel 1921 come sede degli uffici della direzione generale. Questa lo fece restaurare affidando la direzione dei lavori all'architetto Giuseppe Castellucci (una ampia documentazione fotografica è nella raffinata pubblicazione promossa dallo stesso Credito Toscano nel 1924), provvedendo successivamente ad arredarlo e arricchirlo di pregevoli opere d'arte. A questi interventi è legata anche la realizzazione della copertura a velario del cortile degli Imperatori, dovuta a Francesco Mossmeyer. Un ulteriore restauro (con ristrutturazione di vari spazi interni e realizzazione di nuovi arredi) fu attuato negli anni 1959-1960 su progetto di Giuseppe Giorgio Gori in collaborazione con Emilio Brizzi. Passato alla Banca Toscana, nel 2008 fu da questa venduta alla Beatrice Srl (società interamente detenuta dalla Sansedoni Spa controllata dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena) che, nel 2016, lo ha ceduto alla società taiwanese Ldc Hotels, con un progetto di radicale revisione degli spazi interni redatto da ESA Engineering. "Nei 13mila mq distribuiti in cinque piani sono previsti 44 appartamenti, negozi e uffici e circa 50 posti auto nell'interrato" (Fantozzi Micali-Lolli 2016). Sul fronte, che si presenta grandioso per estensione ma non particolarmente caratterizzato per il disegno, è una lapide datata 1830 che ricorda il passaggio dei Padri Scolopi (quando questi furono estromessi dal convento dei Gesuiti in via de' Martelli), e un'altra, sormontata da uno scudo con l'arme dei Portinari (d'oro, alla porta di nero chiusa del campo, posta su due scalini di nero e sostenuta da due leoni dello stesso), che rievoca tramite i versi danteschi la figura di Beatrice Portinari. Oltre alle molte opere d'arte mobili conservati negli interni, si segnala la presenza del piccolo cortile degli Imperatori, a portico su due lati con colonne trabeate, già ornato di busti di imperatori e con volte affrescate a figure e a grottesche e con un ciclo di Storie dell'Odissea di Alessandro Allori (1580). Nella cappella del palazzo, dedicata a Santa Maria Maddalena, altri affreschi dell'Allori e, negli ambienti del piano nobile, di Tommaso Gherardini (1783), commissionati da Niccolò Maria Ricciardi Serguidi. Dal 2019, in quanto oggetto del citato cantiere di restauro, l'edificio vede tutti le facciate chiuse da ponteggi. Il palazzo appare nell'elenco redatto nel 1901 dalla Direzione Generale delle Antichità e Belle Arti, quale edificio monumentale da considerare patrimonio artistico nazionale.
Bibliografia
dettaglio
Del Bruno 1757, p. 52; Cambiagi 1765, p. 102; Cambiagi 1771, p. 110; Cambiagi 1781, p. 106; Lastri 1821, II, pp. 211-216; Fantozzi 1842, pp. 302-303, n. 89; Fantozzi 1843, p. 130, n. 293; Firenze 1845, pp. 100-101; Formigli 1849, p. 95; Firenze 1850, pp. 190-191; Bacciotti 1879-1886, III, 1886, pp. 157-159; Bigazzi 1886, pp. 233-234; Elenco 1902, p. 253; Limburger 1910, n. 176; Bertarelli 1922, p. 37; Garneri 1924, pp. 249-250, n. VIII; Bertarelli 1937, p. 102; Limburger-Fossi 1968, n. 176; Bucci-Bencini 1971-1973, I, 1971, pp. 85-90; Ginori Lisci 1972, I, pp. 471-478; Palazzi 1972, p. 49, n. 75; Firenze 1974, p. 98; Giorgio Di Battista in Roselli 1974, pp. 60-61, n. 18; Bargellini-Guarnieri 1977-1978, I, 1977, pp. 273-274; Cresti-Zangheri 1978, p. 153; Roselli 1985, p. 80, n. 31; Vannucci 1995, pp. 300-304; Zucconi 1995, p. 92, n. 128; Cesati 2005, I, pp. 190-191; Firenze 2005, pp. 196-197; Insabato-Ghelli 2007, pp. 118, 244; Invernizi 2007, I, pp. 149-150, nn. 125-126; Paolini 2009, pp. 128-130, n. 159; Fantozzi Micali-Lolli 2016, p. 75.
Approfondimenti Marco Lastri, Palazzo Salviati, inoggi Cepparello, dove passò l'infanzia Cosimo I, in L'Osservatore fiorentino sugli edifizi della sua Patria, quarta edizione eseguita sopra quella del 1821 con aumenti e correzioni del Sig. Cav. Prof. Giuseppe Del Rosso, Firenze, Giuseppe Celli, 1831, III, pp. 118-124; Alberto Ciappelli, Le case dei Portinari ora Palazzo del Credito Toscano, Firenze, Giannini, 1924; Amerigo Parrini, Le epigrafi dantesche di Firenze, Firenze, Giulio Giannini e Figlio Editori, 1928, pp. 125-131; Le pitture di Alessandro Allori nel Palazzo Salviati Da Cepperello già case dei Portinari in Firenze, oggi sede e proprietà della Banca Toscana, Firenze, Zincografica Fiorentina, 1953; Guido Pampaloni, Il Palazzo Portinari Salviati oggi proprietà della Banca Toscana, Firenze, Le Monnier, 1960; Il palazzo Portinari Salviati a Firenze, in "Antichità Viva", III, 1964, 7/8, pp. 69-81; Banca Toscana. Storia e collezioni, a cura di Bruno Nardini, Firenze, Nardini, 1982 (con saggi sul palazzo Portinari Salviati di Bruno Nardini, pp. 218-225; Lando Bartoli, pp. 226-245; Mina Gregori, pp. 246-293); Invito a Palazzo Portinari Salviati, sede storica della Banca Toscana, a cura di Carlo Sisi, Firenze, Centro Di, 1991; Emanuele Barletti, Marmi antichi e moderni di palazzo Portinari Salviati nell'Ottocento, in "Paragone Arte", XLV, 1994, n.s., 44/46, pp. 299-306; Ewa Karwacka Codini, Il giardino del palazzo Portinari-Salviati a Firenze: uno spazio fatto di natura, di artifizio e di rievocazione del mondo classico, in "Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa, Classe di Lettere e Filosofia", ser. 4, 1996, 1/2, pp. 227-234; Antonio Ugolini, Le vetrate artistiche a Firenze fra Ottocento e Novecento. Guida e itinerari, Edifir, 2002, p. 16; Guy Tal, Disbelieving in witchcraft: Allori's Melancholic Circle in the Palazzo Salviati, in "Athanor", XXII, 2004, pp. 57-65; Giuseppe Giorgio Gori 1906-1969. Inventario analitico dell'archivio conservato presso la Biblioteca di Scienze Tecnologiche, a cura di Gabriella Carapelli, Firenze, Edifir, 2010, pp. 74-77, n. 42; Palazzo Portinari ai tawanesi, in "La Repubblica", 25 agosto 2016; Denise Ulivieri, Laura Benassai, Un (altro) architetto per la Capitale. Francesco Mazzei "valente e modesto" restauratore a Firenze, in "Annali della Storia dei Firenze", X-XI, 2015-2016 (2016), pp. 237-266; Angiolo Pucci, I giardini di Firenze, IV, Giardini e orti privati della città, a cura di Mario Bencivenni e Massimo de Vico Fallani, Firenze, Leo S. Olschki, 2017, pp. 82-84.
Documentazione fotografica Archivi Alinari, Firenze: APA-F-13502B-0000 (veduta d'insieme del prospetto su via del Corso, 1925 circa); APA-F-13525B-0000 (veduta d'insieme del cortile degli Imperatori, 1925 circa); APA-F-13523B-0000 (veduta di una sala, 1925 circa); APA-F-13476B-0000, APA-F-13479B-0000, APA-F-13485B-0000, 13528B-0000 (vedute degli spazi interni, 1925); APA-F- 02011B-0000, APA-F- 02012B-0000, APA-F- 02014B-0000, APA-F- 02015B-0000, APA-F- 2014B1-0000 (vedute degli spazi interni adattati a uffici del Credito Toscano, 1925 circa). Archivi Scala, Bagno a Ripoli (Firenze): 0001628 (veduta d'insieme del cortile degli Imperatori).
Risorse in rete Sull'edificio sono vari file multimediali reperibili su rete telematica, a partire dalla scheda nel sito ESA Engineering e dalla voce Palazzo Portinari Salviati su Wikipedia.
Codice SBAPSAE FI1037
ID univoco regionale 999
Data creazione 15/08/2008
Data ultima modifica 08/04/2020
Data ultimo sopralluogo 03/04/2020
Autore della scheda Claudio Paolini.
Tags Firenze Capitale, banca, lapide, stemma familiare.
Localizzazione
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